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Nardò

“Prototipo”, gli ex collaudatori pretendono di tornare in pista

Non si arrendono i lavoratori licenziati due anni addietro dalle cooperative e protestano di fronte alla Prefettura. Reclamano l'intervento delle istituzioni e di Porsche, nuova proprietaria della pista, promettendo scintille

 

 

LECCE - Non si arrendono gli ex collaudatori della pista “Prototipo” di Nardò che ormai, con il passaggio di gestione dalla Nardò technical service alla Porsche, vedono definitivamente compromessa la loro possibilità di tornare a testare le autovetture sull’anello del circuito dedicato.
Si riaccende una protesta, questa mattina, davanti alla Prefettura di Lecce, che promette scintille se “le nostre legittime rivendicazioni non saranno prese in seria considerazione”, tuonano i 15 lavoratori. La loro vicenda professionale si trascina da anni ormai: licenziati dalle due cooperative Italian Job ed All Service, non hanno mai più rimesso piede in pista. Poi il braccio di ferro con le istituzioni, tra spiragli che si aprivano improvvisamente nella trattativa come l’ipotesi di riassunzione presso una nuova cooperativa, fino all’ultimo black out. I presidi ininterrotti all’ingresso della “Prototipo” sono valsi a poco e di sicuro non sono riusciti ad attirare su di sé l’attenzione desiderata. 
“Le trattative sono entrate in un vicolo cieco – spiega il referente dei collaudatori, Salvatore Stasi dei Cobas - Non ultima quella tenutasi presso la Provincia di Lecce su convocazione del presidente Antonio Gabellone, dopo la quale l’attuale management, che guarda caso è il vecchio, della pista di Nardò si è dileguato senza alcuna risposta. O più recentemente, quando sotto un sole cocente eravamo in presidio presso la pista, in occasione della prima apertura al pubblico con la nuova proprietà ed alla richiesta di incontro ci è stato risposto che non c’era alcun dirigente, una risposta sbagliata e risibile”.
La richiesta è che la vertenza ritorni nella mani della Prefettura di Lecce perché in quella sede si era trovato un punto di svolta positivo, “bruscamente interrotto a causa del colpo di teatro della vendita a Porsche e del conseguente dileguarsi della Ntc”, aggiunge il sindacalista che non dimentica quel “ finanziamento regionale di ben 9 milioni di euro erogato alla società di servizi, in cambio dell’assunzione di 23 unità”. 
La pazienza è finita, ribadiscono i lavoratori, nella consapevolezza che, in ogni caso, la soluzione non potrà che passare da una precisa volontà del gruppo tedesco. Come se non bastasse, una parte degli ex collaudatori che percepisce la cassa integrazione, lamenta un arretrato di due mesi: “Sarà proprio il caso di dire che piove sempre sul bagnato”, sottolinea ironicamente Stasi.
 

 

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