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Sabato, 20 Aprile 2024
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Sky senza pagare, cinque denunciati ma rischiano in 300

L'operazione della guardia di finanza di Gallipoli è stata denominata Black out. Tra le persone indagate un 35enne, l'hacker che dalla propria abitazione garantiva il servizio ai "clienti"

GALLIPOPLI - Pay-per-view, ovvero paga per vedere sulle tv satellitari dai film in prima serata alle partite di calcio. Ma in quel di Gallipoli l’abbonamento mensile a Sky, pacchetto completo a 69 euro per i comuni mortali, costava invece per i furbi appena 20 euro. Una offerta speciale della tv satellitare per i soli gallipoli? Macché. Chi da un paio di anni a questa parte garantiva alla Città Bella contratti stracciati con la tv satellitare altri non era che un hacker, un pirata dell’informatica, 35enne, titolo di studio diploma di Terza media, il quale nella propria abitazione, nella zona dell’area dell’ex mercato coperto, aveva impiantato una sofisticata centrale da cui si diramava, attraverso Internet, una rete pirata per la diffusione dei programmi Sky riservata si suoi clienti, circa 300.

Lui e, per adesso, 5 acquirenti, sono stati denunciati dalla Guardia di finanza di Gallipoli con l’accusa di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici, nonché di installazione ed utilizzo di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive satellitari ad accesso condizionato in forma digitale. Ma a rischio sono tutti gli altri 300 clienti, che potrebbero essere raggiunti dai militari attraverso l’indirizzo del loro provider. Ma perché proprio Gallipoli? Perché, statistiche alla mano, la cittadina ionica, rispetto al resto di’Italia, era quella con meno abbonati Sky. Da qui il sospetto.

L’operazione delle fiamme gialle, resa nota questa mattina nell’ambito di una conferenza stampa tenuta presso l comando provinciale di Lecce, è stata denominata Black out. Il motivo? Ebbene, i finanzieri, raggiunta l’abitazione del 35enne, hanno provato a staccare semplicemente la spina del suo pc ed a quel punto decine di telefonate sarebbero giunte sul suo telefonino da parte della clientela che in quel momento seguiva la partita di Champion leauge Milan-Barcellona.  Numerose le perquisizioni domiciliari dei militari su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, a firma del sostituto procuratore Miglietta.

Più nel dettaglio, l’operazione ha consentito di individuare nell’abitazione del pirata una vera e propria centrale di decodifica di codici di accesso criptati che permetteva la visione “in chiaro” di tutti i programmi dei vari pacchetti della pay per view  Sky Italia, attraverso il sistema di card sharing, ovvero con la “condivisione di carte”, un sistema tramite il quale è possibile condividere attraverso Internet una o più smart card della tv satellitare tra più utenti connessi.

La pratica è divenuta abbastanza diffusa nell’ambito della cosiddetta pirateria satellitare, in quanto il card sharing è di fatto un modo illecito per condividere un unico abbonamento regolarmente sottoscritto con una o più emittenti satellitari, collegando in rete più decoder appositamente modificati, sprovvisti di regolare contratto.

L'operazione "Black out" in foto

Il card sharing si basa infatti sull’esistenza di un server, collegato ad Internet, regolarmente in possesso di un contratto di abbonamento, a cui sono connesse una o più smart card delle tv satellitari, alla quale sono collegati numerosi decoder modificati, detti in gergo client.

All’interno del server, la smart card era presente fisicamente nell’apparato computerizzato del pirata satellitare, mentre tutti i decoder client della rete permettono la visione abusiva della pay per view grazie alla decriptazione dei codici di accesso che vengono continuamente inviati dal server stesso, emulando la presenza al loro interno di una smart card vera e propria.

La il card sharing è illegale, sia perché evita il pagamento del dovuto canone all’emittente televisiva satellitare da parte di chi si collega con il decoder "client" al server illegale (violazione della legge sui diritti d’autore), costituendo una vera e propria truffa informatica, sia perché viola le norme del codice penale volte ad impedire l’accesso abusivo nei sistemi informatici e telematici.

L’attività di indagine della Compagnia di Gallipoli prende le mosse da uno studio approfondito del suddetto sistema di frode informatica di nuova generazione, il quale ha consentito di accertare che, nella stessa città jonica, a fronte di un radicato e diffuso utilizzo della piattaforma satellitare, corrispondeva un numero esiguo di abbonamenti sottoscritti dagli utenti della pay per view.

I pirata gallipolino si occupava pertanto della fornitura, modifica, montaggio ed installazione a domicilio del decoder necessario alla connessione al servizio. A seguito delle perquisizioni domiciliari, sono stati sequestrati computer, schede telematiche, modem, decoder, cavi di connessione ad Internet e strumentazione complementare in dotazione sia al 35enne che ai suoi clienti che fruivano illecitamente del servizio di card sharing.

All’atto dell’accesso dei militari presso l’abitazione dell’hacker, era in piena attività il servizio di card sharing”, assicurato attraverso due smart card inserite in parallelo nelle apposite slot, in modo tale che, in caso di surriscaldamento del chip dell’una, sarebbe stato possibile attivare immediatamente l’altra, così assicurando continuità e sicurezza al sistema.

Le smart card erano connesse a due computer, ad un router collegato alla linea Adsl, che consentiva la connessione ad Internet senza soluzione di continuità, e ad un decoder adeguatamente modificato. Inoltre, facevano parte del sistema: un gruppo di continuità, un hard disk esterno, 30 Cd/Dvd contenenti programmi di decriptazione, due computer portatili, oltre a diverse smart card “programmabili”. 

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