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Al procuratore antimafia Cataldo Motta il riconoscimento “Messaggero di pace”

Nell'ultima serata della Settimana della Cultura Unesco, consegnato il premio all'uomo da anni in prima linea contro la Scu. Spazio anche alla Lila di Lecce e alla descrizione speciale del Salento del cantautore Mino De Santis

OTRANTO – La legalità, la lotta alla mafia, il ricordo delle stragi siciliane vent’anni dopo, sono stati i temi principali dell’ultima serata della Settimana della Cultura Unesco, che ha visto come protagonista di un’intervista pubblica il procuratore di Lecce, Cataldo Motta. Il magistrato ha raccontato, partendo dalla propria esperienza sul campo e dalla collaborazione con la propria squadra, l’attualità dell’antimafia e del contrasto al crimine.

Nell’occasione, il procuratore è stato insignito del premio “Messaggero di pace – Città di Otranto”, consegnatogli dal sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, con la seguente motivazione: “A Cataldo Motta, che ha fatto dell’impegno per la legalità, del rispetto del diritto e della Costituzione, della promozione della verità, della ricerca della giustizia, elementi basilari della propria opera professionale e della propria cultura umana. La sua dedizione personale a questi temi, che rappresentano punti cardine per l’Unesco, lo rendono a tutti gli effetti la una figura che contribuisce, nel suo ruolo, al perseguimento della pace e dei diritti umani come scopo ultimo”.

A seguire la ricca serata conclusiva ha visto la partecipazione delle rappresentanti della Lila Lecce, Viviana Bello e Simona Cleopazzo, che hanno raccontato l’esperienza di promozione di una cultura di consapevolezza anche nell’ambito sessuale, puntando l’attenzione alla prevenzione di una malattia, che esiste ancora, sebbene abbia meno visibilità del passato. Alle due volontarie è stato assegnato il premio “testimoni di pace per le politiche sociali e della solidarietà”.

A concludere la serata, la presentazione dell’album “Caminante” di Mino De Santis, che, accompagnato dal proprio gruppo, ha cantato live i brani del disco, proponendo anche le canzoni di “Scarcagnizzu”. A Cosimo Lupo, infine, il premio “testimone di pace per la cultura e la promozione del territorio”.

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