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Deputato incalza sindaco: "Ricorso respinto, alloggio popolare va liberato"

La vicenda riguarda un immobile a Otranto, assegnato anni addietro all'attuale primo cittadino, poi decaduto del diritto, ma occupato da una sua parente. Donno, del M5S: "Non ci sono più scuse"

LECCE - Il tribunale civile di Lecce ha rigettato il ricorso d'urgenza presentato dal sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi contro il provvedimento di decadenza dal diritto di assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica che si trova in via Idrusa, firmato il 10 maggio scorso dal dirigente del settore Affari Generali. 

Il deputato del M5S Leonardo Donno, da anni impegnato sul tema delle occupazioni delle case popolari in provincia di Lecce, ha commentato: "Adesso non ci sono più scuse: quell'alloggio deve essere sgomberato, come già sarebbe dovuto accadere entro il 7 novembre dello scorso anno. Quella casa popolare spetta di diritto a qualcun altro e invece, da anni, è tenuta indebitamente in ostaggio". 

La vicenda otrantina è balzata all'attenzione del parlamentare dopo un accesso agli atti presso Arca Sud per avere il polso di tutte le occupazioni senza titolo o per decadenza del beneficio. Va ricordato che da quando sono iniziati gli accertamenti da parte degli enti preposti il primo cittadino si è difeso sostenendo di essere dal 1999 promissario acquirente: "Cariddi, mi preme ricordarlo da anni aveva comunque perso il diritto di godere di un alloggio popolare, avendo una fonte reddituale non corrispondente ai criteri di assegnazione di un alloggio residenziale pubblico - spiega Donno -. Da qui i motivi che mi hanno spinto a presentare un esposto in Procura sulla vicenda. All’esposto seguì poi il ricorso al Tar del sindaco contro il provvedimento dell’ufficio Affari Generali del suo stesso Comune, che lo obbligava a lasciare l’immobile entro 180 giorni. In vista della Camera di Consiglio, il sindaco ha comunicato ufficialmente di voler rinunciare al suo ricorso, tant’è che i giudici lo hanno dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse".

Dopo il pronunciamento del giudice civile il deputato ha scritto al prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, al Comune di Otranto e al locale comando di polizia chiedendo di essere tenuto al corrente dei tempi previsti per la procedura di sgombero e per l'eventuale iter di riassegnazione "mediante apposita graduatoria". Per Donno non c'è nulla di personale nella battaglia intrapresa e nemmeno una sottovalutazione del problema casa e delle sue sfaccetatture: "Gli approfondimenti che il sottoscritto ha condotto e intende continuare a condurre - ha precisato - sono finalizzati proprio alla tutela dei più fragili, di chi subisce ingiustizie in silenzio e attende il suo turno per anni, parcheggiato in una graduatoria che non sempre è garanzia di legalità e giustizia. Nelle prossime settimane intraprenderò ulteriori iniziative in tutti i Comuni coinvolti in questo fenomeno, non c'è più tempo da perdere. Chiedo il supporto e il sostegno di tutti, soprattutto di chi rappresenta le Istituzioni ad ogni livello. Sono convinto che, in tutto questo, il ruolo delle Istituzioni debba essere nitido, trasparente e ben definito. E un sindaco, che io sappia, è un’Istituzione, almeno fino a prova contraria. Ed è chiamato a dare il buon esempio e a farsi garante, prima di ogni altra cosa, del principio di giustizia sociale. Adesso ne attendiamo la prova concreta".

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