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Nessuna violazione del patto di stabilità. Corte dei Conti “assolve” il Comune

Le Sezioni Riunite hanno accolto il ricorso dell’ente ionico contro la diffida dell’organo di controllo regionale sulla gestione finanziaria del 2012. Contestato il mancato pagamento di debiti per un milione di euro. Ritenuto legittimo l’operato degli uffici e dell’amministrazione

GALLIPOLI - Conti in ordine e nessuna violazione del patto di stabilità per l’esercizio finanziario del Comune di Gallipoli per il 2012. Lo ha stabilito la Corte dei Conti, sezioni riunite in sede giurisdizionale, nell’udienza di ieri con la quale è stato accolto il ricorso proposto dall’ente ionico e con tale dispositivo è stata definitivamente annullata la deliberazione della sezione regionale dell’organo di controllo della Puglia, nella parte in cui sosteneva il mancato rispetto del patto di stabilità interno per il Comune per l’esercizio 2012.

Un richiamo derivante da quelle che la sezione regionale riteneva violazioni di norme contabili e di atti e comportamenti elusivi, per una somma di poco superiore al milione di euro e per le quali aveva chiesto i dovuti chiarimenti all’amministrazione comunale gallipolina.

Le Sezioni Riunite hanno dunque accolto le tesi del Comune, difeso dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani, riconoscendo che il mancato pagamento di debiti, certi, liquidi ed esigibili di parte capitale al 31 dicembre del 2012 pari a 1.067.000 euro e il conseguente presunto mancato rispetto per tale importo del patto di stabilità interno per l’esercizio 2012 con modalità elusiva, è stato invece del tutto legittimo. Di fatto è stato riconosciuto che, nel caso di specie, tale ritardo è stato del tutto involontario e giustificato da situazioni contingenti obiettive e reali, come per altro giustificato e dimostrato dall’ente alla sezione di controllo della Corte dei Conti della Puglia nelle note trasmesse a dicembre del 2014 e a maggio del 2015.

L’amministrazione di Palazzo Balsamo ha sempre sostenuto che gli amministratori dell’epoca erano stati proclamati eletti solo nel mese di giugno 2012 e quindi avevano avuto pochi mesi a disposizione per avviare tutte le opportune e necessarie ricognizioni per una corretta gestione dei costi e che il complesso delle attività poste in essere e la contabilità stessa testimoniavano che il patto di stabilità sarebbe stato comunque rispettato, anche con il pagamento delle fatture inquisite.

Vi era assoluta certezza e fiducia riguardo allo stato di salute dei conti dell’Ente, considerando che l’avanzo di amministrazione e la rilevante disponibilità di cassa a fine dello scorso anno dimostravano ampiamente il sostanziale rispetto del patto di stabilità nell’ultimo triennio. “Pur riguardando un periodo precedente e diverso dalla mia gestione commissariale” commenta il commissario prefettizio, Guido Aprea, “esprimo soddisfazione per la sentenza, soprattutto alla luce delle conseguenze negative che detta sentenza ha evitato e che avrebbero pesantemente condizionato la politica finanziaria e gestionale dell’ente”.

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