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Sabato, 20 Aprile 2024
S.M. Leuca Gagliano del Capo

Strada interrotta per pericolo crollo, i segnali gettati più volte sul costone

Succede nella zona di Gagliano del Capo, dove negli ultimi tempi, per almeno tre volte, la segnaletica che avvisa di non transitare, eccezion fatta per residenti e frontisti, è stata letteralmente gettata via. Forse una risposta rabbiosa a lavori eterni in una delle zone più caratteristiche del Salento

GAGLIANO DEL CAPO – Quei cartelli proprio non scendono giù. E così finiscono essi stessi, giù. Nel dirupo. Sembra che sia già la terza volta che accade. Mettendo a rischio l’incolumità di chi passa. Specialmente i turisti che in questi giorni affollano il Capo, una delle mete più affascinanti del Salento.

Forse non tutti sono informati del fatto che dal dicembre dello scorso anno un punto di litoranea fra Santa Maria di Leuca e Gagliano del Capo (località Ciolo, meta sognata da molti) è chiusa al traffico veicolare. Almeno in parte. Residenti e frontisti, cioè possessori di case e terreni in zona, ne sono esclusi. La strada in questione è di competenza della Provincia, che così ne ha “sigillato” una porzione.

Insomma, si cerca di limitare il più possibile un eventuale danno. Ma l’eterno cantiere per sanare il rischio che frani un massiccio tratto di costone roccioso deve infastidire, e non poco, più di qualcuno. Il Corriere del Mezzogiorno, a luglio, aveva evidenziato in un servizio come fossero comparsi addirittura manifesti sui cartelli stradali di attività commerciali. Forse un modo per suggerire che la strada è chiusa, ma la vita va avanti.

IMG-20150814-WA0009-2Negli ultimi tempi, però, mani ignote sono arrivate a far peggio, cioè a sradicare, e in più occasioni, i grandi segnali di divieto e a gettarli sul tratto di scogliera prossimo alla strada.

Sembrerebbero gesti rabbiosi, veri e propri atti di sfida, in una località da cartolina che da troppo tempo non vede la luce. Basti pensare alla storia stessa del Ciolo, dove un ponte passa sulla roccia formando una singolare conformazione in cui s’incastrano natura e opera dell’uomo.

Qui, sempre per potenziali rischi di crolli, è in corso una battaglia legale infinita in sedi amministrative e penali, fra dissensi sui progetti per i lavori, stop continui, pareri d’ogni genere, sequestri per presunti danni al costone, sentenze parziali impugnate di continuo. Lungaggini su lungaggini, cantieri su cantieri, in un Salento che non trova pace.

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