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Amianto e discarica, Frasca contro tutti. Nel vortice anche il presidente Gabellone

Il consigliere provinciale di Fi attacca il sindaco Marcello Risi e annuncia battaglia per fermare l'ampliamento della volumetria. Con lui Giovanni Siciliano: "Machiavellica volontà di fare di Nardò e Galatone un polo dei rifiuti"

LECCE – Tutti contro tutti nella questione che riguarda la discarica in contrada Castellino-Vignali, Lo polemica sull’ampliamento della parte riservata ai materiali contenenti amianto, da 13mila a circa 80mila metri cubi, sta squarciando il fronte politico: da una parte finiscono su fronti opposti “compagni di viaggio” di avventure elettorali, dall’altra si percepisce una latitanza assoluta dei decisori politici in una vicenda che si vorrebbe ridurre ad asettico procedimento amministrativo.

Un progetto così importante partito oramai quasi dieci anni addietro, dopo aver attraversato silenziosamente tutti i passaggi nelle sedi istituzionali preposte – commissioni, conferenze di servizi – e con l’elenco di tutte le autorizzazioni in regola, è diventato all’improvviso un tornado con epicentro Nardò. Dove già oggi pomeriggio Mino Frasca ha convocato il direttivo cittadino di Forza Italia, alla presenza del presidente della Provincia, Antonio Gabellone. Il consigliere provinciale vuole capire, al di là di ogni ragionevole dubbio, quale fosse la consapevolezza politica di Palazzo dei Celestini rispetto ad un’opera della cui pubblica lui utilità dubita fortemente.

Insieme al collega Giovanni Siciliano  ha convocato per questa mattina una conferenza stampa per confutare l’impostazione del sindaco di Nardò, Marcello Risi e rilanciare la palla nel campo avverso chiedendone le immediate dimissioni. Secondo il primo cittadino – alla luce di tutti i via libera concessi al progetto da Palazzo dei Celestini – è impossibile credere che gli amministratori provinciali, e dunque anche i suoi due concittadini, nulla sapessero dell’ampliamento. Una fandonia, rispondono Frasca e Siciliano, i quali hanno invece smentito categoricamente di essere mai stati investiti né a Lecce, né a Nardò, della vicenda.

I due consiglieri si sono detti convinti della necessità di avere un sito di smaltimento, ma proprio non hanno capito il perché di questa moltiplicazione della volumetria. I dati del conferimento degli ultimi anni non giustificherebbero in alcun modo un progetto di così vaste dimensioni: “Nardò è una città a vocazione turistica, non sarà la discarica d’Italia”. E già, perché le norme vigenti consentono senza colpo ferire che nel Salento, come in qualsiasi altro luogo, dotato di apposito impianto possa essere trasportato materiale con amianto. Il comune neretino, hanno ripetuto i due, ha già dato sul fronte ambientale: per un ventennio ha servito gli oltre quaranta centri con la discarica di Castellino, che ricade nel territorio di Galatone, ma è praticamente a poche centinaia di metri da entrambe le città. Siciliano, da parte sua, non usa mezzi termini, in chiusura di conferenza: “Vedo una machiavellica volontà di fare di Nardò e Galatone il polo dei rifiuti”.

I due consiglieri, avversari sui banchi della Provincia, si ritrovano ora assai vicini a Nardò sulla questione discarica. Siciliano di Risi è stato uno dei “grandi elettorali”, ma ne ha preso ufficialmente le distanza negli ultimi giorni. Entrambi non ci stanno quindi ad essere additati, in un certo senso, come corresponsabili e allora sono partiti insieme al contrattacco annunciando una serie di passaggi istituzionali e, se ricorressero le condizioni, almeno nel caso dell’esponente di Forza Italia, anche la presentazione di un ricorso in autotutela alla giustizia amministrativa. L’obiettivo è di congelare il progetto e aprire un tavolo di confronto in cui tutti dicano chiaramente cosa intendono fare mettendoci la faccia davanti all’opinione pubblica.

L’invito è rivolto prima di tutto a Gabellone, perché dica, per fugare ogni dubbio, se e quanto ha che fare con questa storia perché loro, di certo, non ne hanno mai saputo nulla, né a Lecce, né a Nardò. Il presidente ha, d’altra parte, la delega all’Ambiente e resta da capire se tutto l’iter per il progetto della discarica possa essere ricondotto alla gestione diretta ed esclusiva dell’ufficio competente. E’ stata intanto depositata una richiesta di convocazione di un consiglio provinciale monotematico, che sarà preceduto, già lunedì da un incontro con lo stesso presidente e il sindaco Risi in commissione Ambiente.

D’un tratto quindi riemerge in superficie un fiume carsico partito da molto lontano, ma forse è troppo tardi. Una ditta autorizzata ai sensi della legge – come lo è la Rei srl -, potrebbe infatti tutelare i suoi interessi chiedendo un copsicuo risarcimento danni. 

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