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Ampliamento delle concessioni demaniali: possibile se c’è il Piano regionale

I giudici della prima sezione del Tar di Lecce hanno accolto il ricorso di uno stabilimento di Gallipoli che a dicembre aveva ricevuto dagli uffici comunali il diniego alla richiesta, motivato con l'assenza del piano comunale costiero

LECCE – Sono possibili nuove concessioni demaniali anche in assenza di un piano comunale delle coste, purché sia vigente il piano regionale che prevede, nelle more dell’adozione del primo, il rispetto di determinati parametri. Lo ha stabilito la prima sezione del Tar di Lecce – presidente Antonio Cavallari, a latere Patrizia Moro e Claudia Lattanzi - con una sentenza pubblicata venerdì.

La questione nasce da un ricorso proposto dal titolare della Crystal beach srl - associato di Assobalneari Salento - che, tramite l’avvocato Danilo Lorenzo, ha impugnato il diniego opposto a dicembre dal Comune di Gallipoli verso una richiesta di ampliamento di 1138 metri quadrati confinanti con la parte di demanio già in concessione. Tale diniego era stato motivato con la mancanza del documento di pianificazione costiera comunale.

“La sentenza del Tar Lecce - commenta il presidente dell’associazione Mauro Della Valle - è particolarmente importante poiché permette di uscire da una situazione di assoluto stallo in cui si era venuto a trovare l’intero comparto balneare; la negata possibilità a priori di agire sul demanio attraverso nuove domande ed ampliamenti, ferma restando la necessità di ogni opportuna istruttoria delle pratiche, aveva determinato la paralisi di ogni azione finalizzata ad una più razionale fruizione delle aree già in concessione ovvero alla possibilità di far crescere le imprese balneari e, conseguentemente, una migliore offerta turistica. Il tutto sempre nel rispetto della percentuale tra area demaniale liberamente fruibile (60 per cento dell’intero tratto costiero comunale) ed area demaniale da dare in concessione (40 per cento).

Anche il legale dell’associazione è soddisfatto del risultato ottenuto: “La decisione dei giudici amministrativi ha confermato la bontà di una linea difensiva mirata al raggiungimento di una giustizia sostanziale che prevede la possibilità per i Comuni costieri di svolgere attività concessoria nel rispetto delle regole previste dal Piano regionale delle coste, dalle norme tecniche di attuazione allo stesso correlate e nelle more della approvazione dei rispettivi piani comunali”.

“Tale tendenza – ha aggiunto Lorenza - è ancora più importante ove si consideri che, a distanza di circa due anni dalla approvazione del Piano regionale delle coste e nonostante lo stesso preveda il termine di quattro mesi per la redazione dei piani comunali, nessun Comune costiero si è ancora dotato della strumento di pianificazione territoriale, per i motivi più disparati che vanno dalla mancanza delle necessarie risorse alla carenza di personale qualificato. Era, pertanto, importante non travasare sull’intero comparto e sul sistema economico ad esso correlato le conseguenze di una inerzia amministrativa la cui risoluzione prevede tempi incerti”.

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