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Convivente ustionata su volto e petto, 42enne indagato. Si cercano altri indizi

La donna, neretina, di dieci anni più grande, è ricoverata in prognosi riservata al "Perrino". Il compagno ha cercato di giustificarsi: "Incidente accendendo il camino". Ma poco prima lei aveva chiamato il 113 chiedendo aiuto. La polizia ha interrogato diversi parenti e conoscenti

NARDO’ – Lui, 42enne, è formalmente indagato in stato di libertà per tentato omicidio e atti persecutori. E’ l’unica persona che gli agenti di polizia del commissariato di polizia di Nardò hanno trovato in casa, quella sera, quando si sono precipitati dopo una telefonata concitata di una donna, la sua convivente.

Lei, di ben dieci anni più grande, è ricoverata da oltre una settimana presso l’ospedale “Perrino” di Brindisi, nel reparto grandi ustionati. Ha riportato bruciature anche di terzo grado, sul volto e sul petto. “Un incidente mentre accendeva il camino”, si sarebbe giustificato l’uomo davanti ai poliziotti della volante.

Una circostanza alla quale gli investigatori diretti dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì credono ben poco, così come il pubblico ministero che si sta occupando del caso, Maria Vallefuoco. Piuttosto, è forte il sospetto che sul corpo della donna sia stato volontariamente cosparso liquido infiammabile, per poi appiccare il fuoco. Forse al termine di un litigio. E probabilmente nemmeno l’ultimo.

Il grave episodio per il quale è aperta l’indagine e di cui emerge qualche dettaglio solo in queste ore, risale, per la precisione, alla sera del 9 dicembre. La volante del commissariato ha raggiunto un’abitazione nel centro cittadino dopo una chiamata fatta dalla 52enne tramite il suo cellulare. “Accorrete, accorrete”.

All’arrivo, però, lei era già ferita in modo grave, impossibilitata a parlare. Ancora adesso non sembra in condizioni di poter rilasciare una sua versione dei fatti. Certo è che o sanitari del 118 l’hanno subito trasportata in ospedale. La gravità delle lesioni ha indotto i medici a un ricovero presso il reparto specializzato dell’ospedale di Brindisi.    

Gli investigatori, nel frattempo, hanno iniziato un certosino lavoro di ricostruzione della vita della coppia. Non vi sono testimoni esterni dell’evento e per questo si procede con cautela. E’ vero che in casa c’è un camino e che sono stati rinvenuti residui di carbone, ma questo non ha scagionato del tutto il 42enne dalle presunte responsabilità che gli vengono contestate. Di certo, la telefonata con tono trafelato ricevuto al 113 qualche minuto prima induce a credere a ben altro rispetto a un incidente domestico.

Stando a quanto ricostruito, i due, che non sono sposati, ma che convivono da qualche anno, hanno preso da qualche tempo un’abitazione in affitto, intestata al 42enne, non lontano dal cimitero di Nardò. La polizia sta cercando di capire, interrogando diversi parenti e conoscenti della coppia (molti sono già stati ascoltati) se la relazione fosse turbolenta come si sospetta e se vi siano stati in passato episodi di violenza, magari non denunciati alle forze di polizia, ma trapelati comunque negli ambienti che il 42enne e la 52enne frequentano.

Una cosa è certa: per ora la prognosi non è stata sciolta e forse decisiva sarà la dichiarazione delle donna, qualora fosse in grado di rilasciarne una in caso di miglioramento delle condizioni di salute. Intanto, la polizia continua a raccogliere indizi e ad ascoltare persone per infondere una piega decisiva all’inchiesta. Si cerca di colmare i lati ancora in chiaroscuro di un brutto episodio di cronaca dagli scenari ancora tutti aperti.

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