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Sabato, 20 Aprile 2024
Nardò Nardò / Vicolo Sant'Antonio

Autorizzazione negata, ma sparano lo stesso i fuochi per il Santo. Denunciati

Nei guai il presidente del Comitato dei festeggiamenti in onore di Sant'Antonio, un 72enne proprietario di un'abitazione dalla quale sono state esplose batterie di fuochi e un 58enne di Scorrano che materialmente li ha accesi. I botti talmente forti da essere sentiti anche nei comuni vicini

NARDò – Costa cara la devozione al Santo. Un 59enne di Nardò, presidente del Comitato dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, un 72enne anch’egli neretino, proprietario di un’abitazione dalla quale sono state esplose batterie di fuochi d’artifico e un 58enne di Scorrano, che materialmente s’è fatto carico dell’opera di accensione, sono stati denunciati a piede libero dagli agenti di polizia del commissariato. Una leggerezza non da poco, la loro, perché quei giochi di luci nel cielo, con tanto di botti uditi a grande distanza, non erano stati autorizzati.  

La denuncia arriva dopo vari accertamenti svolti a partire dalla notte del 13 giugno scorso, quando, in piazza Sant’Antonio, alle spalle di Largo Osanna, in pieno centro, si sono svolti i consueti festeggiamenti per la commemorazione del Santo. Come sempre numeroso il pubblico presente, sia per le celebrazioni religiose, sia per quelle civili.

Il “patatrac”, proprio al culmine dei festeggiamenti. La piazza era gremita e, alle 21,45, dal tetto di un’abitazione del vicolo, all’improvviso si sono innalzati al cielo i fuochi artificiali, producendo botti anche di una certa potenza, al punto da essere uditi persini nei comuni vicini.

Sul posto è così arrivata una volante del commissariato. Anche se “arrivata” non è forse il termine più esatto, perché la pattuglia è rimasta bloccata fra il muro umano ed ha raggiunto il luogo quando le batterie di fuochi si sono esaurite e la folla diradata. Fortunatamente non si sono verificati incidenti, ma nei giorni seguenti goli agenti hanno comunque avviato un controllo per verificare se fossero state rispettate le prescrizioni della legge in materia di esplosione di fuochi d’artificio. La vicenda in sé, suonava infatti piuttosto anomala, specie considerato il sito scelto.

S’è quindi scoperto che agli atti non esisteva alcuna autorizzazione allo sparo. O meglio: una richiesta era stata effettivamente formulata, ma subito rigettata. Pare che nelle carte presentate non fosse stato indicato il luogo. E la legge, al riguardo, è giustamente severa. L’accensione di fuochi d’artificio, infatti, può essere effettuata esclusivamente da personale munito di regolare licenza e con materiale idoneo.

I luoghi devono poi essere autorizzati preventivamente dalla Commissione tecnica provinciale per le sostanze esplosive e che è composta composta da un funzionario di polizia, un ufficiale dei vigili del fuoco, un esperto del genio civile e un ufficiale dell’esercito specialista in materia di esplosivi.

Inevitabilmente, per i tre sono scattate le denunc.e Risponderanno, in concorso tra loro, di accensione in luogo esposto al pubblico di fuochi pirotecnici, detenzione e maneggiamento di materiale esplodente senza le relative autorizzazioni.

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