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Municipio e Gerontocomio, le incompiute di Nardò. Frasca e Fi cercano soluzioni

Le strutture abbandonate da decenni di via Incoronata e viale Aldo Moro inserite nell’Anagrafe delle opere incompiute in attesa di destinazione da parte del Governo. E si riaccende il dibattito politico. Frasca e Calabrese aprono tavolo tecnico

NARDO’ – Impietosamente iscritte nell’elenco dell’Anagrafe delle opere incompiute in attesa di destinazione. E da decenni vere e proprie cattedrali nel deserto, o “dinosauri” edilizi come spesso sono stati etichettati, che impattano la vista e generano. da tempo immemore. il disappunto della comunità di Nardò per lo spreco di denaro pubblico che non ha portato alla realizzazione delle opere e all’attivazione dei servizi. La triste storia dello “scheletro” del nuovo palazzo del municipio tra via Montale e via dell’Incoronata e quella dell’ex Gerontocomio, la grande casa degli anziani mai completata, sempre ricadente nell’agro neretino nella zona in uscita dalla città di via Aldo Moro verso la direttrice che porta verso la zona dei Pagani. Sono queste, tra le altre, le due grandi incompiute inserite nell’elenco pugliese delle opere senza un futuro, reso noto dal  Governo Renzi, ma da sempre croce e non delizia del dibattito politico e amministrativo in terra neretina. Per il Gerontocomio i cui lavori, intorno agli anni 90’, si pensava sarebbero giunti a completamento, si sono invece interrotti e mai più ripresi. Per un esborso per le casse della Regione Puglia di circa due miliardi delle vecchie lire.

Lo stesso immobile abbandonato al suo infausto destino e l’area del parcheggio antistante, sottoposta nel 2009 anche a sequestro da parte della Guardia di Finanza perché divenuta ricettacolo di rifiuti di ogni genere, attendono buone nuove sul proprio futuro. Ai tempi del commissariamento del Comune, retto dal già prefetto Giovanni D’Onofrio, dopo l’era del sindaco Vaglio, era giunta anche una possibile svolta con un interessamento legato alla realizzazione di un centro di riabilitazione sanitaria (e quindi al cambio di destinazione primordiale) legato ad una proposta di investimento dell’azienda ospedaliera del San Raffaele di Milano. La stessa opera era stata anche inserita nel piano delle alienazioni da parte dello stesso commissario straordinario. Poi nuovamente l’oblio. E la ricerca di soluzioni plausibili da parte dell’attuale amministrazione del sindaco Risi.

Sul versante opposto, nella zona nelle vicinanze della chiesa dell’Incoronata, ecco l’altra celebre incompiuta, l’ossatura in cemento di quello che sarebbe dovuto essere il nuovo palazzo comunale di Nardò. Anche qui oltre un miliardo e mezzo di vecchie lire impegnati e lavori bloccati negli anni 90’ per le cause più disparate. Ora sulla questione torna a dibattere la politica cittadina con una presa di posizione e d’impegno rispolverata dal gruppo di Forza Italia. “Ben due sono i mostri che imperano nell'agro neretino da oltre quarant’anni ed inseriti nell'elenco dell'Anagrafe delle opere incompiute in attesa di destinazione, il gerontocomio ed il nuovo municipio” dice il segretario cittadino azzurro Lucio Calabrese, “opere che nello stato di degrado in cui sono state abbandonate, nonostante i migliaia di euro spesi per la realizzazione, intercettati attraverso diverse trance di finanziamenti pubblici ma non sufficienti all'ultimazione del lavoro, rappresentano al momento un vero pugno nell'occhio per la città di Nardò, dal punto di vista dell'impatto ambientale ed allo stesso tempo l'immagine del fallimento della gestione della cosa pubblica. Come segretario di Forza Italia Nardò, ho sollecitato la commissione tecnica interna al nostro partito, a sviluppare una serie di progetti sulla riqualificazione delle strutture perché possano essere utilizzate ed animate all'interno della nostra comunità. Alcune sollecitazioni” prosegue Calabrese, “sono arrivate in merito allo studio della fattibilità di convertire le strutture in centri accoglienza per i senza tetto,  altre proposte che stiamo sviluppando mirano a realizzare degli open-space all'interno dei quali permettere alle associazioni locali di sviluppare il proprio lavoro in collaborazione con la comunità, incentivando sinergie e collaborazione e prevedendo anche la possibilità di realizzare un centro da destinare ad ospitare attività di aggregazione per i giovani, magari dandoli in gestione alle cooperative  locali".

Sulla questione anche l’esponente di punta di Fi Nardò, Mino Frasca, ormai prossimo candidato al consiglio regionale, ha inteso argomentare la posizione del suo partito. "Ogni forma d'investimento nel nostro paese va tutelata e utilizzata" dice Frasca "ed è per questo che appoggerò il lavoro che la commissione coordinata dal segretario cittadino produrrà e farò in modo che possa essere valutata nelle giuste sedi. E' uno scandalo che ci siano opere che giacciono incompiute da oltre quarant’anni, ma ancora più scandaloso è il fatto che si continuino ad ignorare. Fare politica vuol dire, mantenere i rapporti con la propria terra, vedere ciò che non va e fare in modo di accedere ai fondi che sia a livello regionale che comunitario ci sono, ma che troppo spesso non vengono intercettati. A breve” aggiunge il consigliere azzurro, “produrremo questo documento e convocheremo un tavolo tecnico con la partecipazione dei nostri parlamentari di riferimento per valutarne insieme fattibilità, tempi e modalità di realizzazione. Nardò deve iniziare a cambiare” conclude, “e per farlo dobbiamo crederci ed iniziare a fare nell'interesse della comunità, partendo da ciò che abbiamo e possiamo recuperare e non solo da progetti empirici”.

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