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Un mare di rifiuti sommersi nel Canneto. “Per la bonifica ci vorranno mesi”

Dopo l’avvio della pulizia da parte di sub e volontari dell’associazione “Paolo Pinto” emerge il degrado dei fondali del porticciolo. Già riportati a galla copertoni, bottiglie, batterie, nasse e vecchie reti da pesca. Ma la bonifica è lunga

GALLIPOLI  - Un vero e proprio mare di rifiuti adagiati e ripescati dai fondali del porticciolo del seno del Canneto. E per portare a termine una bonifica completa dovranno passare diversi mesi. Se non addirittura anni. Un’impresa che non spaventa comunque i volontari dell’associazione subacquea e di protezione civile “Paolo Pinto” di Gallipoli che già dalla scorsa settimana ha dato inizio alla pulizia dello specchio d’acqua della zona del Canneto. Una prima operazione di recupero è andata in porto dopo varie settimane di lavoro in immersione da parte dei sub, guidati da Giuseppe Sergi, che hanno scandagliato il fondale e accumulato, in appositi retini, i rifiuti abbandonati in fondo al mare.

Le prime operazioni sono state portate a termine con l’ausilio di un braccio meccanico fornito dalla ditta Navita e dalla ditta Econova, messi a disposizione dal Comune di Gallipoli e con l’autorizzazione e la sorveglianza della Capitaneria. L’attività di recupero è stata poi sospesa in considerazione del fango che ha reso il lavoro molto difficile e praticamente bloccato il proseguimento delle operazioni di bonifica che comunque continueranno in seguito.

Dai fondali sono emersi rifiuti di ogni genere: un numero considerevole di bottiglie di plastica e vetro, tute di plastica, scarpe, stivali, sbarre di legno e ferro, otto batterie, 65 copertoni, tuIMG-20141026-WA0046-2bi di plastica, un tavolo, secchi, barattoli di metallo, nasse e vecchie cime e reti ormai in disuso.

Alle  varie fasi di attività hanno partecipato anche i ragazzi delle associazioni di protezione civile di Muro Leccese, Cb Cover di Parabita, Avpc di Zollino, protezione civile di Corigliano D’Otranto, Gruppo comunale volontari di Minervino. L’obiettivo dichiarato dell’associazione Paolo Pinto è quella di ripulire tutta l’area della banchina del Canneto dove vengono ormeggiati i pescherecci. Ma la situazione di degrado e il materiale inquinante abbandonato sul fondo dell’amico mare richiederà interventi prolungati nel tempo.      

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