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Nardò

Mammografo portato al Fazzi. La direttrice: “Inevitabile”

Silvana Melli, responsabile generale dell'Asl ha chiarito le ragioni del trasferimento dell'apparecchiatura presso il centro di senologia dell'Oncologico

NARDO’ – Il previsto trasferimento del mammografo di ultima generazione già in dote al distretto sanitario di Nardò presso la struttura dell’ex ospedale, e ora in procinto di arrivare all’unità operativa di senologia dell’oncologico di Lecce, è dettato da ragioni impellenti di necessità.

L’apparecchiatura sarà effettivamente trasferita nel capoluogo per sopperire al venir meno di uno dei due mammografi del Centro di senologia, fatto che ha causato il blocco delle prenotazioni per il controllo delle donne già operate di cancro al seno, obbligate, pertanto, ad effettuare il  controllo in intramoenia.

Questo è quanto esplicitato dalla direzione generale della Asl di Lecce e nello specifico dal commissario straordinario, Silvana Melli (nella foto, sotto), che ha inteso chiarire la portata del provvedimento che aveva generato in questi giorni allarme e disappunto nella comunità neretina e frizione anche sul piano politico, con una presa di posizione dura anche da parte del primo cittadino, Marcello Risi, in visita presso il presidio sanitario territoriale.  

Ribadendo la centralità diagnostica nell’ambito dell’unità operativa dell’oncologico di Lecce, che rappresenta anche un centro di eccellenza per la senologia (vi si rivolge infatti la gran parte delle donne residenti nei distretti della provincia, e non solo, per effettuare prestazioni di I° livello, la mammografia, di II°livello, ecografia, in caso di dubbio diagnostico, e III° livello, in caso di necessità di ulteriori approfondimenti. Ed è anche possibile sottoporsi a microbiopsia con mammotome, che è lo strumento diagnostico alternativo alla biopsia chirurgica), la responsabile della direzione generale della Asl precisa come “si può ben comprendere come non sia consentito lasciare l’unità operativa di senologia con un solo mammografo funzionante, proprio per difendere il diritto alla salute di migliaia di donne che a questo centro si rivolgono per lo screening, per la diagnostica clinica e per i controlli di follow-up, per gli approfondimenti diagnostici richiesti dalle varie radiologie della nostra Asl e per le mammografie a donne  già operate e portatrici di protesi mammaria”.

Una decisione quindi dettata dall’urgenza e dalla necessità, “in assenza di soluzioni alternative” come esplicita il commissario Melli. “Considerazioni di politica sanitaria e di tutela del diritto alla salute delle donne, hanno indotto anche le associazioni facenti parte del tavolo tematico della senologia, in seno al Comitato consultivo misto, a decidere democraticamente, nella seduta del 13 gennaio scorso, il trasferimento del mammografo da Nardò a Lecce” chiarisce la nota della Asl. Secondo le valutazioni della direzione generale inoltre ci sarebbe da sottolineare il fatto che a Nardò, da anni non verrebbero più effettuate  mammografie, e le donne vengono indirizzate presso l’ospedale di Copertino, distante 11 chilometri, dove viene completato, se necessario, l’iter diagnostico anche con l’ecografia senologica. L’obiettivo dichiarato  della  stessa direzione generale comunque rimane quello di affidare lo screening di I° livello esclusivamente agli ambiti distrettuali e quindi anche al distretto di Nardò riconoscendo pertanto  la necessità che anche il distretto neretino  torni in tempi brevi a disporre del mammografo utilizzando i fondi fondi comunitari Fesr.

“In riferimento alle notizie apparse sulla stampa si precisa che il servizio sanitario nazionale - spiegano ancora dalla direzione generale della Asl leccese - deve assicurare lo screening di I° livello secondo la tempistica dettata dalla organizzazione mondiale della sanità in quanto Lea, ed è opportuno che garantisca il controllo delle donne già operate di carcinoma al seno e di quelle con sintomatologia a rischio. Di contro, ove non vi fosse questa possibilità nell’immediato o che una donna voglia effettuare il controllo con una tempistica ravvicinata rispetto a quella stabilita può comunque fare riferimento anche ai centri acccreditati della Asl.

