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Sacro Cuore, si rischia il collasso. “No a ipotesi posti di letto per Covid”

Il comitato Pro Ospedale rigetta l’ipotesi di una possibile riconversione del nosocomio per ampliare la disponibilità per l’emergenza. Dalla Fp Cgil allarme anche per l’esiguità di anestesisti

GALLIPOLI - Già nella giornata di ieri, con il ricovero di altri 21 pazienti, è stato superato il limite dei 104 posti letto programmati per pazienti Covid destinati nelle terapie intensive della Puglia. Nelle rianimazioni adesso ci sono 118 persone che hanno contratto il coronavirus e le cui condizioni sono critiche. Gli ospedali, quindi, hanno iniziato a riconvertire i posti per riservarli ai pazienti Covid. All'inizio della seconda ondata di contagi, infatti, il dipartimento Salute della Regione aveva destinato alla pandemia 104 dei 369 posti di terapia intensiva attivi da Foggia a Lecce.

E proprio nella provincia di Lecce, tra le varie ipotesi destinate ad ampliare i posti letti per fronteggiare una eventuale nuova emergenza di ricoveri per Covid, la direzione generale della Asl non ha escluso di interessare altre strutture ospedaliere oltre alla capienza fornita dal Dea e dal Vito Fazzi e dal nosocomio di Galatina.

Tra le varie possibilità anche quelle di ampliare la dotazione di posti letto per pazienti Covid negli ospedali “San Giuseppe” di Copertino e “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli. Si tratta al momento di ipotesi sul tavolo della programmazione da mettere in atto solo in caso di saturazione delle disponibilità e nella malaugurata evenienza di un picco di contagi e della necessità di ricoveri urgenti. Su questo aspetto il  direttore generale Rodolfo Rollo è stato alquanto chiaro.

Ma ciò non è stato comunque sufficiente a calmierare i timori per la funzionalità dell’ospedale soprattutto di Gallipoli alle prese già con una carenza di personale medico e sanitario in rapporto alla caratura della struttura di primo livello. Da qui le rimostranze dell’associazione “Sacro cuore di Gesù-Ospedale dell’arco ionico-salentino” che si è fatta portavoce anche delle preoccupazioni dei cittadini del vasto territorio servito dalla struttura ospedaliera. Tutti preoccupati dall’eventualità che la stessa possa essere riservata ai pazienti Covid, considerato che ciò comporterebbe il blocco di ricoveri e prestazioni esterne.

“La cittadinanza, già penalizzata dalla mancanza del reparto di Pneumologia la cui attività sarebbe stata particolarmente necessaria in questa stagione e nel prossimo inverno, sarebbe così privata delle prestazioni sanitarie indispensabili, ed in alcuni casi vitali, fornite dal nosocomio” puntualizza il presidente del comitato Pro Ospedale, Giacinto Scigliuzzo, “il blocco dei ricoveri avrebbe comunque effetti pesantemente negativi sull’intera degenza afferente sia a reparti come Ostetricia e Pediatria presenti in un ospedale di primo livello qual è quello gallipolino, sia a tutte le altre unità operative, basti dire che ieri i ricoveri in ortopedia sono stati sospesi perché i posti letto erano tutti occupati”.

“Anche i malati oncologici e quelli dializzati, che sono i più fragili tra i fruitori dei servizi ospedalieri, subirebbero disagi molto gravi. Ciò vale anche per i numerosi pazienti diabetici e scoagulati che frequentano sistematicamente gli ambulatori presidiari. Come associazione riteniamo che un simile quadro” conclude Scigliuzzo, “suggerisca l’opportunità di riconvertire in ospedale covid una struttura sanitaria di base e non di primo livello e confidiamo nella tradizionale attenzione con cui il vertice della Asl guarda ai bisogni sanitari del territorio”.

A supporto della propria richiesta l’associazione “Ospedale Sacro Cuore di Gesù” sottolinea anche l’attuale situazione del presidio già in sovraccarico: l’unità di terapia intensiva coronarica è piena, con otto posti letto occupati su otto; il reparto di Rianimazione è più che pieno con 5 posti letto occupati.                                                                                                     

Fp Cgil: “Servono più anestesisti”

E’ c’è una nuova richiesta urgente per garantire la massima efficienza dei servizi sanitari nell’ambito dei reparti dell’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” alle prese con una cronica assenza di personale infermieristico, di rianimatori e di anestesisti. E’ quella inoltrata all’indirizzo della direzione generale della Asl e alla direzione medica del presidio ospedaliero da parte del segretario provinciale della Fp Cgil, Floriano Polimeno e dai referenti della segreteria aziendale Luigi De Vittorio, Giacinto Scigliuzzo e Angelo Franza.

“E’ necessario un ampliamento del personale medico dell’unità operativa complessa di Anestesia e rianimazione” invocano senza mezzi termini i referenti sindacali analizzando la già critica situazione vissuta in un reparto delicato e in prima linea non solo sul fronte dell’emergenza Covid.

Da quanto appreso e riferito all’attenzione anche del direttore generale Rodolfo Rollo e al direttore sanitario dell’ospedale Egidio Dell’Angelo Custode, attualmente l’organico presso il reparto risulterebbe composto da dieci medici anestesisti: di questi quattro sono i medici impiegati nell’attività di sala operatoria, e sei unità quelle dedicate per la Rianimazione. In più si conta un’unità incaricata a tempo determinato proveniente dal “Vito Fazzi” di Lecce.

“Ma di tale dotazione organica” spiega il segretario Polimeno, “risulterebbe, un medico attualmente assente per malattia prolungata, un altro esonerato dal servizio notturno, ed una unità in congedo per incarichi istituzionali. Inoltre, dal mese di settembre sono state assegnate due unità aggiuntive, ma ancora attualmente in corso di specializzazione e pertanto impossibilitate ad essere inserite nella turnazione giornaliera h24”.

Proprio queste ultime figure professionali, ancora in fase di specializzazione, risulterebbero attualmente impiegate solo la mattina per sedute di sala operatoria e sempre e solo in presenza del tutor, il direttore dell’unità operativa Francesco Mosticchio. Secondo le stime inerenti i carichi di lavoro e le incombenze giornaliere la segretaria sindacale aveva già da tempo evidenziato che il numero adeguato di medici necessario a garantire tutte le attività del reparto dovrebbe essere di almeno 16 anestesisti.

“A fronte delle dieci unità attualmente in organico” spiega ancora Polimeno, “la copertura turni viene integrata con l’unità aggiuntiva al fine di garantire l’attività di sala operatoria e la copertura delle urgenze. Inoltre, sempre per permettere il normale svolgimento delle attività minime del servizio, tutti i medici  svolgono turni notturni e festivi e turni di pronta disponibilità, con una modalità che viola anche la normativa contrattuale e nazionale, spesso senza lo stacco necessario tra un turno e l’altro”.

L’attuale ed esiguo numero di personale medico non permette quindi un’adeguata programmazione anche delle attività di sala operatoria, di terapia iperbarica, né lo svolgimento della quotidiana attività dell’ambulatorio di Anestesia, tanto meno una minima programmazione delle ferie o riposi. Da qui il reiterato appello dai meandri del Sacro Cuore di Gesù per “l’ampliamento urgente dell’organico medico di Anestesia e rianimazione per evitare il collasso. Un ospedale di primo livello non può essere sacrificato in questo modo e il rafforzamento del personale medico è una priorità non più rinviabile”.

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