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Sabato, 20 Aprile 2024
Nardò Nardò / Via 25 Luglio

“La salute non si baratta”. In 3mila contro chiusura ospedale

Massiccia partecipazione a Nardò alla manifestazione per la difesa dell'ospedale. In corteo anche vescovo Caliandro, Risi e sindaci di Galatone, Porto Cesareo, Neviano, Aradeo e Seclì. Manifestanti pronti alla marcia su Bari

NARDO’ - Una città ferita e indignata alza la voce. Con dignità e compostezza, e si stringe nella battaglia della civiltà per il diritto alla salute. Tutti in campo per la difesa strenua del proprio ospedale. Bistrattato e ormai in via di chiusura definitiva, per diventare semplice apparato burocratico della Asl territoriale. Uno scippo in piena regola. Una “vergogna” gridata ai quattro venti, e messa in auge da un Piano di razionalizzazione della spesa sanitaria e da un riordino ospedaliero ordito dalla Regione Puglia che per il sindaco della città neritina, Marcello Risi, di “razionale non ha proprio nulla”. La battaglia della civiltà e dell’opposizione al depauperamento del “San Giuseppe Sambiasi”, non si arresta. Solo il tempo dirà se la mobilitazione popolare, civile e istituzionale giunge in tempo utile per cambiare il corso delle cose. Di certo c’è che questo pomeriggio la comunità di Nardò, ma anche quelle dei paesi del comprensorio, da Galatone, a Neviano, Aradeo, Seclì e Porto Cesareo ha dato un segnale forte e inequivocabile: “la battaglia sulla chiusura dell’ospedale non si ferma”.

Nessun sentimento di mera rassegnazione, né la volontà di deporre le armi della protesta civile. Oltre tremila persone in corteo nel primo pomeriggio di oggi per le vie principali di Nardò, per rinnovare il messaggio lapalissiano: “quell’ospedale non si tocca”. O meglio non si dovrebbe, per raziocinio, toccare e ridimensionare così com’è già avvenuto. Già relegato da presidio a “stabilimento” ospedaliero e con un futuro già delineato di residenza socio assistenziale e “succursale” del distretto sanitario di piazza della Croce Rossa. A fronte della domanda di salute della popolazione più numerosa della provincia, dopo quella del capoluogo ed a seguito di tutti i gravissimi disservizi fino ad oggi prodotti all'utenza dalla disarticolazione delle divisioni di Chirurgia e Ortopedia, trasferite in altro nosocomio.

E la popolazione freme e s’indigna. Ancora una volta, aderendo con convinzione e tenacia alla manifestazione pubblica indetta nell'ambito delle precipue attività del comitato di salute civica "Spes Civium", tese a salvare l'ospedale di Nardò dalla preannunciata chiusura. Tutti insieme in strada e in corteo, con gonfaloni e manifesti, costeggiando il nosocomio che lambisce il viale della Libertà e la centralissima via XXV Luglio, oggi scevra degli allagamenti che l’hanno interessata e falcidiata un paio di giorni addietro.      

La carica dei 3mila per il "Sambiasi" di Nardò

C’è il cuore pulsante dei cittadini neritini e dell’hinterland, i ragazzi delle scuole, con le associazioni religiose e laiche della Diocesi di Nardò con in testa il vescovo, monsignor Domenico Caliandro. E c’è il Comune di Nardò, assessori e consiglieri comunali, e il sindaco Risi a dar manforte per significare che il suo impegno a difesa del Sambiasi non è stata solo una parentesi o uno slogan da campagna elettorale. Dal piazzale antistante la chiesa di Santa Maria degli Angeli, si snoda il corteo che con passo grave e cadenzato raggiungerà silente e composto la piazza Cesare Battisti alle falde del Palazzo comunale. Un fiume di persone incolonnate nel tratto di strada interessato dai cantieri e dai lavori della fognatura bianca. L’occhio vigile delle forze dell’ordine, e le indicazioni scandite con microfono e megafono dal cappellano dell’ospedale, don Riccardo Personè.       

Nei pressi dell’atrio del Comune, con i manifestanti brulicanti in piazza Cesare Battisti, sono il vescovo Domenico Caliandro, il presidente del comitato “Spes Civium”, Roberto Filograna, e il sindaco Marcello Risi a dispensare ringraziamenti, ma soprattutto ragguagli. E rassicurazioni, sul fatto che Nardò e le altre realtà del comprensorio (rappresentate dai sindaci o delegati di Galatone, Porto Cesareo, Neviano, Secli, Aradeo) non abbasseranno la guardia. La folla applaude, condivide e chiede nel contempo fatti concreti e non solo “parole”. Inneggiando alla marcia “su Bari”, sede del governo regionale. Non solo, il Comitato di salute civica “Spes Civium”, proseguirà nella sua battaglia per tutelare il diritto alla salute, attendendo il giudizio di merito dei ricorsi al Tar, gli esiti degli esposti alla Magistratura, e chiedendo la verifica delle norme di sicurezza e di agibilità delle altre strutture ospedaliera prescelte per essere potenziate nel piano sanitario regionale a scapito dello “storico e funzionale” Sambiasi. Il messaggio, dopo le precedenti manifestazioni pubbliche già consumate nella città neritina, e un Consiglio comunale del settembre scorso, è stato ribadito a più voci. Anche autorevoli: “La salute dei cittadini non si baratta”. E a Nardò la battaglia della civiltà e della libertà di curarsi nel proprio ospedale, non finisce qui. 

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