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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Gasdotti nel Salento, Otranto non chiude la porta ad una soluzione condivisa

Il sindaco della città adriatica, che lunedì parteciperà al tavolo presso la Presidenza del Consiglio sulla questione Tap, fa il punto della situazione e individua una via d'uscita: un accordo con Igi Poseidon che dispone già di tutte le autorizzazioni

OTRANTO  – Gasdotto, Otranto non chiude la porta. In vista del confronto di lunedì prossimo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il sindaco della “perla dell’Adriatico”, Luciano Cariddi, lascia aperto uno spiraglio, ma una condizione: che Tap e Igi Poseidon si siedano allo stesso tavolo, sotto il coordinamento di un’autorità politica forte, per condividere un’unica soluzione progettuale in luogo delle due attualmente esistenti.

Come noto, Tap prevede di importare gas naturale dall’Azerbaijan attraverso la Turchia, la Grecia, l’Albania, con approdo sul litorale di San Foca: l’opposizione dell’amministrazione comunale di Melendugno e della Regione Puglia ha compromesso l’esito positivo della conferenza per l’autorizzazione unica presso il ministero dello Sviluppo economico e in queste settimane è in corso l’ultimo tentativo di mediazione, con la valutazione anche di ipotesi alternative (tra cui Otranto). L’ultima parola, in caso di mancato accordo, spetta al Consiglio dei ministri, alla presenza del presidente della regione interessata.

Defilato nel dibattito è invece rimasto il progetto targato Igi Poseidon (formata dall’italiana Edison e dalla greca Depa), che, come sottolinea il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, dispone già dal 2011 di tutte le autorizzazioni e ha anche ottenuto una proroga per l’avvio dei lavori, perché intanto la scelta degli azeri, detentori dei giacimenti del Mar Caspio, di puntare su Tap, ha cambiato lo scenario: ma in questi giorni la società ha formalizzato l’entrata in possesso nelle aree demaniali marittime di cui ha ottenuto la concessione e, informa Cariddi secondo informazioni in suo possesso, starebbe trattando con Israele e Cipro come paesi di approvvigionamento. Certo, di qui a dire che l’accordo è dietro l’angolo ce ne corre, anche perché la questione dell’approvvigionamento energetico europeo si intreccia con gli equilibri nella zona mediorientale e con i rapporti bilaterali tra i paesi interessati dai tracciati: basti pensare alla Grecia, a Cipro e alla Turchia.

Per il primo cittadino idruntino, comunque, l’ipotesi che il Salento possa ospitare due gasdotti, a breve distanza l’uno dall’altro, è tutt’altro che scongiurata: “Da cittadino di questa terra e da rappresentante delle istituzioni credo che in tal caso si debba parlare di totale fallimento e di incapacità politica da parte dei nostri governanti. Mi riferisco nello specifico al governo nazionale e a quello regionale pugliese, i quali, evidentemente, non hanno saputo gestire le politiche legate all’infrastrutturazione energetica”.

Cariddi è convinto, in fondo, della mancanza di coordinamento nell’ambito della politica energetica italiana: “Noi crediamo – argomenta il sindaco - che ci si sarebbe dovuti adoperare a livello nazionale e regionale innanzitutto con una pianificazione preventiva che stabilisse quante e quali infrastrutture energetiche ospitare sul nostro territorio, e dove farle approdare con il minor impatto, anche perché da tempo sono conosciute le mire di diverse multinazionali sulla nostra costa. Negli uffici dell’Assessorato regionale per lo Sviluppo Economico è esposto, da diversi anni, un pannello indicativo di una serie di infrastrutture energetiche (elettrodotti, gasdotti, oleodotto) provenienti da est e che puntano tutte sul tratto di costa tra Otranto e Brindisi”.

Luciano Cariddi-5-4Ma Cariddi entra anche nel merito delle proposte progettuali e, dopo aver ricordato che l’assenso al piano di Igi Poseidon è venuto dopo un confronto aperto con il coinvolgimento attivo dell’amministrazione locale per individuare le soluzioni con il minor impatto possibile per un territorio a forte vocazione turistica, esprime qualche perplessità sul gasdotto di Tap “sia per la procedura politico-amministrativa seguita che per le soluzioni progettuali adottate. Da una comparazione tecnica di cui disponiamo, si evidenzia il notevole maggiore impatto del progetto Tap rispetto al progetto Igi Poseidon, e già questo ci lascia non poco perplessi dal momento che si tratta di due infrastrutture immaginate per portare da noi lo stesso gas, per cui non si spiegano tali sostanziali differenze nelle opere da realizzare per i due gasdotti”.

Il sindaco di Otranto, lunedì, sarà quindi a Roma insieme ai colleghi di Brindisi, Torchiarolo e San Pietro Vernotico, nei cui territori ricadono le alternative a San Foca già studiate da Tap. E la sua posizione appare quella di chi non si vuole sottrarre ad una scelta consapevole: “Spero a questo punto – conclude Cariddi - che si voglia provare finalmente ad essere tutti un po’ più razionali e seri, cercando di giungere ad una soluzione che garantisca, da un lato, l’infrastrutturazione energetica indispensabile per il Paese, vista anche la crisi dei rapporti internazionali in quei Paesi nostri maggiori fornitori di gas (Russia e Paesi del Nord Africa) e, dall’altro, la salvaguardia ambientale delle nostre coste”.

D'altra parte sono le integrazioni allo studio di impatto ambientale presentate ad aprile scorso da Tap, con l'illustrazione delle 11 alternative a San Foca,  a rendere per lo meno immaginabile una strada condivisa: una delle opzioni, infatti, ricalca nel tratto sottomarino il tracciato di Igi Poseidon, salvo prevedere la realizzazione del terminale di ricezione in un'area diversa. Ma perché questa coincidenza si traduca in qualcosa di concreto bisognerebbe contemperare gli interessi di società molto potenti, in grado di condizionare il mondo istituzionale e politico che invece dovrebbe regolare il loro operato.

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