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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Mellone prova a bloccare la condotta a mare. In Consiglio la revoca del protocollo

Su proposta del sindaco sarà discussa la delibera per revocare l'accordo con Regione, Aqp e Autorità idrica relativo alla realizzazione dello scarico a mare a Torre Inserraglio

NARDO’ – Una presa di posizione coerente con le battaglie portate avanti nell’ambito della comunità militante di Andare Oltre e come consigliere di opposizione. Ora il sindaco di Nardò, Pippi Mellone prova a bloccare definitivamente la realizzazione della condotta sottomarina per lo scarico a mare dei depuratori di Nardò e Porto Cesareo. Su proposta del primo cittadino e dell’assessore all’Ambiente, Graziano De Tuglie, approderà infatti nella seduta straordinaria del Consiglio comunale (convocato in seduta straordinaria  per domani dal presidente Ettore Tollemeto) una proposta di delibera di revoca del protocollo di intesa sottoscritto dal Comune con la Regione Puglia, l’Autorità idrica e l’acquedotto pugliese, che tra le altre cose prevede la realizzazione della discussa condotta sottomarina lungo il litorale di Torre Inserraglio.

Grazie allo stanziamento pari a sei milioni di euro del maggio scorso era stato sbloccato l’iter per  procedere al completamento delle reti idriche e fognarie nel territorio di Nardò, e in particolare sul versante che riguarda frazioni e  marine.  Un investimento che consentirà ad esempio di canalizzare e realizzare le nuove condotte per la zona Pagani-Cenate, la località Vacanze Serene e in gran parte delle marine e anche a  Boncore. Con la delibera approvata il 25 maggio scorso dalla giunta regionale era stato previsto infatti anche lo stanziamento di oltre tre milioni di euro per la realizzazione della condotta sottomarina. Si tratta, com'è noto, del progetto che il Comune, d'intesa con la Regione, aveva ritenuto utile “sospendere”  per verificare, anche con esperti della Regione Puglia e con esperti del ministero dell'Ambiente e con Aqp le soluzioni alternative allo scarico a mare e all’adeguamento del depuratore di Porto Cesareo. Le opere finanziate rientrano nel quadro del protocollo sottoscritto già lo scorso anno tra l’ex primo cittadino, Marcello Risi, il presidente della Regione, Michele Emiliano e i vertici dell'acquedotto pugliese e dell'Autorità idrica pugliese nell’ambito dell’accordo quadro per la risoluzione del problema degli scarichi a mare e della realizzazione, o meno, della condotta sottomarina lungo il litorale di Torre Inserraglio. Al  momento la somma stanziata dall’esecutivo regionale, che rientra nella quota dei fondi Por dispensati per il ciclo depurativo e il completamento delle reti idriche e fognanti in Puglia,  dovrebbe comunque rimanere a disposizione del territorio di Nardò anche per eventuali ipotesi alternative alla condotta. Da qui la convinzione che ha spinto il sindaco Mellone a proporre all’assise la revoca di quell’accordo, ma ovviamente si dovrà cercare di salvaguardare l’integrità del finanziamento relativo al completamento della rete fognaria. Aspetti che anche la minoranza del centrosinistra espliciterà nell’ambito della discussione sulla delibera che sarà posta all’attenzione del Consiglio.        

“La gestione di questo tema da parte della precedente amministrazione” puntualizza con forza il sindaco Mellone, “è una delle pagine più brutte che questa città abbia mai conosciuto. Non solo perché il protocollo è il sostanziale baratto politico tra la realizzazione delle reti fognarie sul litorale e lo scarico a mare dei reflui, ma anche per aver voluto ignorare la volontà di circa 3.500 neretini che si sono detti chiaramente contrari al progetto. La nostra posizione non è cambiata” incalza il primo cittadino, “quella condotta è uno scempio ambientale e non ci sarà mai nessuna contropartita in grado di convincerci del contrario. Siamo sicuri, e lavoreremo con determinazione in questa direzione, che l’unica soluzione possibile è l’utilizzo integrale delle acque reflue depurate in agricoltura e per altri usi civili e industriali compatibili. Il tutto peraltro, coerentemente con ovvie esigenze di tutela ambientale e con gli indirizzi della Commissione europea e del ministero dell’Ambiente” conclude Mellone, “che per la vicenda analoga del depuratore di Sava e Manduria ha segnalato espressamente qual è la strada da intraprendere, appunto il riutilizzo dei reflui depurati”. Il primo cittadino ha inteso quindi chiedere all’assise comunale di esprimersi per la revoca del protocollo d’intesa con Regione, Acquedotto, e Autorità idrica per il completamento della realizzazione del sistema depurativo e fognario degli agglomerati di Nardò e Porto Cesareo sottoscritto dall’ex sindaco Marcello Risi il 30 settembre del 2015 e ratificato dal Consiglio comunale neritino alla fine del gennaio scorso.     

“Chiederò al Consiglio comunale di esprimersi per la revoca di un protocollo già sconfessato dallo stesso ex sindaco Risi un mese e mezzo dopo l’approvazione in aula con una singolare comunicazione personale all’Acquedotto” ribadisce Mellone, “e il 13 settembre andremo a Bari per un incontro su questo argomento delicatissimo e vogliamo portare la volontà contraria del Consiglio e quindi della città al protocollo e alla condotta”.

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