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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nessun risarcimento alla Seta. Nuovo lodo arbitrale a favore del Comune

Depositato il lodo parziale che legittima la transazione avvenuta nel 2008 tra l'amministrazione comunale e la vecchia società dei rifiuti. La società Seta aveva chiesto un indennizzo di 6milioni. Errico: "Una richiesta temeraria"

GALLIPOLI - Dopo le prime legittimazioni della giustizia amministrativa sulla revoca del contratto per la gestione del servizio di igiene urbana, il Comune di Gallipoli incassa positivamente anche la recente sentenza del secondo lodo arbitrale richiesto per dirimere la controversia con la vecchia società della Seta eu. E grazie all’emissione del lodo parziale l’amministrazione gallipolina ha visto riconosciuta l’efficacia e la validità della vecchia transazione messa in auge dal governo dell’allora sindaco Giuseppe Venneri con il consorzio Seta e reso vana in tal modo la richiesta di indennizzo da parte della stessa società dei rifiuti per complessivi 6 milioni di euro. La società Seta Eu S.p.A, nell’ambito del lungo contenzioso posto in essere con l’amministrazione di Palazzo Balsamo, riteneva di non aver mai ratificato quell’atto transattivo del 27 ottobre del 2008 e non ritenendo valido quell’accordo aveva richiesto l’adeguamento del canone e il relativo risarcimento milionario. Nulla di tutto ciò secondo quanto si evince presso la Camera arbitrale per i contratti pubblici con sede in Roma e reso noto anche dal legale che ha difeso le ragioni del Comune, l’avvocato Luigi Mario Provenzano.

Il 24 ottobre scorso infatti il Collegio arbitrale ha provveduto all’unanimità al deposito del lodo parziale che rende merito alle ragioni del Comune dichiarando “la validità ed efficacia della transazione e del nuovo impianto normativo instaurato tra le parti”, accogliendo dunque il primo ed il secondo quesito posti da Comune di Gallipoli, e alla luce di tale pronunciamento “nulla deve” alla società Seta per il periodo pregresso. La questione molto articolata e complessa giuridicamente, seguita dall’avvocato Provenzano, andava avanti da circa un anno e ci sono volute 65 pagine di dossier per articolare e spiegare, in diritto, le ragioni per le quali le pretese della società della raccolta dei rifiuti non hanno motivo di essere avendo essa stessa reso valida la transazione “incamerando il prezzo e dando esecuzione al contenuto,”  ponendo cioè  in essere atti incompatibili con la successiva richiesta di inefficacia.

Il Comune dunque, secondo la lettura del legale, sarebbe al riparo dal “chiesto esborso” giacché la Seta a partire  dal 2006 alla naturale scadenza del contratto è stata remunerata regolarmente secondo quanto previsto da quella transazione. Rigettato per naturale e logica conseguenza anche il settimo quesito posto dall’ente jonico, in via subordinata, al fine di accertare “la malafede della società nel far credere la transazione valida al fine di continuare ad espletare il servizio in assenza di valido contratto”. Una decisione che lo stesso avvocato Provenzano ritiene “estremamente soddisfacente  per il Comune esposto a torto alla scandalosa richiesta di condanna al pagamento di somme non dovute”. Ma la battaglia legale non si esaurisce qui atteso che si apre ora una  seconda fase della controversia  in cui il Collegio arbitrale ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio per la disamina dei restanti quesiti posti dal Comune per valutare la proposta riconvenzionale. “Un lodo che si commenta da sé” dichiara il sindaco Francesco Errico, “che evidenzia la trasparenza e legittimità delle azioni poste in essere dall’ente e dimostra quanto la pretesa della ditta Seta fosse temeraria ed infondata. Un primo importante obiettivo è stato raggiunto” conclude, “ora attendiamo l’esito riguardante la riconvenzionale proposta”. 

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