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Era stato occupato dal clan Padovano, sotto sequestro il Teatro Garibaldi

Il provvedimento eseguito dai carabinieri del Ros, nell'ambito della più vasta inchiesta "Galatea". La madre del boss Rosario Pompeo Padovano è indagata per "invasione di edifici". L'immobile dovrà essere sgomberato entro il prossimo 15 maggio

GALLIPOLI – Finiscono sotto sequestro quei locali del Teatro Garibaldi, proprietà comunale, occupati in modo abusivo da esponenti della famiglia del clan della Scu retto da Rosario Pompeo Padovano, al momento in carcere insieme ad altri presunti sodali, perché accusato di essere il mandante dell’omicidio del fratello, Salvatore, alias “Nino Bomba”.

Sono stati i carabinieri del Ros ad eseguire il sequestro preventivo emesso il 12 aprile scorso dal gip di Lecce, Carlo Cazzella, su richiesta della Procura. L’immobile era in affidamento provvisorio, con custodia giudiziale alla madre di Padovano, Palmira Pianoforte. Il termine ultimo entro il quale l’immobile dovrà essere liberato è fissato nel prossimo 15 maggio.

Il provvedimento è stato adottato alle prime ore del giorno. Si tratta dell’ennesimo passaggio, per la precisione il quinto stralcio, nell’ambito dell’inchiesta, dai contorni ben più ampi, ribattezzata “Galatea”, che i carabinieri del Reparto operativo speciale di Lecce hanno condotto partendo dal filone principale, con indagini per i reati associazione mafiosa e omicidio, fino a scoprire presunte connessioni con settori della politica, dell’imprenditoria e della pubblica amministrazione. Elementi che hanno dato vita ad ulteriori investigazioni. Nel caso in questione, il filone dell’inchiesta verte sugli illeciti commessi ai danni della pubblica amministrazione.

PADOVANO_POMPEO_ROSARIO-4-6La madre del boss, nella vicenda, è indagata per “invasione di edifici”. Il 12 febbraio scorso, erano già stati notificati dal Ros gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari emessi dalla Procura nei confronti dell’ex sindaco Giuseppe Venneri e dell’ex segretario generale del Comune Guido De Magistris, indagati per concorso in omissione di atti d’ufficio. Gli inquirenti contestano loro di non aver attivato le iniziative amministrative volte allo sgombero dell’abitazione di pertinenza del teatro, occupata ormai sin dal 1972 dalla famiglia Padovano, nonostante il danno erariale procurato. 

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