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L’ex Nautico non si vende più. Gabellone “promuove” la scelta del Comune

Nel nuovo Piano delle alienazioni della Provincia di Lecce, è stata cancellata la disponibilità e il cambio di destinazione d’uso dell’immobile di via Gramsci che rimarrà sede scolastica. Ora servono i fondi per il recupero. Errico e Sel soddisfatti

GALLIPOLI  - Un regalo pasquale, confezionato in anticipo, per quanti si sono battuti in questi mesi a difesa della storica sede dell’istituto Nautico di Gallipoli. E per la quale ora, dopo lettere, inviti, e relazioni inviate anche all’indirizzo del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, è tempo di trovare le risorse finanziarie utili per provvedere al sostanziale recupero funzionale. La buona nuova delle ultime ore invece è quella della comunicazione della Provincia di Lecce che nella revisione del piano delle alienazioni dei propri immobili ha deciso di eliminare l’edificio di via Gramsci per il quale era stato richiesto, e approvato nel Consiglio provinciale, il relativo cambio di destinazione d’uso finalizzato per la vendita più redditizia. Ora da  qui si riparte: l’ex sede di via Gramsci non si vende e la sua destinazione rimane ancorata a complesso di edilizia scolastica. Ad ufficializzare il tutto il sindaco Francesco Errico che ha confermato di aver ricevuto una nota del 7 aprile scorso, a firma del presidente Antonio Gabellone, con la quale è stata annunciata  l’adozione del nuovo Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari dell’ente di Palazzo dei Celestini che sarà licenziato da uno degli ultimi consigli provinciali in carica.

“A seguito delle diverse istanze, tra cui quella del Comune, pervenute all’ente provinciale al fine di mantenere la sede storica del Nautico di Gallipoli” si legge nella nota della Provincia, “nel provvedimento è stata modificata la previsione relativa all’immobile che ospita il Nautico, riconducendo lo stesso nell’ambito del patrimonio indisponibile dell’ente e confermando dunque la destinazione ad edilizia scolastica”. Una decisione che ha incontrato il favore da parte del primo cittadino Errico, dell’assessore alla pubblica istruzione e vicesindaco Antonella Greco, e dell’intera amministrazione comunale, che avevano sposato la causa del mantenimento della vecchia sede scolastica, ora in parte degradata e inagibile, “ascoltando” le ragioni degli studenti, dei dirigenti e del corpo docente dell’istituto Vespucci, e del comitato Pro Nautico. “Siamo estremamente soddisfatti del risultato raggiunto” commenta il sindaco Errico, “e voglio ringraziare pubblicamente il presidente Gabellone per la sensibilità dimostrata  nell’accogliere l’istanza di tutta la cittadinanza. E’ l’ennesima dimostrazione di quanto sia importante per una comunità agire in sinergia, unendo le forze e le idee al fine di perseguire il bene della collettività. Siamo convinti che l’istituto rappresenti una risorsa importantissima per lo sviluppo culturale  non solo di Gallipoli ma dell’intero territorio.  Ci auguriamo che questo” conclude il sindaco, “sia  un punto di partenza verso il recupero definitivo della struttura e che presto vengano poste in essere le azioni necessarie al fine   restituire alla popolazione scolastica la storica sede con i suoi laboratori e la possibilità di svolgere al meglio le attività didattiche peculiari dell’indirizzo di studio”.

Sulla questione si sono susseguite anche alcune prese di posizione politiche da parte del segretario cittadino di Sel, Massimo Esposito, al fianco del comitato Pro Nautico, e del consigliere provinciale e presidente di Italia Destati, Sandro Quintana. Quest’ultimo ha rammentato di aver sollecitato il presidente Gabellone ad avviare i lavori di restauro dell’ex Nautico cercando preventivamente di recuperare la somma che serve per sanarlo iniziando dai lotti. “Si potrebbe partire” dice Quintana, “con quei 600mila euro stanziati dalla Provincia per il plesso della succursale di via della Provvidenza per destinarli invece all’edificio di via Gramsci, la sede storica dell’istituto Nautico, partendo da alcuni lotti della stessa struttura scolastica. E come si ricorderà, ho avanzato anche l’ipotesi usare l’ex Ceduc per allocarvi l’istituto Nautico. La battaglia del Nautico non è stata solo portata avanti dal comitato Pro Nautico o dal Consiglio comunale di Gallipoli” sottolinea Quintana, “ma dall’intere forze cittadine e politiche, Italia Destasti compresa. Non si deve svendere quell’impegno per recuperare l’istituto dal degrado. Ora, non basta la soddisfazione espressa per un risultato importante, ma occorre agire per ristrutturare l’edificio o trovare soluzioni idonee per accogliere studenti, docenti e personale al meglio”.

Rivendica il suo “caparbio e dirompente” ruolo decisivo per salvare il futuro dell’istituto Nautico di Gallipoli anche il circolo cittadino di Sel che esprime con determinazione la propria soddisfazione unitamente  ai compagni di strada del comitato a difesa del Nautico e con i ragazzi dell’Uds che si sono adoperati per il raggiungimento dell’obiettivo. “Abbiamo di fatto  costretto il presidente Gabellone e il Consiglio provinciale a tornare sui loro passi e a togliere dall’elenco dei beni alienabili il Vespucci” commenta il segretario di Sel, Massimo Esposito, “e siamo così riusciti a spazzare via ogni manovra speculativa in atto sulla struttura di via Gramsci”. Al netto dei ringraziamenti di rito per l’assessore regionale Alba Sasso, il senatore Dario Stèfano, e la consigliera comunale Titti Cataldi, investiti a vario titolo sulla questione del Nautico,  i vendoliani gallipolini promettono di non “abbassare la guardia” finché la vecchia sede dell’istituto Vespucci non riaprirà i battenti. “Per il bene della città e degli studenti” conclude Esposito, “abbiamo sopportato in silenzio l’opportunismo politico di quei personaggi politici che da convinti assertori della vendita  ed in vista della scadenza del loro mandato elettorale, si sono improvvisamente votati a paladini a difesa del Nautico con una inversione ad U a dir poco eclatante. Così non possiamo oggi dimenticare chi ci ha attaccato solo perché la nostra forza politica si confrontava attivamente con gli amministratori locali, senza però prendere atto della loro totale latitanza”.

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