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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Sigilli al bar e ristorante del Piccolo Lido. “Ma il sequestro non è valido”

Ieri il provvedimento eseguito da guardia costiera, carabinieri e polizia locale su disposizione della procura. I legali della Mr Poldo: "C'è già la revoca, giudici tratti in errore"

GALLIPOLI –  Vicenda controversa e quasi surreale lungo il litorale gallipolino dove nella giornata di ieri i militari della guardia costiera, congiuntamente ai carabinieri e del personale della polizia locale, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di una struttura ubicata sul demanio marittimo in località Torre San Giovanni alla Pedata nella zona del quartiere del Lido San Giovanni. I sigilli sono stati apposti alle attività di bar e ristorante del Piccolo Lido gestito dalla società Mr.Poldo che da diverso tempo ha in atto un contenzioso con il concessionario dell’area demaniale che pur presentando la richiesta anticipata di disdetta contrattuale con gli attuali gestori dei locali per la somministrazione, di pertinenza anche dell’omonimo stabilimento (che continua però ad essere condotto autonomamente dal concessionario), non ha ancora ottenuto la restituzione della titolarietà dell’area bar, ristorante e centro spedizione mitili. Titolarietà che rimane quindi in capo alla Mr.Poldo anche alla luce della sospensiva concessa dal Consiglio di Stato contro gli atti impugnati dalla società e sui quali i giudici amministrativa del secondo grado di giudizio si pronunceranno nella camera di consiglio del 21 luglio prossimo.

Quest’ultimo aspetto sarebbe quello non tenuto in debito conto dal provvedimento della Procura e che secondo i legali della Mr.Poldo, gli avvocati Corrado Morrone e Francesco Colucci, “ha già determinato l’invalidità del provvedimento di sequestro già in fase di revoca da parte delle autorità competenti”.  L’apposizione dei sigilli era stata disposta dal gip Giovanni Gallo che ha emesso un decreto di sequestro preventivo su richiesta del sostituto procuratore, Roberta Licci.  Dalle indagini svolte nei giorni precedenti dagli ufficiali e dagli agenti di polizia giudiziaria su input della Procura, era stata ipotizzata “un’occupazione arbitraria di uno spazio del demanio marittimo, con impedimento dell’uso pubblico dello stesso, tenuto conto della sopraggiunta scadenza del titolo abilitativo”. Alla base del sequestro preventivo della struttura c’era l’evidente necessità di privare i gestori della disponibilità dell’area, ed evitare così il rischio del protrarsi della consumazione dei reati ipotizzati e connessi anche “all’omessa osservanza dei  provvedimenti legalmente dati dalle autorità competenti per ragioni  di giustizia, di sicurezza pubblica, di ordine pubblico e di igiene”. Ma già all’atto del provvedimento di sequestro l’autorità marittima precisava che  era “comunque al vaglio della procura il recentissimo decreto del Consiglio di Stato, che sospende l’efficacia dell’ordinanza cautelare del Tar, con la quale lo stesso tribunale amministrativo regionale e aveva disposto la cessazione dell’occupazione abusiva nonché della somministrazione di alimenti e bevande”.

Ne consegue che i legali della Mr.Poldo, ricostruendo la controversa vicenda, hanno voluto chiarire come il sopraggiunto sequestro preventivo “è stato fondato su vecchi presupposti e dunque non valido”. Seguono in sintesi i chiarimenti resi noti dagli avvocati della società di gestione dei locali del Piccolo Lido, escluso lo stabilimento. “Nessun punto fermo è stato messo dalla Procura di Lecce nella vicenda tra la società titolare dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande, la società Mr.Poldo, e quella del concessionario Lido Piccolo, visto che il decreto di sequestro preventivo notificato nella giornata del 15 luglio alla società Mr. Poldo è in corso di revoca da parte delle autorità competenti, considerato che lo stesso è stato fondato su vecchi presupposti non aggiornati ai fatti sopravvenuti e non comunicati alla Procura, visto che il Consiglio di stato con decreto 2531/2016, depositato il 4 luglio scorso, ha dato ragione alla società Mr.Poldo (accogliendo la richiesta di sospensione di tutti i provvedimenti impugnati dalla stessa) consentendo la riapertura del ristorante e del bar a servizio dei bagnanti del Lido Piccolo e al pubblico. E’ evidente per tanto che tale imprescindibile e incontestabile provvedimento di sospensione emesso dai giudici di secondo grado in sede cautelare, se conosciuto o messo a disposizione del giudice, avrebbe comportato una decisione di rigetto della misura reale in questione, mancando del tutto i presupposti e le condizioni per l’applicazione del sequestro preventivo”.

La vicenda infatti è legata alla disdetta contrattuale che il concessionario ha posto in essere da tempo nei confronti della società di gestione Mr.Poldo e che la stessa ha tempestivamente impugnato. Vicenda attualmente ancora sub iudice essendo il contratto d’affitto ancora efficace e oggetto di giudizio innanzi al Tribunale di Lecce e la cui discussione è stata fissata per il prossimo 21 luglio. E sulla ipotesi che i giudici amministrativi non avrebbero accolto la richiesta di sospensione dei provvedimenti impugnati dalla Mr. Poldo relativi alla disdetta contrattuale, i legali della società ribadiscono che “tale ipotesi è priva di pregio in quanto il Consiglio di stato, vista l’istanza di misure cautelari monocratiche proposta dalla società Mr. Poldo e considerato che le circostanze di danno grave e irreparabile appaiono sussistenti, in riforma dell’ordinanza cautelare del Tar, con il decreto depositato il 4 luglio scorso, ha accolto la richiesta di sospensione di tutti i provvedimenti impugnati dalla società, fissando la relativa discussione in camera di consiglio per il 21 luglio prossimo”.

Ne consegue che l’attività esercitata dalla Mr.Poldo è legittima a tutti gli effetti, avendo la stessa pieno titolo ad occupare gli spazi demaniali, in quanto autorizzata  dal Comune di Gallipoli, in  seguito alla istanza presentata e acquista al protocollo comunale il 23 maggio scorso, con la quale, esplicitano i legali: “visto il silenzio assenso dell’amministrazione si è consolidato ulteriormente lo scorporo e il sub ingresso ex articolo 46 del Codice della Navigazione, della società Mr.Poldo, non solo rispetto all’attività di centro spedizione mitili, ma anche in riferimento a tutti i locali gestiti dalla società per attività di ristorante e bar, annessi al distinto stabilimento balneare sull’arenile, il quale è invece detenuto e continua ad essere gestito in proprio dal concessionario. Nei fatti le autorizzazioni sono a tutt’oggi legittimamente intestate alla società Mr.Poldo, come stabilito anche dal Tribunale civile di Lecce che aveva recentemente respinto un ricorso del concessionario, e in tal modo riconosciuto in capo alla Mr.Poldo, il pacifico possesso qualificato e titolato dell’intero immobile e di tutti i locali destinati alla somministrazione di alimenti e bevande. In nessun caso quindi la società affittuaria della Mr.Poldo è stata responsabile di alcun abuso nella gestione ed occupazione del demanio pubblico, non essendo stato messo nessun punto fermo dalla Procura, visto che la vicenda è ancora aperta”.

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