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Guerra di nervi tra comitato e Oasi Sarparea. Scontro all’ombra degli ulivi “monumentali”

L’avvocato Valeria Pellegrino smonta le “verità” esibita dal comitato: “Atti datati, il progetto tutela già gli alberi”. Replica del sodalizio

NARDO’ – Una lunga e puntigliosa battaglia dei nervi a colpi di documenti e contro deduzioni a distanza tra il comitato civico “Salviamo la Sarparea” e i proponenti del progetto di insediamento turistico, regolarmente autorizzato, dopo la rivisitazione del piano di lottizzazione nelle campagne di sant’Isidoro per la realizzazione del resort, del parco degli ulivi e dell’andamento frazionato e discontinuo di una settantina di villette da affittare per le vacanze dei turisti.

Dopo la pubblicazione di alcuni documenti ritrovati dagli attivisti del comitato e con i quali vengono evidenziate le “conferme” da parte della Regione della presenza inequivocabile di olivi monumentali nel bosco della Sarparea, è giunta la ferma presa di posizione dei rappresentanti della società “Oasi Sarparea” per sgomberare il campo dai facili allarmismi e dai possibili tentativi di bloccare ancora una volta la realizzazione del progetto a dieci anni ormai dall’avvio del tormento iter autorizzativo.

A prendere posizione è stata ancora una volta l’avvocato Valeria Pellegrino, che tutela gli interessi del gruppo di investitori inglesi, Alison Deighton che insieme a Ian Taylor, hanno investito nel progetto dell’Oasi Sarparea. Un intervento per “smontare” le verità rivelata dai documenti esibiti dal comitato e che ha avuto come effetto una nuova presa di posizione del sodalizio civico che in queste ore ha ulteriormente fornito una nota di replica e fronteggiato l’atto chiarificatore degli imprenditori. Ma andiamo con ordine. Eravamo giunti alla sortita del comitato che aveva recuperato alcuni atti in cui la Regione, rispondendo ad alcune richieste della procura, aveva confermato in buona sostanza, in alcuni passaggi, e secondo l’interpretazione resa degli attivisti, che “l'uliveto della Sarparea è monumentale”.

Pubblicazione e ostentazione dei documenti sui quali l’Oasi Sarparea ha voluto subito dire la sua e precisare i termini della questione. “Le informazioni date dal comitato sono datatissime e ampiamente superate” ha rintuzzato l’avvocato Pellegrino, “e riguardo agli ulivi, per la dichiarazione di monumentalità occorre che i requisiti siano accertati in contraddittorio con la proprietà e che le risultanze siano cristallizzate in un atto formale della giunta regionale. Non è sufficiente, ai fini di affermare la monumentalità dell'oliveto Sarparea, la nota della commissione olivi monumentali del 2013, evocata dal comitato, come del resto è confermato dal fatto che la procura non ha mai dato alcun seguito a tale comunicazione, nemmeno quando la Regione ha finalmente reso il parere paesaggistico favorevole. Sono circostanze” incalza l’avvocato Pellegrino, “che non solo sono rinvenibili negli atti del procedimento, sol che fossero letti dai sostenitori del no a prescindere al progetto, ma che sono state da noi diffusamente illustrate nell'audizione davanti alla commissione regionale voluta dal comitato Salviamo la Sarparea, e devono aver convinto la commissione a non portare la questione in consiglio regionale. Così come sono state illustrate al Comune di Nardò. Infine, oggi la questione della monumentalità delle alberature è disciplinata diversamente da un decreto ministeriale in maniera assai meno rigorosa rispetto alla legge regionale, che deve ritenersi ormai superata. Di questo la Regione ha preso atto ed è per questo che non ha proceduto ad effettuare altri censimenti”.

La presa di posizione del legale degli imprenditori britannici è alquanto circostanziata e punta a difendere sino in fondo la bontà progettuale dell’insediamento con contestuale salvaguardia di tutti gli olivi ricompresi nell’area che si affaccia sul litorale neretino. “Paradossalmente il comitato Salviamo la Sarparea chiede che venga effettuato un censimento non solo a tempo ormai scaduto, visto che il progetto è stato adeguato al censimento definitivo vigente e al Pptr e in base a tali atti deve essere approvato senza che possano nel frattempo essere strumentalmente cambiate le carte in tavola” chiarisce ancora l’avvocato Pellegrino, “ma soprattutto lo chiede senza rendersi conto che un nuovo censimento secondo i nuovi parametri, sarebbe destinato ad attenuare la tutela che, invece in ogni caso il progetto oggi garantisce. E se il Comune non dovesse approvare definitivamente questa vicenda, che ha già occupato le pagine della stampa nazionale ed internazionale come pessimo esempio della capacità attrattiva del nostro territorio” conclude la referente di Oasi Sarparea, “non potrà che esitare in un'azione risarcitoria da parte della società, destinata inesorabilmente a riverberarsi sull'intera comunità amministrata. Siamo ancora convinti, nonostante gli oltre dieci anni trascorsi dalla presentazione del progetto, che tanto possa essere oggi evitato nell'interesse del territorio che potrà solo beneficiare di un investimento di qualità ecocompatibile, destinato a produrre ricchezza lì dove fino ad oggi ha regnato e regna il degrado”.

