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Sabato, 20 Aprile 2024
S.M. Leuca

Inammissibile il ricorso: Cassazione chiude la vicenda degli espropri

E' arrivato il definitivo verdetto sul contenzioso avanzato da alcuni proprietari dei terreni interessati dal progetto della Ss 275

LECCE – Mentre nei capitoli recenti della vicenda della Statale 275 è stata scritta una pagina fondamentale nella storia dell’opera pubblica, con l’azzeramento della procedura di gara decisa da Anas anche su indicazione dell’Autorità Anticorruzione, dalle aule di giustizia arriva uno strascico di un capitolo datato, quello del contenzioso portato avanti dai proprietari dei terreni interessati dal progetto di rifacimento della strada.

La Cassazione Civile a sezioni unite ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da una decina di cittadini di Tricase e Alessano, condannandoli alle spese e al versamento di un indennizzo. Il verdetto è coerente con quelli già espressi dal Tar e dal Consiglio di Stato. Il pronunciamento, per certi versi, è quindi sostanzialmente ma l’avvocato Pietro Quinto, che in questa vicenda ha difeso le ragioni della Provincia di Lecce e del consorzio Asi, lo lega al tema di più stretta attualità.

“La decisione – osserva infatti il legale - pone una questione di estremo interesse. Da un lato i giudici, di ogni ordine e grado, confermano la intangibilità dei provvedimenti relativi all’importante opera viaria, non a caso avente una speciale disciplina normativa quale opera strategica, e dall’altro una diversa autorità, quale Anac, muove pesanti rilievi che hanno portato Anas a cancellare l’intera opera. E’ inutile dire che tra il principio di certezza dell’azione amministrativa e quello di legittimità, il sistema trova un bilanciamento nella tempestività delle iniziative giudiziarie. Quando questo delicato, ma costituzionale, bilanciamento viene superato, si giunge a ciò che è accaduto per la 275: a distanza di anni, e quando si era portata a frutto una complessa attività politico-amministrativa, tutto riparte da zero. L’effetto è che sono state cancellate o meglio cassate, malgrado la Cassazione, quintali di carte, tavole e disegni e soprattutto anni ed anni di sogni e speranze”.

Pietro Quinto è difensore del raggruppamento di imprese, formato da Mataresse e Coedisal, che nel 2014 è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato, attraverso una clamorosa sentenza, come avente diritto all’aggiudicazione dell’opera. Ma in un’inchiesta della magistratura, nata in Lombardia, è emersa una storia di polizze false presentate preliminarmente alla nuova aggiudicazione che Anas si apprestava a fare e così l’iter si è fermato fino al nuovo corso deciso dal presidente Gianni Vittorio Armani.

Sono state quindi spiazzate tutte le aspettative delle imprese che si sentivano a un passo dal varo del cantiere e si è ora aperto un nuovo fronte giudiziario: prima il Tar e poi sicuramente anche il Consiglio di Stato saranno chiamati a stabilire se l’azzeramento dell’intera procedura di gara e il provvedimento di esclusione del raggruppamento Matarrese-Coedisal sono stati legittimi.

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