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S.M. Leuca Castrignano del Capo

Azienda presenta il frontespizio, ma non i ricavi. Trucco scoperto: maxi verbale

I finanzieri della compagnia di Gallipoli, comandati dal capitano Francesco Mazza, e i militari della tenenza di Leuca, hanno ricostruito il volume d'affari di una società d'impiantistica elettrica di Castrignano del Capo. Nel 2012 omessi ricavi per 300mila euro e non versata Iva per 40mila euro

CASTRIGNANO DEL CAPO – Il sistema, a quanto pare, sta iniziando a prendere piede da un po’ di tempo. Non è la prima volta che i finanzieri scoprono il trucco, un piccolo escamotage, una furbizia all’italiana verrebbe da dire, per tentare di eludere i controlli, di aggirare persino i sistemi telematici.

Per schivare le insidie del fisco in agguato, qualcuno prova a presentare nelle dichiarazioni solo il frontespizio, con i dati identificativi dell’azienda. E basta. Una consultazione superficiale farebbe apparire una presentazione regolarmente inoltrata. Almeno a livello grafico, nel terminale. Aprendo però la pagina successiva, si scoprirebbero campi completamente vuoti laddove dovrebbe apparire la sostanza, vale a dire le cifre.

I finanzieri della compagnia di Gallipoli, comandati dal capitano Francesco Mazza, e i militari della tenenza di Leuca, che hanno fattivamente svolto il controllo, sospettano che questo espediente sia stato impiegato di recente da una società di capitali che opera nel settore dell’impiantistica elettrica e che ha sede a Castrignano del Capo.

E le contestazioni, al termine delle verifiche, non sono mancate. Stando alle “fiamme gialle”, la ditta, nel 2012, avrebbe nascosto al fisco ricavi per oltre 300mila euro, evadendo l’Iva per altri 40mila euro. Centesimo più, centesimo meno.

Tutto come da copione già descritto. La società ispezionata avrebbe omesso completamente di indicare nelle dichiarazioni fiscali presentate ai fini delle Imposte dirette e dell’Iva i ricavi conseguiti, limitandosi a riportare solo i dati identificativi. Cioè, ragione sociale, numero di partita Iva, indirizzo. Ma di cifre, neanche a parlarne.

I finanzieri hanno quindi dovuto dopo aver ricostruito il reale volume d’affari e l’imposta sul valore aggiunto dovuti all’erario, ricavandone somme a più zeri. Stilato il verbale, gli atti sono stati trasmessi all’Agenzia delle entrate per definire la riscossione dei tributi evasi. Non compilare quei quadri ha avuto un costo piuttosto salato.

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