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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Una marea di firme contro la condotta. Ma Legambiente “approva” il progetto

Continua la mobilitazione della comunità neretina contro la realizzazione della condotta a mare legata al progetto di completamento della rete fognate e depurativa di Nardò e Porto Cesareo. Raccolte oltre mille firme. Ma Legambiente avverte: “E’ la soluzione migliore”

NARDO’ - La mobilitazione non si ferma per la comunità neretina impegnata a contrastare sul nascere l’attivazione del protocollo d’intesa fra Regione, Comune, Autorità Idrica e Acquedotto per la realizzazione della condotta sottomarina per lo scarico delle acque reflue al largo del litorale di Torre Inserraglio. Dopo il boom di adesioni alla raccolta di firme (oltre mille le sottoscrizioni raccolte nella mattinata di domenica a Santa Maria al Bagno) avviata dalla comunità militante di Andare Oltre e dal consigliere comunale Giuseppe Mellone, oggi i banchetti per la petizione sono posizionati su viale Grassi sino alle 21. L’obiettivo è quello di raggiungere 3mila sottoscrizioni con le quali richiedere il referendum popolare e far esprimere direttamente la volontà cittadina.

Il fronte del “No” alla realizzazione del “tubo a mare” e del relativo progetto di compensazione per completamento della rete fognaria delle marine di Nardò e di Porto Cesareo e l’adeguamento delle piattaforme depurative per il riutilizzo delle acque reflue anche in agricoltura, ha già previsto una manifestazione di piazza per la serata del 3 luglio prossimo. Così come di contro il sindaco Marcello Risi e l’amministrazione comunale neretina hanno programmato una serie di incontri informativi, a partire dal mese di luglio, proprio per fare chiarezza ed esporre vizi e virtù del progetto in essere e sui vantaggi che l’attuazione di quel protocollo d’intesa potrà determinare per risolvere il problema della depurazione per i territori di Nardò e Porto Cesareo. Avallando il principio che la condotta a mare è l’unica soluzione possibile per realizzare una rete fognante adeguata ed eliminare lo scarico attualmente sottocosta che impone anche il divieto di balneazione per oltre un chilometro.                 

Una tesi sulla quale converge oggi anche Legambiente Puglia che in buona sostanza ritiene che “il protocollo di intesa fra Regione, Comune, Autorità idrica e Aqp rappresenta un passo in avanti nella soluzione del problema della depurazione negli agglomerati di Nardò e Porto Cesareo”. E quindi anche per gli esponenti del cigno verde regionale la realizzazione della condotta a mare e l’esecuzione dell’intero progetto legato alla rete fognante e depurativa di quei territori è da considerarsi positivamente e non demonizzata. “Il via libera alla realizzazione della condotta sottomarina di Nardò rappresenta la migliore soluzione possibile dal punto di vista tecnico-giuridico per la definizione dell’annoso problema della depurazione dei reflui in questa area”. commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, “il protocollo d’intesa siglato fra Comune di Nardò, Regione Puglia, Autorità idrica pugliese e Acquedotto pugliese contribuirà a migliorare la qualità delle acque reflue ponendo fine, nel frattempo, ai campanilismi che per troppi anni hanno rappresentato un ostacolo per il raggiungimento di una soluzione condivisa ed efficace”.

Entrando nel merito della questione progettuale Legambiente intende chiarire che il Comune di Nardò, “oltre che ottenere importanti benefici dal punto di vista ambientale, eliminando l'attuale situazione di scarico a mare sottocosta dei propri reflui”, potrà vedere realizzate le reti fognarie nelle aree degli insediamenti delle marine neretine di Santa Maria al bagno, Santa Caterina, Torre Inserraglio, Sant’Isidoro e Torre Squillace. “Senza contare l'adeguamento tecnologico dei due depuratori di Nardò e Porto Cesareo” aggiunge Tarantini, “finalizzato al trattamento dei reflui per il loro successivo riutilizzo in agricoltura, attraverso la rete idrica del Consorzio di bonifica dell'Arneo e dell’Arif, l’Agenzia regionale delle opere irrigue e forestali”. Secondo Legambiente inoltre il protocollo di intesa “garantisce il monitoraggio costante della qualità delle acque depurate, ulteriori studi meteo marini, oltre all'eliminazione del divieto di balneazione che attualmente interessa centinaia di metri della fascia costiera di Torre Inserraglio, a causa dello scarico a mare in battigia, dei reflui provenienti dal depuratore di Nardò”.

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