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"Uno stadio accessibile". L'appello di un disabile tifoso del Toro

Abbattere le barriere architettoniche nello stadio comunale. Lo chiede al Comune il centro studi "Don Milani", che fa sua la vicenda di Antonio, tra i fondatori del club Fedelissimi e dal 2002 costretto su una sedia a rotelle

 

NARDò - Abbattere le barriere architettoniche nello stadio comunale di Nardò, dove non vi sarebbe un’accessibilità adeguata per i diversamente abili. Lo chiede a gran voce il centro Studi "don Milani" che, nell’ambito di un dibattito sull'accessibilità in città, ha ricevuto, facendo sua, un’istanza da parte del signor Antonio De Bellis.

“Antonio ha 49 anni, tifoso di calcio ed è uno dei soci fondatori del "Club fedelissimi" di Nardò”, spiega Paolo Marzano, coordinatore del centro. “Purtroppo deve rinunciare alla sua forte passione sportiva perché dal 2002 è costretto a muoversi su una carrozzella”.

“Da quell'anno, infatti – prosegue - ,  la sua vita è cambiata totalmente come pure il volto della sua amata città e, a suo dire, non sentita più come un ambiente confortevole, ma come ostacolo invalicabile. La sua passione è fortemente limitata dal fatto che all'interno dello stadio comunale di Nardò “Giovanni Paolo II” non sussiste la possibilità di un percorso idoneo con zone di sosta adeguata alla ‘buona’ visione degli eventi calcistici”.

Secondo Marzano, però, “il tema sollevato non è altro che la punta di un iceberg di uno stato di fatto a cui prestare molta attenzione  ai fini dello sviluppo sociale e civile di Nardò.  Da qui la decisione di inviare un comunicato all'amministrazione comunale e agli enti preposti alla cura e all’elaborazione dei programmi di abbattimento delle barriere architettoniche”.

Ovviamente, la vicenda non si conclude qui, perché Il centro Studi "don Milani" di Nardò, “si riserva ulteriori e più approfondite analisi con l'apporto determinante e sostanziale dei cittadini tutti, ed è convinto che questo mondo sommerso esistente nella realtà cittadina deve assolutamente venire alla luce”. Dunque, pressante è l’invito alla cittadinanza di segnalare casi, per far sì che si arrivi ad un’adeguata soluzione. 

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