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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Strutture amovibili per locali, dal sindaco uscente monito alla Soprintendenza

Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta cautelare del ministero dei Beni Culturali per la sospensione di una sentenza breve del Tar di Lecce

OTRANTO – Il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla questione dei "dehors" per locali pubblici che a Otranto ha alimentato diverse polemiche e ricorsi. Il regolamento comunale, approvato nel 2015, consente la collocazione di strutture in legno chiaro con possibile chiusura a vetri.

In più occasioni, però, la Soprintendenza aveva ritenuto quegli arredi amovobili incompatibili con il contesto del centro storico e aveva indicato come unica via praticabile, per la copertura dei tavolini all’esterno, la collocazione di ombrelloni in tessuto chiaro.

Contro i provvedimenti di diniego della Soprintendenza sono fioccati i ricorsi: tra questi quello della titolare di un noto ristorante nei pressi del Castello Aragonese che nella scorsa primavera aveva presentato al Comune di Otranto istanza di permesso di costruire per la sostituzione del gazebo in ferro con uno della tipologia prevista dal regolamento.

La Commissione locale per il paesaggio aveva dato il via libera, ma la Soprintendenza aveva bocciato il progetto. Da qui il ricorso, presentato dall’avvocato Mauro Finocchio e accolto dalla sezione leccese del Tar che poi aveva replicato la medesima posizione su altri ricorsi analoghi. La Soprintendenza ha così chiesto al Consiglio di Stato la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza del Tar.

La sesta sezione della supremo organo della giustizia amministrativa ha negato la richiesta “tenuto conto della sopravvenuta realizzazione della struttura in oggetto e della prevalente esigenza di mantenere ferma la situazione di fatto fino alla decisione di merito”.

Il sindaco uscente Luciano Cariddi (anche a Otranto si vota domani) non risparmia strali, sebbene il procedimento sia solo in fase cautelare e non di sentenza dopo la decisione di merito: “Anche la posizione del Consiglio di Stato conferma il buon operato del Comune. Il nostro regolamento prevede un nuovo modello di dehors per migliorare esteticamente gli spazi esterni dei pubblici esercizi rispetto alle attuali strutture. Purtroppo, però,  la soprintendenza non ha voluto ascoltare ragioni costringendo i nostri imprenditori a dover ricorrere alla giustizia amministrativa, affrontando costi notevoli che avrebbero potuto risparmiarsi. Mi auguro che da parte della soprintendenza si voglia prendere atto che la contrapposizione praticata sempre e comunque, a prescindere dalla buona qualità delle proposte progettuali, produce solo danni ai territori, snaturando il ruolo della stessa”.

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