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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Estorsione ai bar e riciclaggio: oltre all'ex senatore, in manette militare salentino

Un ex militare della Marina, di Nardò, fra gli arrestati nell’operazione “Pianeta Italia” e condotta dalla squadra mobile. In manette anche Sergio De Gregorio, colui che provocò la caduta del Governo Prodi

NARDÓ – Scatta l’operazione “Pianeta Italia”, dal nome di una testata giornalistica gestita nei mesi scorsi dalla moglie di un politico italiano: anche un ex militare neretino fra i nove destinatari delle misure cautelari. Alcuni di loro sono finiti in cella per accuse a vario titolo, di estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio. Sequestrate cinque società e oltre 470mila euro. Antonio Fracella, questo il nome del 42enne salentino, ex dipendente della Marina militare italiana, presso il Battaglione San Marco. In manette anche un l’ex senatore Sergio de Gregorio, 60 anni di Napoli; Vito Frascella, anche lui ex dipendente della Marina militare e originario di Taranto; Giuseppina De Iudicibus, napoletana di 56 anni; Michela Miorelli, 44enne della provincia di Trento,  nota per reati tributari, truffa e bancarotta fraudolenta. Ai domiciliari, inoltre, Vito Meliota: un 38enne di Conversano, in provincia di Bari. Obbligo di presentazione presso le forze dell’ordine notificato a Michelina Vitucci, 44enne barese. Infine è ricercato Corrado Di Stefano, 68enne di Roma, destinatario della misura cautelare ai domiciliari

Il video: il blitz della Polizia di Stato nelle ultime ore

Come per tutti gli altri coinvolti nella videnda giudiziaria, anche il neretino è stato raggiunto all’alba dalla polizia, nell’ambito di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Roma: sono stati gli agenti della squadra mobile leccese a notificargli il provvedimento bussando alla porta di casa. L’episodio che viene contestato al salentino è uno: è stato infatti accusato di un presunto caso di estorsione da 80mila euro, ai danni di uno straniero, titolare di un bar con sede a  Roma. Somma poi reinvestita in una delle società ricollegabili al senatore partenopeo. Lui sarebbe stato il “braccio”. Già nel 206 fu ascoltato dagli agenti del commissariato di polizia del commissariato neretino come persone informata sui fatti. In quel periodo il 42enne era ancora in servizio, per poi essere riformato per malattia. Gli episodi a lui contestati all’epoca sono stati poi archiviati, gli accertamenti giudiziari riguardano ora il solo fatto accaduto nella capitale, dove l’ex militare si sarebbe presentato, secondo l’accusa, presso l’esercizio “Enjoy” di via Chiana, per estorcere del denaro. Il tutto all’interno di un’associazione a delinquere gestita da un ex senatore della Repubblica italiana  napoletano, eletto nel 2006 con l'Italia dei valori e poi "sedotto" politicamente da Silvio Berlusconi e dal suo Popolo delle Libertà, tanto da determinare la caduta del Gioverno Prodi. Operazione che gli fece intascare una somma di circa 3 milioni di euro, creando lo scandalo che riempì le pagie delle cronache nazionali. IMG-1744-2

Le attività di indagine, coordinate dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia sono durate circa due anni e hanno consentito di delineare il coinvolgimento degli indagati - il cui punto di riferimento è l’ex senatore De Gregorio attorno al quale ruotano le dinamiche criminali dell'associazione – nelle vicende estorsive ai danni di due bar della capitale e nel reimpiego di oltre 470mila euro all’interno di società a loro facenti capo.

Nell’aprile 2016, infatti, il gestore del bar “Enjoy” di Via Chiana denuncia una patita estorsione di 80mila euro. I riscontri effettuati tramite le intercettazioni telefoniche e ambientali, la visione delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni rese agli inquirenti, hanno consentito di ricostruire la dinamica dell’estorsione, pianificata attraverso una serie di minacce, tra cui quella di far apporre i sigilli al locale. Inoltre, glli accertamenti bancari sulle varie società facenti capo direttamente o indirettamente agli indagati, hanno consentito di risalire all’ingente flusso di denaro transitato sui conti correnti delle stesse e quindi ricostruire le contestate operazioni di autoriciclaggio e riciclaggio. Tra le società coinvolte, vi è anche la Italia Comunicazione srl che gestisce il magazine online Pianeta Italia News,  “periodico di attualità, politica, cultura e sport” all’epoca dei fatti diretto dalla moglie del senatore.  Figura chiave nelle operazioni di autoriciclaggio e successivo riciclaggio è quella di Michela Miorelli, commercialista con affari a Milano che, nella primavera del 2016, entra in contatto con  il politico di destra e gli altri sodali.

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