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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Gira l'Italia", l'impresa, le polemiche sulle regole e l'accoglienza

Ha suscitato clamore il caso dell'uomo che sta affrontando in solitaria la traversata della penisola in canoa, dopo il suo approdo ad Otranto e la presunta mala-ospitalità ricevuta: il valore della sfida prescinde dalle norme?

OTRANTO - Sta attirando attenzione l'impresa agonistica tentata dal signor Fabrizio Trivella, detto "Fabrizio Gira l'Italia", 57enne ligure che, a bordo di una canoa, vuole attraversare la penisola (isole escluse), dopo essere partito da Lerici (in provincia di La Spezia), per approdare a Trieste: un viaggio in solitaria che merita il rispetto e la considerazione proprie per chi tenta una sfida simile. A metà del suo tragitto, è arrivato in Puglia, ad Otranto, dove le attenzioni sportive si sono spostate su questioni di ordine normativo.

Qualcuno ha evidenziato che l'impresa si sia scontrata col "rigore" della legge, tanto che lo stesso protagonista si è lamentato a mezzo stampa di non aver ricevuto un'accoglienza degna del caso, essendo stato "cacciato" dalla spiaggia, dove intendeva sostare e mettere le tende. Arrivato nel pomeriggio di domenica all'altezza di Porto Badisco, stremato e in difficoltà per le pessime condizioni di mare e vento, ha chiesto aiuto alla Red Fox, imbarcazione che lo ha rimorchiato e scortato, nella baia di Otranto: approdato in uno dei lidi cittadini, ha chiesto di mettere la tende, ricevendo dal bagnino e dai titolari una risposta negativa, non dovuta ad ostilità alcuna, ma sulla base delle normative regionali che non permettono il campeggio o tutto ciò che possa rimandare ad un presidio abitativo in spiaggia.

D'altra parte, la multa sarebbe stata recapitata al concessionario e, come spesso accade in situazioni simili, col rischio che a pagarne di tasca propria sarebbe stato lo stesso bagnino, responsabile di una disattenzione simile. Eccesso di zelo nell'applicazione della legge? C'è chi lo potrebbe pensare, visto che in Italia la burocrazia elefantiaca rappresenta uno scoglio spesso insuperabile; ma è anche vero che se le conseguenze dirette poi le pagano gli altri, bisognerebbe anche sapersi mettere nei loro panni e comprendere meglio le situazioni.

Per cui, pur trattandosi di una lodevole impresa, non essendo a tutti nota, e, soprattutto, avendo a parziale giustificazione un foglio timbrato della Capitaneria di La Spezia (che attesta la ricezione dell'informazione, ma non vale come risposta ad una richiesta e, peraltro, qualora lo fosse la competenza sarebbe comunque provinciale), è normale che un bagnino debba tutelare il rispetto delle regole.

Da questo principio di buon senso, si deducono due ulteriori valutazioni: una sulla sicurezza e l'altra sull'accoglienza. Per quanto riguarda il primo punto, si deve tener conto che chi affronta un'impresa agonistica, oltre alla preparazione fisica, si dota di un'equipe di supporto, che lo possa sostenere nel reperimento delle informazioni sanitarie, meteo e logistiche. Negli occhi di tutti c'è la "traversata mediatica" di Beppe Grillo nello stretto di Sicilia: a distanza lo affiancava uno staff, pronto ad intervenire nel caso di un imprevisto. Massimo Voltolina, recordman che, proprio nelle acque di Otranto, ha stabilito la traversata a nuoto sulla tratta Italia-Albania (scortato anche lui dalla stessa Red Fox), aveva a sua disposizione un gruppo di collaboratori che gli garantivano il supporto necessario e tutta una serie di enti informati del suo passaggio per garantire il corretto svolgimento della sua iniziativa.

Le imprese si costruiscono con il coinvolgimento delle autorità del luogo, che, oltre a garantire la sicurezza in mare per chi tenta un'azione così significativa, deve sostenere quella degli altri frequentatori delle acque. Del resto, non bisogna dimenticare che, nel Salento, a Torre Venneri, esiste un poligono di tiro e che, in tutti i porti, le canalette di separazione del traffico sono disciplinate con comunicazione radio, di cui non tutti possono essere dotati.

Navigare sottocosta non è sinonimo di sicurezza, anzi. Per questo, tutte le informazioni utili a chi affronta una esperienza simile possono essere fornite e superate di concerto con le istituzioni locali, se, appunto, interpellate. Inoltre, se una figura importante come il papa o il presidente della Repubblica visita una realtà, viene mosso un sistema di sicurezza che serve al corretto funzionamento della manifestazione. Qualcuno potrebbe obiettare: ma qui non era né il papa né il presidente della Repubblica; a maggior ragione, proprio perché c'è chi può non conoscere l'impresa conosciuta da un pubblico ristretto, si possono comprendere attenzioni ulteriori.

C'è poi la questione dell'accoglienza. La retorica del Salento "accogliente" è stata in qualche caso fuorviante, se rischia di diventare un orpello da ostentare. Ma la stessa contestazione vale proprio per il termine accoglienza: in latino, l'ospite è sia chi viene accolto che chi ospita. Non è un dettaglio di poco conto, che, nella logica comune si è un po' smarrito. C'è l'obbligo ad accogliere, ma c'è anche l'atteggiamento di chi entra in casa di un altro e lo fa in punta di piedi, rispettando le regole di chi lo accoglie.

Nella fattispecie, l'uomo, da quando è arrivato ad Otranto, è stato scortato nel porto da una imbarcazione che lo ha soccorso, ha ricevuto il supporto tecnico ed informativo degli uomini dell'Ufficio circondariale marittimo, coordinato dal tenente Gian Marco Miriello: è stato ospitato, in accordo con il Comune, nella stazione marittima, ricevendo i pasti dalla mensa della Guardia Costiera.

Sempre il comandante dell'ufficio circondariale ha impegnato i suoi uomini per verificare la possibilità di eventuali deroghe per il caso e scrivendo la lettera al demanio marittimo regionale, per facilitare in Puglia il percorso dell'uomo. Ha poi fornito all'interessato tutte le ordinanze specifiche su suolo nazionale, per potersi informare circa possibili intoppi e ulteriori richieste da presentare. Un'assistenza, insomma, che è andata ben oltre i compiti "burocratici" dei militari, che, anzi, nella condivisione del cibo e degli spazi propri, si è fatta solidarietà autentica. Se non è accoglienza questa.

Domani, comunque sia, l'uomo riprenderà il viaggio e, nonostante qualche "equivoco", Otranto e il Salento lo sosterranno nel suo obiettivo. Perché l'impresa è davvero eccezionale. Anche se c'è magari chi pensa, come cantava Lucio Dalla, che l'impresa eccezionale sta nella normalità della vita.

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