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Sequestro per 100 milioni di euro ad imprenditore. Un negozio anche a Gallipoli

Operazione dei carabinieri del comando provinciale di Bari che hanno eseguito un provvedimento di sequestro dei beni riconducibili a Domenico Quacquarelli di Bitonto. Violato il codice antimafia e sigilli a società, ville, punti vendita e auto di lusso. Un punto vendita anche nel Salento

BARI - C’è anche un negozio di calzature, un punto vendita che si trova nei locali di un complesso commerciale sulla statale 101, di Gallipoli tra i beni posti sotto sequestro nella mattinata di oggi dai carabinieri del Comando provinciale di Bari e riconducibili ad un noto imprenditore originario di Andria e residente a Bisceglie, Domenico Quacquarelli di 59anni.

I militari dell’Arma hanno portato a termine, dalle prime ore dell’alba, una vasta operazione in esecuzione di un decreto di sequestro di beni, per un valore complessivo di 100 milioni di euro, emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trani su disposizione della procura della cittadina barese.

I beni sono tutti riferibili all’attività imprenditoriale e al patrimonio di Quacquarelli, volto già noto alle cronache e alle forze dell’ordine baresi, e la misura è stata adottata sulla base del cosiddetto “codice Antimafia” che prevede il sequestro e la successiva confisca di beni accumulati illecitamente da soggetti ritenuti socialmente pericolosi e che abbiano evidenziato un tenore di vita sproporzionato rispetto al reddito dichiarato.

Nel dettaglio sono stati sequestrati un’industria manifatturiera di calzature (quest’ultime prodotte anche su commissione di noti marchi nazionali), due società di investimento immobiliare, due società che gestiscono il commercio e l’esportazione all’estero di calzature con punti vendita al dettaglio che si trovano ad Andria, Bitonto, Foggia e uno, la Mardom srl, a Gallipoli.

Come precisato dagli inquirenti non c’è comunque nessun rischio per i lavoratori, in quanto le società sequestrate potranno continuare ad operare sotto la guida di un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale. Il provvedimento ha interessato anche  una villa, quattro appartamenti e nove immobili ad uso commerciale, 42 conti correnti presso venti istituti di credito e  18 auto (tra cui un Porsche Panamera)

I carabinieri del reparto operativo di Bari hanno passato al setaccio la vita dell’imprenditore e del suo nucleo familiare, risalendo fino agli anni 90, anche perché prima non è stato possibile rintracciare redditi significativi. L’attenzione si è concentrata sul periodo dal 1991 al 2009, dove il reddito dichiarato è stato abbondantemente inferiore alle spese sostenute: da quanto documentato dai carabinieri  a fronte di poco più di 2 milioni di euro dichiarati, le spese sono state di quasi 3 milioni e mezzo di euro, circa un milione e duecento euro in più dei redditi dichiarati.

Ed in ogni caso redditi ufficiali e non, sono apparsi sin da subito incompatibili con un patrimonio complessivo stimato in 100 milioni di euro circa. Da qui l’immediata richiesta dei provvedimenti di sequestro ai quali seguirà un’ulteriore valutazione da parte del Tribunale di Trani per arrivare alla confisca definitiva, che, se adottata, comporterà l’acquisizione di tutti i beni da parte dello Stato. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti questa mattina presso la Procura di Trani dal procuratore capo Carlo Maria Capristo e dal comandante provinciale dei carabinieri di Bari, il colonnello Rosario Castello. 

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