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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Tolti i sigili al ristorante "Ginetto", sequestrato due volte durante l'estate

Il sostituto procuratore Paola Guglielmi ha disposto il dissequestro del ristorante "Ginetto", sulla scogliera di Santa Maria al Bagno. La prima contestazione a luglio di capitaneria e municipale, poi il secondo sequestro una settimana addietro.

SANTA MARIA AL BAGNO (Nardò) – Il sostituto procuratore Paola Guglielmi ha disposto il dissequestro del ristorante “Ginetto”, sulla scogliera di Santa Maria al Bagno, marina di Nardò, storica attività della marina, un po’ fra i suoi simboli, esistendo da oltre trent’anni. Accolta, dunque, l’istanza dei proprietari, difesi dagli avvocati Pietro e Antonio Quinto. Il ristorante può quindi, riprendere l’attività.

I sigilli erano stati apposti per la seconda volta una settimana addietro su input della Procura, che aveva inviato gli ufficiali di polizia giudiziaria. Proprio così, perché, come si ricorderà, la struttura era finita una prima volta sotto la lente della capitaneria di porto di Gallipoli e della polizia municipale di Nardò nel pieno dell’estate. Il 16 luglio scorso fu infatti sottoposta ad un primo sequestro probatorio.

La contestazione: aver modificato l’intera area in concessione senza le autorizzazioni. In particolare, l’intera parte metallica di 150 metri quadri coperta da canne e pannelli in corrispondenza della rotonda che si affaccia sul mare, dove peraltro avviene l’attività di somministrazione durante la stagione estiva, un serbatoio interrato di Gpl e una piccola struttura ombreggiante di 12 metri quadrati in una zona a margine dell’area demaniale.

Tuttavia, il sequestro non era stato convalidato nei termini e quindi l’attività si era svolta regolarmente durante l’intera stagione.

Il 23 settembre, però, il sequestro è stato imposto nuovamente sulla scorta delle stesse contestazioni, questa volta per ordine della Procura di Lecce. E l’esercizio è stato chiuso.

I proprietari, attraverso gli avvocati Quinto, hanno presentato richiesta di dissequestro corredata dai progetti e dai titoli concessori che sono stati rilasciati nel tempo, documentando analiticamente come gli interventi contestati, ad eccezione della struttura ombreggiante, suscettibile d’immediato smontaggio, sebbene non riportati in dettaglio nell’ultima concessione demaniale, siano stati in realtà regolarmente assentiti dall’autorità demaniale. Sarebbero quindi risultati del tutto regolamentari.

Il sostituto procuratore ha preso atto della documentazione e ha disposto l’immediato dissequestro e la restituzione ai proprietari. E’ stata smontata solo la struttura di 12 metri quadrati. 

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