"Si precisa altresì - continua la nota - che,  le donne sintomatiche,  bisognose di controlli urgenti possono rivolgersi presso qualsiasi Centro di senologia della Asl e ricevere la prestazione entro cinque giorni”. In tale direzione il commissario Melli ha rammentato anche gli accorgimenti messi in atto per garantire i controlli e la riduzione dei tempi di attesa. Sono state poste le premesse per l’avvio immediato dei follow-up presso l’Oncologico; è stato avviato il recall (pulizia delle liste) da parte del cup senologico. E ancora è stata riorganizzata l’intramoenia, con la disponibilità di un numero telefonico (0832/335050) a cui i cittadini possono direttamente rivolgersi. Partirà a breve anche una nuova  campagna di informazione sulla senologia rivolta ai cittadini, curata dal tavolo tematico della senologia, su 'come, quando e dove fare prevenzione', ed è finalmente entrata in funzione la risonanza magnetica per la senologia all’oncologico, e un contestuale controllo ed una ricognizione sullo stato qualitativo e quantitativo delle strutture senologiche territoriali.

melli2-3L’annunciato, e da quanto spiegato dai vertici Asl, l’inevitabile trasferimento del mammografo dal distretto sanitario di Nardò è stato al centro del dibattito politico dopo che una delegazione di amministratori comunali composta dal sindaco Marcello Risi, dal vicesindaco Carlo Falangone, dall'assessore Antonio Filograna, dal vicepresidente vicario del consiglio comunale Salvatore Calabrese, dai consiglieri comunali Maria Antonietta Coppola e Roberto My ha incontrato il direttore del distretto sanitario, Umberto Caracciolo presso il presidio territoriale “Sambiasi” per la verifica dell'attuazione del protocollo d'intesa e per la visita degli ambulatori specialistici, delle sale chirurgiche e dei servizi attivati.

Dopo il comunicato odiernao della direttrice generale, il sindaco di Nardò ha replicato: "La decisione del commissario straordinario dell'Asl Silvana Melli di trasferire il mammografo dal distretto di Nardò ad altra unità sanitaria di Lecce confligge con gli accordi intervenuti tra l'amministrazione comunale di Nardò e la Regione Puglia. La riteniamo conseguentemente illegittima oltre che sbagliata nella sostanza poiché in contrasto con le strategie di politiche della salute del territorio. L'opposizione degli amministratori sarà fermissima".

Sulla questione aveva espresso la sua amarezza anche il consigliere regionale del Pd, Ernesto Abaterusso, auspicando pertanto “che l'apparecchiatura resti nel poliambulatorio neretino. Diversamente vorrebbe dire mostrarsi sordi alle richieste di una città che ha già dovuto subire la perdita del suo presidio ospedaliero e che oggi chiede ascolto e sostegno”.

Un incontro sulla questione mammografo era quello richiesto anche dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Cristian Casili, intenzionato a chiarire la questione con la direzione generale della Asl. “I cittadini di Nardò sono stanchi di essere depredati” ammonisce Casili, “il trasferimento del mammografo tanto atteso dalla comunità è solo l’ultimo sfregio che ci apprestiamo a subire, depotenziando ulteriormente un altro servizio poliambulatoriale essenziale  per la prevenzione e  la diagnostica dei tumori al seno. Ciò è ancor più grave se pensiamo alla congestione causata dalle lunghe liste d’attesa che impediscono per talune patologie diagnosi rapide, che possono salvare vite umane”.

Infine anche dal gruppo regionale dei Conservatori e riformisti, i consiglieri salentini Luigi Manca e Saverio Congedo, prendono posizione sulla questione invitando ad “evitare di fare campagna elettorale su argomenti tanto importanti” e ovviamente lanciando stoccate al Pd. “La battaglia perché il mammografo resti al poliambulatorio di Nardò è condivisibile e meritoria” spiegano Manca e Congedo, “l’importanza della prevenzione per diagnosticare un tumore in tempo e quindi salvare la vita, ma anche il corpo della donna, dipende proprio dalla possibilità o meno di poter eseguire con facilità i controlli. Quello che non è sicuramente, né condivisibile né meritorio” ammoniscono i consiglieri, “è che questa battaglia stia infervorando, come novelli paladini, coloro che non hanno fatto nulla quando il governo Vendola declassava, da ospedale a poliambulatorio di terzo livello, la struttura sanitaria di Nardò, chiudendo per esempio l’importante reparto di oncologia”.

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