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Giovedì, 25 Aprile 2024
Nuovo scontro tra le società giallorosse / Gallipoli

L’ex presidente Vella: “Nessun vittimismo dal Città di Gallipoli, sanzioni giuste”

Dopo le esternazioni della società giallorossa contro i provvedimenti della giustizia sportiva la replica dell’ex dirigente del Gallipoli Football, oggetto dei cori e degli striscioni offensivi. “Non possono ignorare di essere responsabili anche loro”

GALLIPOLI – Il deferimento e i provvedimenti sanzionatori e di responsabilità oggettiva non potevano non essere messi in conto dalla società del Città di Gallipoli in riferimento a quanto accaduto sugli spalti dello stadio Antonio Bianco nel febbraio scorso con i cori e gli striscioni offensivi palesati contro la ex presidente del Gallipoli Football 1909, Paola Vella.

Questa in buona sostanza la sintesi della replica che la stessa ex dirigente del Gallipoli Football 1909 ha inteso esprimere in maniera vigorosa dopo aver appreso della presa di posizione della società giallorossa del Città di Gallipoli che inteso impugnare gli stessi provvedimenti inflitti dal Tribunale federale territoriale.

“É veramente incredibile come un episodio accaduto nel febbraio 2022, con conseguenze mediatiche a dir poco mortificanti, a oggi venga considerato, dalla società del Città di Gallipoli, come un fulmine a ciel sereno” lamenta Paola Vella nella sua nota di replica, “risulta improbabile, se non fuori luogo, far credere ai propri sostenitori che la società in questione non fosse a conoscenza delle conseguenze che inevitabilmente sarebbero scaturite considerando la responsabilità oggettiva sulla vicenda”.

L’ex dirigente della squadra del Gallo ha tenuto a precisare alcuni punti fermi sui quali, al di là della responsabilità personale degli autori di cori e striscioni (per otto tifosi già scattati i relativi provvedimenti di Daspo imposti dalla questura dopo l’identificazione del personale del commissariato gallipolino), anche la società è da considerarsi “colpevolmente” responsabile.

“Non solo non è stato rimosso lo striscione, che non sarebbe mai dovuto entrare nell’impianto, da nessun dirigente della società” contesta Paola Vella, “ma non è stata mai presa alcuna distanza da tale avvenimento e né tantomeno nulla è stato fatto per sedare gli animi caldi di coloro che evidentemente hanno visto nella mia persona la causa dei loro malesseri gallipolini”.

L’ex presidente dell’altro sodalizio giallorosso ritiene inoltre “fuori luogo fomentare l’auto vittimismo di taluni asserendo che hanno saputo da testate giornalistiche il responso del provvedimento disciplinare e, quindi, il deferimento della società poiché hanno incaricato i propri avvocati per parare il colpo nelle sedi della Lega Nazionale Dilettante”.

La Lega dilettanti aveva, infatti, pubblicato regolarmente le date dell’udienza del tribunale federale nei comunicati del 13 ottobre 2022, fissandola poi per il 31 ottobre 2022 e per poi rinviarla al 5 dicembre, in attesa di ricevere gli atti ufficiali dalla questura di Lecce.

“A tale situazione non si può dire di non sapere” puntualizza Paola Vella, “poiché la stessa Lnd comunica in tempo reale ai soggetti interessati tutto tramite pec mail o tramite gli avvocati di parte. Sono stanca di assistere da mesi ormai al gioco della confusione, alla strategia dell’ignoranza in materia di taluni, perché è evidente che in un qualche modo mi si vuole far passare per colei che distrugge, che gioca a rovinare un giocattolo creato e costruito magistralmente per destabilizzare e confondere”.

Sta di fatto che da parte sua Paola Vella non ha intenzione di fare alcun passo indietro nel rispetto della sua persona dopo aver cercato, a più riprese, in quel periodo di militanza sportiva in quel di Gallipoli, sempre un accordo o un compromesso di piacevole convivenza.

“Noi presidenti di società sportive abbiamo il dovere di rispettare il territorio, chi ci opera e nello specifico le forze dell’ordine e chi ci rappresenta” conclude Paola Vella, “e mi risulta difficile credere che diversi provvedimenti siano stati presi in virtù di errori. L’unico vero errore è stato offendere la persona, a prescindere dal sesso o dal colore della pelle: l’unica vera vittima sono io che continuo ad assistere a commenti inopportuni e a offese sui social per le quali intendo prendere immediati provvedimenti tramite il mio stesso avvocato Arcangelo Corvaglia. Avrei certamente spento i fari della vergogna mediatica, non mia, ma mi vedo costretta, per l’ennesima volta, a smentire le facili illazioni relative al mio nome nel rispetto della mia stessa famiglia. Lo sport, il calcio, non è questo: lo sport è educazione, rispetto e aggregazione. E per concludere: la legge non ammette ignoranza”.

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