Ed è proprio a tali rilievi che il comitato Salviamo la Sarparea, già oggi ha inteso replicare e rilanciare ribadendo anche quale sia la normativa vigente e secondo quali regole deve essere condotto un nuovo censimento e a chi spetta riconoscere la monumentalità di un ulivo o di un uliveto. “La legge regionale 14/2007, una delle prime leggi regionali in Italia che ha previsto regimi di tutela per zone alberate, è tuttora vigente e non è stata abrogata dalla recente normativa nazionale, la legge numero 10 del 2013” scrivono dal comitato, “prevedendo maggiori tutele per un specie arborea, l’ulivo, principalmente presente nella regione Puglia. In particolare, lo stesso ministero delle politiche agricole, con una circolare del 30 ottobre 2015, ha chiarito in modo inequivocabile che le due normative tutelano due distinte categorie di beni e hanno due distinte finalità e quindi sono entrambe vigenti, ognuna nel suo specifico ambito. Per quanto riguarda la normativa regionale, i censimenti possono essere effettuati da strutture regionali, come è stato fatto in passato avvalendosi anche di personale reclutato tramite apposito avviso pubblico, oppure dalle amministrazioni comunali” chiariscono ancora dal comitato, “e queste ultime adesso hanno il dovere di effettuarlo a seguito della recentissima approvazione della legge regionale numero 4 del 2017, che all'articolo 8 comma 5 prescrive l'obbligo di individuare tutti gli ulivi e gli uliveti monumentali presenti sul territorio. Il censimento va verificato dall’Upa e dalla commissione ulivi della Regione Puglia e il procedimento si chiude con delibera della giunta regionale”.

E su tali basi e precisazioni reiterate che dal sodalizio ritengono che vadano ora riletti i documenti “ritrovati”. E da qui i nuovi interrogativi: perché nulla è accaduto dopo l'accertamento dell'esistenza dell'uliveto monumentale? Perché al sopralluogo congiunto tra corpo forestale dello Stato su incarico della procura e struttura regionale, e al parere della commissione ulivi non è seguita una delibera di giunta regionale che sancisse la monumentalità dell’uliveto? “Sicuramente si tratta di un procedimento già avviato che deve essere concluso con una delibera di giunta regionale che attesti ciò che l'organo tecnico ha accertato, ossia che l'uliveto monumentale esiste ed è tutelato dalla legge regionale tuttora vigente” evidenziano nella nota del comitato, “e a ciò va aggiunta un’osservazione che non può essere dimenticata: in presenza di un bene oggetto di tutela, paesaggistico, culturale o archeologico, non si può dire che non c'è solo perché non è presente su una carta. Né si può dire che la fase dei rilevamenti è completa. Ancora di più di fronte ad una segnalazione, le istituzioni devono verificare. Di qui l’inderogabilità del completamento del censimento, che porterà alla dichiarazione della monumentalità dell’uliveto o di ogni singolo ulivo. Perché alla Sarparea, se c'è un ulivo monumentale, e già ci sono e col cartellino, allora lo sono tutti”.

Ultima annotazione gli attivisti la rivolgono alla possibile richiesta risarcitoria in caso di esito negativo dell’iter autorizzativo e della valutazione di impatto ambientale. “Con riferimento al presunto danno imputabile al Comune, va fatto presente” concludono dal comitato, “che attualmente il parere della Regione riguardo l'opera è comunque condizionato dall'accertamento della presenza dell'uliveto monumentale, per cui l'accertata presenza dell'uliveto fa venire meno qualsiasi pretesa risarcitoria. Come accade ogni volta che nell'iter di approvazione di un'opera si accerti la presenza di un bene tutelato dalla legge, non sussiste per il proponente alcun tipo di risarcimento, vista la portata dichiarativa di quell'accertamento”.

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