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Martedì, 23 Aprile 2024
Nardò

Presunti abusi nella parrocchia, la Curia citata in giudizio dalla vittima

Si è aperto con un colpo di scena il processo a don Quintino De Lorenzis, ex parroco della parrocchia di San Gerardo Majella di Nardò, accusato di violenza sessuale. La Curia di Nardò è stata citata come responsabile civile

 

LECCE – Si è aperto con un colpo di scena il processo a don Quintino De Lorenzis, 35enne originario di Casarano, ex parroco della parrocchia di San Gerardo Majella di Nardò, accusato di violenza sessuale nei confronti di un ragazzo marocchino di 28 anni. I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, infatti, hanno accolto la richiesta del legale della presunta vittima, l’avvocato Salvatore Centonze, di citare come responsabile civile la Curia di Nardò. E’ la prima volta che la Curia, attraverso il suo massimo rappresentante, il vescovo Domenico Caliandro, viene citata in giudizio. Il 28enne, che si è costituito parte civile nel processo, ha chiesto un risarcimento di 20mila euro. Secondo la difesa al Curia sarebbe responsabile in virtù del rapporto lavorativo con il sacerdote, e quindi dei danni arrecati dal parroco nell’esercizio delle sue funzioni. Anche perché, come nel caso in questione, gli illeciti sarebbero stati commessi all’interno della parrocchia.

La presunta vittima ha denunciato di aver subito gli abusi nella sacrestia. Lì dove il 28enne si sarebbe recato per chiedere aiuto, vista la situazione di grave indigenza nella quale verteva, una volta arrivato, da clandestino, nel Salento. E proprio quel parroco nel quale avrebbe visto il suo aiuto, si sarebbe invece trasformato nel suo aguzzino. E' questo che il ragazzo di nazionalità marocchina ha riferito agli inquirenti, quando ha denunciato gli abusi sessuali ai suoi danni da parte del parroco 35enne. I fatti contestati sarebbero avvenuti lo scorso 15 ottobre. In particolare il ragazzo di origini marocchine sarebbe stato avvicinato dal sacerdote mentre era intento a vestirsi e avrebbe subito diversi e sempre più vigorosi tentativi di approccio sessuale. Nella denuncia la presunta vittima avrebbe fatto riferimento a fatti e luoghi ben circostanziati: il sacerdote gli avrebbe toccato in più occasioni i genitali. Una condotta che avrebbe determinato “a carico della vittima l’insorgere di una patologia psichica consistente in un profondo stato di insicurezza, difficoltà nella vita di relazione e sessuale, ansia e depressione, tanto da far ricorso a terapie farmacologiche”.

Il parroco, che è stato sospeso dalla Curia e rimosso dal suo incarico, è stato rinviato a giudizio al termine dell'udienza preliminare che si è tenuta a gennaio dinanzi al gup del Tribunale di Lecce Nicola Lariccia. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 6 giugno. 

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