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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Concessioni demaniali per i lidi anche senza bando. Il Tar “boccia” il Comune

Pubblicata la sentenza di merito sul ricorso presentato dalla Kaikko srl contro la decisione del Comune di Nardò di bloccare l'istruttoria diretta e avviare una gara. Dopo la sospensiva il Tar conferma le ragioni dei ricorrenti."Il bando non è necessario"

NARDO’ - Il Comune di Nardò non poteva bloccare sul nascere l’istruttoria diretta delle domande per realizzare nuovi stabilimenti balneari sul litorale, posticipando l’analisi delle richieste di concessione demaniale in seguito alla pubblicazione di appositi bandi di gara. Dopo una prima sospensiva del provvedimento comunale nel dicembre scorso il Tar di Lecce, con la recente sentenza di merito, ha ribadito il concetto stabilendo nel contempo che le gare, annunciate da mesi dall’amministrazione comunale di Nardò, e in base alle quali erano state sospese tutte le pratiche, non sono previste da alcuna norma vigente.

I giudici amministrativi, come detto, avevano già accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalla società Kaikko srl che già lo scorso anno aveva presentato, così come altri privati, una richiesta al Comune di Nardò per il rilascio di una concessione demaniale lungo il tratto costiero del lungomare di Santa Maria al Bagno, ma che aveva dovuto fare i conti con la decisione dell’amministrazione comunale di posticipare il rilascio delle autorizzazioni in seguito alla pubblicazione di uno specifico bando di gara. Il Tar aveva quindi sospeso temporaneamente l’efficacia della delibera comunale che di fatto bloccava l’esame e l’istruttoria diretta per il rilascio delle concessioni e rimandava il tutto alla comparazione delle domande degli imprenditori in seguito alla pubblicazione del relativo bando di gara. L’ordinanza del Tar aveva fissato al mese di marzo l’udienza di merito sulla questione e questa mattina è stata resa nota la decisione definitiva che di fatto conferma le tesi già avanzate dal legale della ricorrente, l’avvocato Paolo Gaballo.   

E’ accaduto infatti che, anche recentemente, numerosi imprenditori hanno presentato richieste di concessioni demaniali per realizzare stabilimenti balneari lungo la costa del Comune di Nardò, da tempo priva di tali strutture. L’amministrazione comunale di palazzo Personè, come altre municipalità salentine, sino ad ora non è ancora riuscita a dotarsi del Piano comunale delle coste (adottato tra l’altro a fine febbraio dalla giunta comunale, ma con un iter ancora da perfezionare per renderlo operativo a tutti gli effetti secondo quanto specificato anche dalla Regione), che dovrebbe individuare i siti idonei. Ma come disposto anche recentemente dal Consiglio di stato, in attesa della conclusione dell’iter di approvazione del Piano comunale delle coste, onde evitare di negare e ledere il diritto d’impresa dei richiedenti, le amministrazioni possono procedere ad istruire le istanze per il rilascio di nuove concessioni demaniali nei siti ritenuti concedibili, attenendosi alle sole previsioni del Piano regionale delle coste. Secondo quanto eccepiscono i richiedenti delle concessioni sul litorale neritino quindi, il dirigente del settore urbanistica, in tale direzione, avrebbe dovuto istruire le domande presentate dagli interessati ed eventualmente rilasciare già le autorizzazioni.

Lo scorso mese di ottobre invece la giunta comunale del sindaco Risi, affrontando la questione,  decideva e dava mandato agli uffici competenti di riscontrare tutte le domande in arrivo, comunicando che le concessioni demaniali sarebbero state assegnate con dei bandi di gara che sarebbero stati pubblicati solo il prossimo anno. Tale intendimento veniva comunicato anche alla società Kaikko srl, nel mese di novembre, in risposta all’istanza di concessione per uno stabilimento balneare da realizzare sul lungomare Lamarmora di Santa Maria al Bagno. La società rivolgendosi all’avvocato Paolo Gaballo, promuoveva un ricorso innanzi al Tar Lecce, chiedendo la sospensione della delibera, che, a suo dire, rinviando il rilascio della concessione a dei bandi (che peraltro inizialmente venivano annunciati solo per il 2015), pregiudicava fortemente l’interesse economico ad investire nel territorio.

Una procedura che il Comune ha tentato poi di semplificare e velocizzare solo il 10 dicembre scorso, prefigurando forse già l’intendimento del Tar, con una direttiva a firma del sindaco Marcello Risi e dagli assessori all’Ambiente (Francesca De Pace) e all’Urbanistica (Maurizio Leuzzi) con la quale si stabiliva che il Comune avrebbe pubblicato rapidamente i bandi nei 15 giorni seguenti. Nonostante ciò il Tar concedeva la sospensiva sulla richiesta avanzata contro la delibera originaria che bloccava le istruttorie in attesa dei bandi ed ora ha confermato nel merito tale orientamento ribadendo di fatto che si poteva rilasciare la concessione, o quanto meno istruire direttamente la domanda in base al Piano regionale delle coste e senza alcun bando.

L’avvocato Gaballo rammenta inoltre che già dopo la sospensiva più volte la Kaikko s.r.l. chiedeva agli uffici comunali di eseguire l’ordinanza del Tar, avviando l’istruttoria e pubblicando il “rende noto” della sua domanda senza ulteriori ritardi. A metà gennaio invece il dirigente di settore comunicava che avrebbe regolarmente pubblicato i bandi decisi dall’amministrazione comunale, attuando la direttiva ricevuta dal sindaco e dall’assessore al ramo. Il 12 marzo scorso il Comune decideva invece di pubblicare il “rende noto” della domanda della Kaikko, a distanza di tre mesi dall’ordinanza del Tar. Ed ora favore della società ricorrente è giunta anche la sentenza di merito. E tale decisione secondo il legale dei ricorrenti riveste particolare importanza, in quanto è la prima emessa sulle scelte dell’amministrazione di Nardò sul Piano comunale delle coste e sulle pratiche di concessioni demaniali.      

“In particolare il Tar accogliendo la nostra tesi” spiega l’avvocato Gaballo, “ha ritenuto illegittima la decisione del Comune di sospendere l’istruttoria delle domande sulla base della sussistenza del Piano comunale delle coste in itinere. Infatti, i Comuni, fino all'approvazione dei Piani comunali delle coste, applicano, nell'attività concessoria, esclusivamente le disposizioni rivenienti dal Piano regionale delle coste. Dopo l’entrata in vigore di quest’ultimo, l'attività concessoria è consentita e appare anzi doverosa esplicazione della naturale obbligatorietà dell'azione amministrativa”. Inoltre secondo  la lettura della sentenza dei giudici amministrativi  “è sufficiente osservare che in caso di pluralità di domande aventi ad oggetto la medesima area demaniale, occorre procedere all’esperimento di apposita procedura comparativa tra l’istanza presentata dal ricorrente ed eventuali, analoghe istanze presentate da terzi. Senonché, nel caso di specie, l’amministrazione non ha in alcun modo dedotto la sussistenza di ulteriori istanze volte al rilascio di concessioni demaniali e, tuttavia, essa si è comunque determinata nel senso di soprassedere, per l’intanto, dall’evasione dell’istanza della ricorrente. La qual cosa costituisce ulteriore violazione della previsione di cui all’art. 17 L.R. n. 17/06”. In seguito alla vittoria del ricorso la Kaikko srl sta valutando ora anche la possibilità di chiedere i danni per il ritardo con cui il Comune ha avviato l’istruttoria della sua domanda.

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