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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ed ora Otranto fa i conti con la fuga dei turisti

Stagione finita e solito problema di una città vuota ad ottobre; l'amministrazione, attraverso il confronto con le categorie di settore ed alcune iniziative, prova a rilanciare il "turismo permanente"

Entra nel vivo il lungo inverno di Otranto: sembra l'ossimoro perfetto, ma fotografa efficacemente la situazione della città. I flussi turistici sono ormai alle spalle ed Otranto ripiomba nella sua calma permanente; e se da una parte, tanta quiete può anche sollevare dal viavai caotico e continuo della bella stagione, d'altro canto s'impone una riflessione su una progettazione turistica che deve fare i conti con questo rito, ormai consolidato, di improvviso immobilismo. Cosciente che questo argomento sia di vitale importanza, l'amministrazione otrantina ha aperto un dibattito, nei giorni scorsi, con le categorie del settore turistico, per una vera e propria fase di studio del fenomeno, nella ricerca di proposte concrete per il rilancio cittadino, oltre i consolidati successi della stagione estiva. L'amministrazione ha incontrato prima i ristoratori e i baristi e successivamente gli operatori commerciali, dando il via ad una serie di confronti sulle tematiche della gestione dei servizi da rendere ai consumatori e sulle prospettive del turismo otrantino. Inutile ribadire che il nocciolo di ogni problema si è ritrovato nella cosiddetta "stagionalità otrantina", un meccanismo da tempo innescatosi nella struttura stessa della città, che l'ha portata a "vivere" solo di pochi mesi, a cavallo tra aprile ed ottobre (nelle migliore delle ipotesi).

Capire i motivi del fenomeno non è arduo: LeccePrima, soprattutto nel corso della stagione estiva, aveva abbondantemente accertato alcune questioni strutturali che tuttora gravano sulla "cultura turistica" locale. Lo stesso sindaco, Luciano Cariddi, nel corso di uno dei dibattiti, è con forza ritornato sul problema: "Otranto, da un alcuni anni, rischia di diventare una marina. Temo si sia attivato un circolo vizioso che potrebbe portare ad un peggioramento della situazione. C'è una tendenza in atto: arrivato ottobre, si fanno scappare i turisti. Quasi tutti gli esercizi di Otranto chiudono per riaprire in primavera o addirittura in estate. Questo va a nostro sfavore, perché un visitatore scontento avrà più motivazioni per parlare male della nostra città, di quante ne abbia uno soddisfatto". Per questo, l'amministrazione sembra orientata ad operare alcune proposte semplici, per rispondere al problema: innanzitutto trovare un impegno comune con le categorie, per sancire che almeno il 50 per cento degli esercizi comunali restino aperti anche nella "stagione fredda".

Naturalmente non basta solo questo: c'è un compito proprio dell'amministrazione, che deve, in qualche modo, creare i presupposti per un turismo "permanente" sul territorio, con iniziative che diano fermento alla città e sappiano attrarre interesse anche nella stagione invernale. Da questo punto di vista, l'amministrazione sarebbe seriamente intenzionata a dotare Otranto di un più ampio programma culturale, che sia stabile nell'anno e che possa diventare uno dei punti di forza del settore turistico. Il programma al vaglio dovrebbe presentarsi come un grosso contenitore, suddiviso in quattro diversi momenti, così abbozzati: la riconferma e l'incentivazione dell'Alba dei Popoli, la manifestazione del periodo natalizio; la riproposizione di un evento estivo, posto tra giugno e luglio, che riproponga lo schema dell'"Otranto Festival", rassegna culturale a 360°, che tanta fortuna ha fatto nella sua breve vita; a fine settembre, quindi, un momento legato al cinema e al teatro, con un tributo doveroso per il maestro, Carmelo Bene, cittadino onorario di Otranto; e, per consolidare il ruolo della "Città dei Martiri", alcune manifestazioni a sfondo religioso, da programmare evidentemente nei ponti primaverili.

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