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Lisio Ferri: la "Cenerentola" del calcio ha un nuovo volto

Il difensore del Maglie si racconta svelando alcuni retroscena della sua carriera. "Gioco per amore del calcio e per ripagare gli sforzi della mia famiglia. Per il mio futuro sogno stabilità e autonomia

 

LECCE - Di calciatori turisti in giro per l’Italia ce ne sono tanti, forse fin troppi, ma i giocatori nati adulti e costretti a dribblare le avversità della vita tirando calci ad un pallone sono ridotti al lumicino. Uomini che, nonostante l’anagrafe, brillano di luce propria perché hanno il gravoso compito di portare a casa la “pagnotta della  dignità” attraverso uno sport che per molti è considerato erroneamente come l’attività dei mondani e dei modaioli. 
Ginocchia sbucciate, caviglie in disordine e tanto sudore senza mai smettere di coccolare sogni che solo la mente di un ragazzo cresciuto in fretta può immaginare. Lisio Ferri, leccese doc e attuale difensore del Maglie, è l’esempio che calza a pennello. Con mamma Fulvia casalinga e papà Romeo pittore, il piccolo Lisio ha fatto presto a rimboccarsi le maniche, facendo dell’amore per il calcio un lavoro già a 16 anni. Per riavvolgere il nastro del suo percorso agonistico bisognerà  tornare al lontano 98, quando il giovanissimo Ferri ha calzato i primi scarpini presso l’Inter Campus di San Cesario. Un apprendistato tecnico che è proseguito con la Salento Football e che ha consentito al rampollo di Giorgilorio di affinare le sue doti calcistiche grazie all’ausilio di mister Davide De Pandis, unico vero totem per il talento salentino. 
 
Una crescita tecnico-tattica costante che ha permesso all'attuale jolly di difesa del Maglie di forgiarsi nel ruolo del difensore ecclettico, roccioso ed elegante come centrale e veloce ed astuto nella posizione del terzino.  Peculiarità e caratteristiche di cui ne hanno beneficiato piazze blasonate come Teramo prima e Castel di Sangro poi. Esperienze lontane dal territorio salentino dove l'atleta nostrano ha annoverato  una presenza in C1 nella gara di coppa Italia tra Teramo e Sansovino e una serie di prestazioni super che lasciavano presagire al definitivo salto di qualità. 
 
Le avances di procuratori di spessore e i riflettori puntati addosso hanno assunto i contorni della grande occasione, di quei treni che passano solo una volta, ma all’improvviso è calato il buio: un prolasso mitralico e il conseguente intervento al cuore ne hanno compromesso l’ascesa a causa del gelo di certi agenti, i quali, fino a un momento prima corteggiatori, hanno rispolverato l’abito dello scetticismo intriso di pregiudizi sulle condizioni fisiche del giocatore. 
 
In realtà il campo si è incaricato di dimostratre come si sia trattato di un lieve problema di natura cardiaca, perfettamente superato. Basta guardare il rendimento delle ultime stagioni. Una risposta a chi improvvisamente non ha creduto più in lui e un chiaro messaggio a chi si arrende alle prime difficoltà della vita senza provare a reagire, a combattere. 
 
“Il problema riscontrato alcuni anni fa mi ha tagliato le gambe nel mio miglior momento, ma la passione per questo sport e la fame che porto dentro mi hanno permesso di continuare a credere nelle mie potenzialità. Oggi gioco a Maglie dove mi trovo molto bene e anche l’ultima esperienza durata tre  anni a Castel di Sangro certifica il mio perfetto stato di salute, ma il mio obiettivo - prosegue Ferri -  è il salto di categoria per ripagare gli sforzi della mia famiglia, che fin da bambino mi ha sostenuto andando incontro a sacrifici immani pur di vedere realizzati i miei sogni. Un ringraziamento speciale va anche alla mia ragazza che negli ultimi due anni mi è stata sempre vicina seguendo con passione la mia pratica sportiva. Spero un giorno di togliermi qualche sassolino dalla scarpa con coloro che mi hanno voltato le spalle per un incidente di percorso dove probabilmente avrei meritato un pizzico di fiducia in più”. 
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