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Rigetta istanza cautelare / Nardò

Nessuna sospensiva per il decollo degli idrovolanti. Nuovo ok dei giudici

A quasi un anno esatto dalla legittimazione sancita dal Tar di Lecce anche i giudici amministrativi del Consiglio di Stato hanno inteso lasciare inalterato l’iter procedurale per la realizzazione di una idrosuperficie a Santa Maria al Bagno legata al progetto “Swan”

NARDO’ - A quasi un anno esatto dalla legittimazione sancita anche dal Tar di Lecce per il progetto “Swan”, che prevede la realizzazione di una idrosuperficie a Santa Maria al Bagno, anche i giudici amministrativi del Consiglio di Stato hanno inteso al  momento lasciare inalterato l’iter procedurale relativo all’approvazione del progetto legato alle rotte degli idrovolanti turistici.  

Con un’ordinanza pubblicata oggi i giudici della quarta sezione del tribunale amministrativo hanno infatti respinto l’istanza cautelare presentata dai ricorrenti per riformulare la sentenza del Tar di Lecce che nel luglio scorso aveva legittimato respingendo il ricorso contro il progetto dell’avio-superficie per gli idrovolanti lungo il litorale della marina neretina. Ora un nuovo passo avanti è stato compiuto, sempre appannaggio dell’amministrazione comunale, difesa in giudizi dal legale Paolo Galaballo che assicura che ora il nuovo servizio turistico potrà “decollare” una volta che tutta la struttura sarà pronta.        

Un iter “turbolento”

Nel mese di febbraio dello scorso anno Pierluigi Congedo, proprietario di un’abitazione vicina al Giardino della Memoria (sul lungomare Lamarmora di Santa Maria al Bagno) e presidente del comitato civico, aveva impugnato gli atti amministrativi relativi al progetto degli idrovolanti sul quale l’amministrazione del sindaco Pippi Mellone punta per incrementare l’economica e la mobilità turistica del territorio.

Due anni addietro, infatti, il Comune di Nardò ha ottenuto un finanziamento a fondo perduto nell’ambito del programma europeo Interreg Grecia/Italia 2014/2020, per un importo di 533 mila euro, per l’installazione di una idrosuperficie, con mini terminal, nella marina di Santa Maria al Bagno di Nardò. Il finanziamento era ovviamente condizionato alla realizzazione dell’opera nel volgere di poco tempo. E i lavori erano per altro già stati affidati con apposita determina dirigenziale.

Sul progetto dell’opera pubblica, redatto dall’ingegnere Antonio Vaglio, si svolta la relativa conferenza dei servizi per l’acquisizione dei pareri da parte delle autorità competenti. La conferenza dei servizi si è conclusa con l’acquisizione di tutti i pareri favorevoli alla realizzazione dell’opera, compreso quello della Soprintendenza.

Ma il 15 febbraio dello scorso anno proprio le risultanze della conferenza dei servizi ed i pareri acquisiti, in particolare quello della Soprintendenza, e tutte le autorizzazioni consequenziali all’approvazione del progetto, sono state impugnate con un ricorso al Tar posto a difesa dell’abitazione del ricorrente e presidente del comitato di Santa Maria al Bagno.

All’udienza camerale i legali del ricorrente avevano deciso di rinunciare all’istanza di sospensione che avevano richiesto contro i provvedimenti impugnati.

La decisione del Tar

Nel pomeriggio dello stesso giorno i legali hanno poi inteso notificare un ulteriore ricorso straordinario presentato al Presidente della Repubblica per conto di Bruno Congedo, padre del ricorrente e comproprietario della medesima abitazione, che contestava, per le stesse ragioni del figlio, i provvedimenti già impugnati da quest’ultimo.

Anche in questo caso l’amministrazione comunale di Nardò ha deciso di costituirsi in giudizio e di trasporre il giudizio al Tar di Lecce, sempre con l’avvocato Paolo Gaballo, che ancora una volta ha evidenziato la corretta la localizzazione dell’opera pubblica lungo la costa neretina, trattandosi di scelte che, pur essendo riservate alla discrezionalità dell’amministrazione, erano state adeguatamente istruite e motivate, tenendo conto anche del Giardino della Memoria. E visto che lo stesso sarebbe stato riqualificato, valorizzato ed impegnato solo in minima parte, senza alcun impatto secondo le tesi proposte dal Comune.  

Nel luglio 2021, i giudici della prima sezione del Tar di Lecce hanno pubblicato la sentenza che rigettava il ricorso  di Bruno Congedo, ritenendolo infondato. Secondo il Tar infatti, “l’amministrazione ha esercitato i propri poteri discrezionali senza omettere di valutare e comparare tutti gli interessi coinvolti dalla scelta localizzativa e in particolare l’interesse alla conservazione del valore simbolico del Giardino della memoria”.

L’appello al Consiglio di Stato

Il ricorrente però, non si dava per vinto, ed appellava al Consiglio di Stato la sentenza del Tar, chiedendone la sospensione dell’efficacia. L’udienza si è tenuta mercoledì scorso in presenza degli avvocati delle parti interessate.

Questa mattina i giudici della quarta sezione del Consiglio di Stato, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Gaballo, hanno quindi rigettato l’istanza cautelare ritenendo che “l’appello non presenta apprezzabili elementi di fumus boni juris, sia per quanto concerne la scelta della localizzazione dell’opera pubblica, sia in ordine alla dedotta violazione delle garanzie procedimentali”.

“E’ stato così scongiurato il rischio di perdita del finanziamento comunitario da parte del Comune di Nardò” commenta l’avvocato Gaballo, “e l’amministrazione comunale, nei prossimi giorni, potrà finalmente avviare ed offrire alla collettività un importante servizio turistico”.

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