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Regione Salento, al Capece di Maglie fioccano i "no"

LeccePrima.it, nell'ambito del progetto "Alternanza scuola-lavoro" dell'istituto "Francesca Capece" di Maglie ospiterà anche quest'anno, alcuni studenti. Che si cimenteranno con il giornalismo on line

LeccePrima.it, nell'ambito del progetto "Alternanza scuola-lavoro" dell'istituto "Francesca Capece" di Maglie, indirizzo linguistico Brocca, come altre aziende che operano nel settore della comunicazione, ospiterà anche quest'anno, alcuni studenti. I quali potranno seguire da vicino il lavoro di redazione e provare a cimentarsi con il giornalismo on-line. Ecco il primo lavoro di Enrico Precone e Stefano Mangione, entrambi ragazzi di 17 anni che frequentano la IV A del liceo magliese, incentrato sulla Regione Salento.

Negli ultimi tempi sta prendendo piede l'idea di promuovere la penisola salentina, formata da Lecce, Taranto e Brindisi, a regione, scatenando polemiche e creando delle vere e proprie fazioni politiche sia pro, sia contro questo movimento.

La prima idea di separazione ci fu durante i lavori dell'Assemblea Costituente, alla quale, però, si oppose Aldo Moro, poi nel 1970 quando al momento dell'attuazione delle Regioni, quella salentina non venne approvata per un voto; successivamente nel 1987, la stessa richiesta di autonomia venne bocciata dalla Camera dei Deputati. Oggi, con il movimento Regione Salento, costituitosi il 5 agosto 2010 a Brindisi, si vuole far crescere la penisola sotto l'aspetto socio-economico e politico. La critica più aspra è rivolta verso Bari e al suo "accentramento" dei poteri che secondo alcuni esponenti politici salentini danneggia il territorio salentino. Essi si appellano all'articolo 132, il quale cita: "Si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti".

Chiedendo dei pareri all'interno del liceo "Francesca Capece" di Maglie, studenti, professori e il dirigente scolastico, professor Roberto Muci, sono in molti concordi sull'idea che questa iniziativa sia negativa. Le risposte alle domande "cosa ne pensi dell'idea Regione Salento?" e "perché dovremmo separarci dal resto della Puglia?" sono state sempre sulla stessa linea critica. Molti hanno risposto che verrebbe a crearsi solo un'ulteriore e inutile discrepanza tra il Salento e il resto della Puglia; è vero che le tradizioni locali sono molto diverse da quelle baresi o foggiane ma ciò non implica una separazione; altri pensano sia solo un modo per creare "poltrone" con un conseguente incremento delle spese pubbliche. È vero che vi è un accentramento del potere su Bari ma le tradizioni salentine sono comunque tutelate e riscuotono ogni anno un gran successo, come "La notte della taranta". Infine il vicepreside Don Luca Matteo ha voluto constatare che proprio quest'anno che si sta parlando dei festeggiamenti del 150° anniversario dell'Unità d'Italia non è coerente parlare di questa separazione.

Ancora più perplesso è stato il dirigente scolastico, professor Roberto Muci, il quale ha voluto mettere in evidenza alcune questioni a riguardo: il Salento ha l'economia e soprattutto, è all'altezza si separarsi dal resto della Puglia? No - secondo il professor Muci -, lo sviluppo economico non lo permette. Innanzitutto bisogna essere informati sui costi e sui benefici che comporterebbe l'avvento di questa nuova regione, in quanto verrebbero a formarsi dei nuovi incarichi politici che graverebbero sui contribuenti. Ci sono troppi problemi in Italia, quello di creare una nuova regione dovrebbe essere l'ultimo.

Purtroppo all'interno della scuola non è stato possibile trovare studenti o professori favorevoli a questo movimento. La risposta del Liceo, in generale, è stata che in questo momento non è indispensabile creare una nuova istituzione e soprattutto non si è in grado di sostenere dei nuovi costi.

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