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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Pressing su Porto Cesareo per l’ampliamento del parco marino

Ancora bloccato l’iter per ampliare l’area marina protetta a sud di Portoselvaggio. Il Comune di Nardo si rivolge al docente Boero

NARDO’ - Se ne parla ormai da oltre dieci anni, da quando si è abbozzato l’iter istitutivo “allargato”, ma stavolta la comunità neretina è decisa ad andare sino in fondo per ottenere l’ampliamento dell’area marina protetta di  Porto Cesareo e Nardò con l’inclusione del tratto di mare prospiciente il parco a terra di Portoselvaggio. A smuovere le acque in questi giorni ci hanno pensato Mino Natalizio, coordinatore del Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano che ha rivolto  un appello anche a Ferdinando Boero, docente di zoologia all’università del Salento e anche il consigliere regionale salentino Cristian Casili che ha manifestato la volontà di impegnarsi presso la Regione affinché vengano superati attriti e resistenze ancora vive tra le comunità ioniche e si possa chiudere positivamente la vicenda. 

Questione che come detto risale ormai al 2006, quando il Comune di Nardò, supportato da studi scientifici, aveva avanzato al ministero dell'Ambiente una proposta di ampliamento dell’area del parco marino. A seguito di numerosi tavoli tecnici con i vari soggetti protagonisti (tra i quali i Comuni di Nardò e Porto Cesareo, la Provincia e anche la Regione) si giunse ad una bozza definitiva del nuovo decreto istitutivo dell'area marina protetta di Porto Cesareo e Nardò, con nuovi confini e zonazioni, e con il parere positivo della conferenza unificata Stato-Regioni. Tutto sembrava virare verso il meglio ma adducendo le proprie motivazioni il Comune di Porto Cesareo, con la categoria dei pescatori professionisti, decise di ricorrere al Tar del Lazio contro la volontà del ministero dell'Ambiente di ampliare ulteriormente i confini della riserva marina lungo la costa neretina. Lo stesso dicastero pur chiarendo che il Comune di Porto Cesareo non deteneva nessun titolo per impedire l’iter di ampliamento ha poi deciso in questi anni di congelare la procedura in attesa di un’auspicata intesa tra i due comuni. Un persistente disaccordo avrebbe ovviamente rappresentato una difficoltà nella gestione della nuova area protetta. E da allora che si attendono buone nuove soprattutto sul versante della comunità neretina che continua ad insistere per raggiungere l’ampliamento del parco marino.

“Chiediamo un autorevole intervento del professor Boero, che è uno dei massimi scienziati a livello continentale di zoologia marina, per aiutarci a completare l'iter istitutivo che porti all'ampliamento del tratto di mare prospiciente il parco a terra di Portoselvaggio” rilancia Mino Natalizio, “sono ormai passati oltre dieci anni da quando ebbe inizio l’iter istitutivo per l’aggiornamento dell'area marina protetta di Nardò e di Porto Cesareo, senza che lo stesso si sia definitivamente concluso. Questo a causa di un esasperato e ingiustificato campanilismo da parte di Porto Cesareo e nonostante il parere favorevole della conferenza unificata. Tanti anni e tanta acqua sotto i ponti sono passati, nel frattempo Nardò e Porto Cesareo hanno condiviso progetti attraverso il Sac Arneo-Costa dei Ginepri, la stessa area marina, il Gal Terra d’Arneo, nonché la gestione di importanti questioni ambientali come la depurazione e altro ancora” aggiunge il coordinatore del parco di Portoselvaggio, “insomma, si sta lavorando sempre più, anche con Gallipoli, in un’ottica di sistema e non di campanile. Ecco perché davvero diventerebbe incomprensibile se si continuasse ad osteggiare un ampliamento che non farebbe altro che aumentare il valore del niente e di tutta l'area marina protetta. Con l’occasione, peraltro, si potrebbe anche ridefinire la zonizzazione individuando la riserva integrale nel tratto di mare di fronte alla cosiddetta Punta della Lea, visto che ne ha le peculiarità”. E mentre Natalizio si dice fiducioso sull’intercessione benevola di Boero in supporto alle ragioni dell’ampliamento chiesto dal territorio di Nardò si pone anche il consigliere regionale del M5S, Cristian Casili.

“Auspico che si arrivi quanto prima ad estendere il confine sud dell'area marina protetta di Porto Cesareo dall'attuale Torre Inserraglio sino a Torre Dell'Alto, al fine di integrare, per la sua totalità, il parco naturale regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano” dice perentorio Casili, “la costa di Nardò ha tutte le caratteristiche necessarie per entrare nell’area protetto e per questo mi impegnerò in prima persona, così come ho fatto con la mia mozione votata nel 2015 all'unanimità che impegna il Governo regionale all'istituzione dei parchi marini pugliesi, a sollecitare la Regione affinché dirima le conflittualità tra i Comuni di Nardò e Porto Cesareo e dia seguito al suo ampliamento. Anche perché” conclude il consigliere pentastellato, “l’originaria opposizione, sia da parte del Comune di Porto Cesareo che da parte dei pescatori professionisti, appare priva di fondamento.  Infatti è ormai dimostrato come le riserve marine costituiscano prima di tutto un beneficio per i pescatori professionisti, che come noto non ricevono restrizioni, ma opportunità. Non solo, includere nella sua interezza la costa e le rispettive biocenosi marine del parco di Porto Selvaggio nella riserva marina è quanto mai opportuno e fattibile da un punto di vista tecnico e inoltre, garantirebbe la salvaguardia dei fondali marini anche attraverso un’appropriata valorizzazione e promozione. Non vorremmo pensare che, essendo l'area marina protetta forte catalizzatore di finanziamenti, questo rappresenti uno dei motivi per cui c'è tanta resistenza da parte del Comune di Porto Cesareo per l'ampliamento  della stessa. Dispiacerebbe se per Porto Cesareo l'area marina protetta dovesse rappresentare solo un marchio per dare visibilità alla località senza condividere questa opportunità con Nardó che con la questione dei reflui si è dimostrata collaborativa, e il mare non ha confini”. 

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