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Migranti stagionali nel “recinto” di Scianne. Sel e Comune in polemica

Il piano di accoglienza varato dall'amministrazione comunale tra Nardò e Copertino ha generato il risentimento di Sel: "Sito inadatto per garantire diritti e servizi". Ma l'assessore Marinaci replica: "Accordo con la Prefettura

NARDO’ - La stagione dell’accoglienza dei migranti in terra neritina lascia sempre il segno. I braccianti stagionali, che ormai da diverso tempo stazionano a ridosso delle campagne e della cittadina salenitina, da quest’anno hanno trovato dimora non nella masseria di Boncuri, ma in una nuova area lungo la direttrice tra Nardò e Copertino, in località “Scianne”. Una soluzione per risolvere l’annosa questione dell’accoglienza estiva dei lavoratori extracomunitari che ha generato non poche rimostranze, nonostante le buone intenzioni palesate dall’amministrazione comunale retta dal sindaco Marcello Risi. Colloqui, telefonate e vertici in prefettura alla vigilia del “fenomeno” estivo che caratterizza da decenni ormai il lavoro stagionale della raccolta delle angurie e dei prodotti della terra, non sono mancati. Così come i sopralluoghi e le denunce dei sindacati, come il recente allarme lanciato dalla Cgil.

Come comunicato dal sindaco Risi nell’incontro con il prefetto Giuliana Perrotta, alla presenza anche del vicesindaco Carlo Falangone e dell’assessore alle attività produttive Giancarlo Marinaci, le misure di accoglienza messe in atto dall’amministrazione comunale in favore dei lavoratori stranieri si sono concentrate proprio nella sistemazione dell’area in località “Scianne”. Qui secondo il piano approntato dal Comune un’area camper è stata  attrezzata con 14 tende (ciascuna in grado di accogliere cinque persone), 10 bagni chimici, 3 docce, 9 punti di approvvigionamento di acqua, un'area parcheggio per auto e un ufficio per l’accoglienza e per la vigilanza. L’area è ovviamente destinata a lavoratori extracomunitari in regola con la legislazione nazionale ed in possesso di regolare ingaggio di lavoro. All’allestimento dell'area hanno contribuito, con un contributo economico, anche i datori di lavoro.

Rassicurazioni e illustrazioni delle misure e sul campo di accoglienza per i migranti che non hanno trovato comunque la condivisione e l’apprezzamento del circolo “noveaprile” di Sel. “Le nostre aspettative sono state del disattese, poiché l’amministrazione comunale, nonostante la nostra tempestiva, incalzante e costante sollecitazione, non ha programmato alcuna pianificazione, optando per una improvvisata, costosa, quanto inutile operazione d’immagine” accusano in una nota da Sinistra ecologia e libertà, “si è preferito, infatti, investire denaro pubblico, somme che peraltro dovrebbero essere totalmente a carico dei datori” aggiungono da Sel, “per allestire un recinto distante diversi chilometri dai centri abitati di Nardò, Sant’Isidoro e Copertino, immerso nel nostro entroterra, totalmente isolato da qualsiasi servizio e di proprietà privata, piuttosto che utilizzare immobili e terreni di proprietà comunale, come la Masseria Boncuri, perché luogo simbolo delle lotte e delle rivendicazioni lavorative dei migranti. Ai nostri occhi questa operazione appare volta a celare le vere condizioni di vita e di sfruttamento dei lavoratori stagionali”.

Un j’accuse sul quale l’assessore comunale Giancarlo Marinaci ha avuto anche modo di replicare sulla stampa, stigmatizzando le rimostranze mosse dal circolo locale di Sel. “La struttura in località Scianne è stata approntata in tempi rapidi, dispone di 14 tende, e di 70 posti letto, è dotata di dieci bagni chimici, acqua e docce, e sarà provvista di area parcheggio e di maggiori controlli perché si opererà nel rispetto delle regole” ha spiegato l’assessore comunale, “e il piano è frutto della collaborazione tra più istituzioni, Comune di Nardò e Prefettura. Sul costo incidono anche altri punti di raccolta non autorizzati che saranno comunque serviti da acqua potabile e bagni chimici. Stupisce che la polemica giunga proprio da chi ha sempre detto che i diritti universali dei cittadini sono bandiere da sventolare”.

La realtà dei fatti sarebbe invece ben diversa e distante dalle dichiarazioni di assessori e consiglieri comunali della maggioranza secondo il circolo Sel, forza politica per altro organica al governo Risi. Che insiste e rincara la dose. “Dai nostri colloqui quotidiani con i migranti emerge l’assoluta impossibilità degli stessi a recarsi e rinchiudersi in un luogo così mal posto e distante da ogni centro abitato, atteso che i più non hanno alcun mezzo di trasporto, e quindi, nessuna reale e concreta possibilità di acquistare e preparare del cibo o recarsi alla mensa messa a disposizione dalla Caritas.

I migranti, infatti, ad oggi, stanziano da più di un mese all’interno di una ex falegnameria pericolante, nell’uliveto adiacente e in numerosi casolari diroccati disperi nelle campagne tra Nardò e Copertino. Al di là del nostro profondo sconcerto” concludono dal circolo neretino, “non smetteremo di incalzare l’amministrazione comunale , di cui pur facciamo parte, che sempre di più si caratterizza come corporativa e conservatrice, incapace di trovare soluzioni innovative e lungimiranti, affinchè si possa finalmente predisporre un vero piano di accoglienza e integrazione, privilegiando nell’interlocuzione, non solo i datori ma le realtà associative e le figure competenti presenti sul nostro territorio, al fine di trasformare l’emergenza cronica che insiste da più di vent’anni in un vero modello di convivenza, oltre che di accoglienza, da esportare e di cui andare fieri, anziché vergognarsene”.

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