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Boncuri e il teatrino dell’assurdo: "Tardiva la decisione di ristrutturare”

Cgil denuncia l'inefficacia della delibera con cui Nardò decide di ristrutturare la masseria dei braccianti. Intanto nelle campagne continuano degrado e fame di lavoratori "resi invisibili per nascondere il problema"

LECCE - Alla fine, Masseria Boncuri, il presidio di accoglienza dei lavoratori stagionali a Nardò (molti dei quali immigrati) verrà ristrutturata: una decisione che Cgil Lecce definisce "tardiva, oltre che ininfluente sulla condizione dei braccianti che resteranno, purtroppo, come stanno: dispersi nelle campagne, invisibili e irrintracciabili, nell’abbandono e nel degrado, a dormire sotto gli alberi o nascosti in pericolanti casolari". Oppure “alloggiati”, non si sa dove, dai datori di lavoro. Ma sempre invisibili.

"Durante la nostra attività sindacale che continua a essere costante, abbiamo oggi modo di appurare che ci sono ancora decine e decine di lavoratori lasciati in condizioni disumane, affamati, abbandonati a se stessi. In tutti questi mesi, avremmo avuto la possibilità di programmare un’adeguata accoglienza, di rimettere in piedi il luogo in cui lo scorso anno i lavoratori hanno preso coscienza della loro condizione e dei loro diritti, Masseria Boncuri per l’appunto. - denuncia il sindacato in una nota, ritornando sulla questione della mancata apertura della tendopoli, come disposto dal prefetto del capoluogo.

"Avremmo avuto la possibilità di dare gambe all’idea che i diritti sul lavoro vanno garantiti a tutti i lavoratori. Oggi ci vediamo invece davanti a un’emergenza umanitaria, a gente che chiede acqua e cibo per sopravvivere, di cui nulla sappiamo. Lo scorso anno morì d’infarto un giovane lavoratore a Boncuri, al ritorno da una giornata di lavoro: oggi se qualcuno di loro si è sentito male o è deceduto, abbiamo l’orribile sensazione che non si verrà mai a sapere", continua Cgil.

Poi l'affondo contro il "teatrino dell’assurdo, un tira e molla di rappresentanti istituzionali e politici e, quel che è peggio, il silenzio gravissimo della Provincia di Lecce e della Prefettura. Il tutto per ottenere l’unico risultato a cui puntava: perdere tempo prezioso, quando si aveva invece tutto il tempo necessario a disposizione per fare le cose per bene".

Per questo crediamo il sindacato ritiene inefficace la deliberazione adottata dalla Giunta comunale di Nardò ieri sera. Una delibera con cui si dispone una iniziale ristrutturazione dell’ “immobile comunale masseria Boncuri”.

"Chiaramente dall’atto non traspaiono le motivazioni di quanti, pur rappresentando le istituzioni, hanno cercato di far emergere nella comunità salentina pulsioni xenofobe, fortunatamente senza risultati eccessivi se non quello dell’aggravarsi dell’indifferenza. - spiegano i segretari provinciali Antonella Cazzato ed Antonio Gagliardi - Quasi un nemico simbolico quello dei lavoratori migranti, un’umanità in eccesso, un capro espiatorio per provocare lo scontro tra persone che versano in analogo stato di bisogno".

 

Flai Cgil e Cgil Lecce hanno un obiettivo ambizioso che non intendono abbandonare, nonostante le intimidazioni: "Anche dal Salento daremo un contributo nella lotta di contrasto all’illegalità economica. Un primo risultato lo abbiamo ottenuto, anche se ancora molto piccolo: in seguito alla nostra attività nelle campagne, i dati sulle iscrizioni nelle liste di prenotazione al Centro per l’impiego di Nardò sono aumentati: 233 lavoratori stranieri e un solo italiano (due settimane fa erano 190) si sono iscritti, anche se appena il 77 (il 33 per cento) risultano ufficialmente impiegati nelle aziende e di questi ben 59 sono tunisini (la stessa etnia dei caporali più potenti)".

 

L'estate precedente dai migranti di Masseria Boncuri è partita una forte rivendicazione per i diritti che ha contributo all’introduzione del reato penale di caporalato, che ha rafforzato la denuncia del sistema di sfruttamento dei lavoratori migranti in agricoltura. "Noi speriamo che questo accada di nuovo – concludono i sindacalisti - per dare la speranza di un futuro migliore, di legalità e diritti, a tutti i lavoratori"

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