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Vendita dell’ex Salesiani. Nuova bagarre sulla delibera “incompleta”

Nuove accuse dall'associazione Gallipoli 2012 di Petrucci sul progetto di alienazione dell'ex Villaggio del Fanciullo: "Una frase mancante ha ingannato i consiglieri". Errico replica: "Il solito abbaglio di oppositori ostinati"

GALLIPOLI – Nuova bagarre alle falde di Palazzo Balsamo sull’iter per la riqualificazione e dismissione dell’ex complesso dei Salesiani. Il primo atto è stato quello segnato nella seduta del Consiglio comunale del 6 ottobre scorso. Dopo lunga ed estenuante discussione che non ha fugato tutti i dubbi. Ma il progetto di rivalutazione e vendita dell’ex complesso dei Salesiani ha ugualmente preso il volo verso Roma con la manifestazione di interesse del Comune e la disponibilità a sottoscrivere il protocollo d’intesa e confermare la variazione di destinazione d’uso del complesso.

Poi, sulla scorta delle valutazioni della società di investimenti legata alla Cassa depositi e prestiti si deciderà, sempre nell’ambito dell’assise civica, il da farsi. Questione tutt’altro che archiviata dunque. Anche perché dopo gli incalzanti richiami di legittimità, metodo e merito sulla delibera legata al piano di alienazione dell’ex villaggio del Fanciullo mossi in aula dal consigliere Aldo Petrucci, ora è stata l’associazione Gallipoli 2012 a rinvigorire la polemica. 

Il tutto ruota proprio in relazione al corpo della delibera approvata a maggioranza dall’assise comunale e che, da quanto evidenziato da Gallipoli 2012, conterrebbe una “grave” omissione. Secondo la denuncia dell’associazione politico-culturale si tratta di una delibera in cui si è “recepita una relazione, richiesta al Dirigente Area 1, inserita nel testo e rivelatasi incompleta”. Si tratterebbe di poche righe sparite su un testo di oltre cinque pagine, ma sostanziali in quanto chiedevano un atto di prudenza ai consiglieri. Ovvero limitare l’edificabilità della zona in caso di ricostruzione dell’immobile atteso che “la norma prevede solo il rispetto delle superfici utili esistenti che sono pari a circa 8.900 mq e che astrattamente consentirebbe la demolizione con ricostruzione di un edificio di notevole volumetria da 29.000 a circa 42.000 mc”.

E proprio questa dicitura restrittiva contenuta nella relazione tecnica, ma “sparita” nella riproposizione nella delibera, ha generato nuovi dubbi e nuove perplessità mossi dalla civica del consigliere Petrucci. “I consiglieri, tutti o quasi, maggioranza ed opposizione, non hanno potuto valutare” accusano da Gallipoli 2012, “non lo hanno fatto perché, se pur consegnata integralmente, la relazione era stata inserita all’interno della delibera, fatto salvo quel passo, e quindi in quella sede considerata valida, corretta ed integrale. I consiglieri sono stati quindi ingannati da una evidente omissione”.

Un’accusa che non è stata gradita dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Errico che ha fatto pervenire la sua replica. “L’ostinazione dimostrata da chi vuole dire che tutto va sempre e comunque male, sommata alla carenza di argomenti con cui si cerca di screditare l’operato dell’amministrazione comunale, porta a fare continui scivoloni ed a prendere clamorosi abbagli”, dice il primo cittadino. Che aggiunge: “Coloro che si dichiarano bene informati dovrebbero sapere che la legge regionale di riferimento, vale a dire la n.5 del 2010, prevede per il cambio della destinazione d’uso per le strutture da inserire nel Piano delle alienazioni, la possibilità di aumentare la cubatura sino al 10% senza chiedere il parere di compatibilità alla Regione.

Questa è stata, sin dall’inizio, la volontà dell’amministrazione comunale e su tale volontà si è costruita la delibera successivamente approvata in consiglio comunale, senza omettere o nascondere alcunché”. A quanto evidenziato dall’amministrazione comunale nella relazione del dirigente dell’ufficio tecnico comunale che accompagnava la proposta di deliberazione, si indicava la possibilità di inserire l’immobile nel Piano delle alienazioni, modificando la destinazione d’uso, per come indicato dal dispositivo regionale: quindi aumentando la cubatura nei limiti del 10% oppure aumentando detta percentuale previo parere di compatibilità da parte della Regione.  

“Per tale motivo, nella delibera portata all’attenzione dell’assise comunale” spiega ancora il sindaco Errico, “è stata considerata e riportata nell’atto discusso in consiglio comunale soltanto la prima opzione indicata nella relazione, visto che l’esecutivo sin dall’inizio è stato orientato a contenere l’aumento della cubatura nei limiti del 10% e quindi senza chiedere il relativo parere alla Regione. La posizione dell’amministrazione” ha continuato il primo cittadino, “è stata chiara e trasparente sin dall’inizio, come chiara e trasparente è stata la procedura seguita per l’approvazione della delibera. Nessun magheggio, dunque, nessun gioco di prestigio né tantomeno alcun intento omissivo, concetti che non appartengono a questa Amministrazione. Per questo” conclude Errico, “respingiamo al mittente l’ennesima accusa strumentale, mossa da chi è ossessionato esclusivamente dall’idea di dimostrare che tutto va male, se non peggio”.

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