Grazie al sequestro giudiziario riapre "Il Delfino", lo storico bar del porto
Dopo mesi di chiusura ed alcune difficoltà nella gestione, il Tribunale di Maglie ha predisposto l'affidamento della custodia dell'esercizio alla famiglia proprietaria e titolare della concessione demaniale dell'area in cui sorge
OTRANTO - È pronto a ripartire, dopo diversi mesi di chiusura, il Delfino, storico bar ristorante di proprietà della famiglia Baldi (titolare della concessione demaniale dell’area su cui sorse, sin dagli anni 50), che si trova accanto all'edificio della Lega navale sulla via principale di accesso al Molo San Nicola, nel porto di Otranto. Ma i battenti del locale si riaprono, grazie al sequestro giudiziario della struttura, che l'ha di fatto affidata in custodia alla proprietà.
Nel febbraio dello scorso anno, il bar-ristorante era stato concesso in affitto di azienda ad una società di nuova costituzione. All’inizio tutto era proceduto per il meglio. Poi, probabilmente a causa di alcune vicissitudini tra soci, la gestione aveva subito un rallentamento che, gradualmente, aveva portato alla chiusura dell’esercizio.
Nel gennaio 2013, infatti, ufficialmente per ferie, la struttura veniva sigillata, senza di fatto più riaprire, registrando la mancanza per la prima volta da decenni di uno dei più tradizionali punti di ritrovo degli abituali frequentatori del porto di Otranto.
Malgrado la chiusura, tuttavia, le chiavi e l’azienda non venivano riconsegnate ai proprietari, che si rivolgevano all'avvocato Mauro Finocchito per risolvere l’impasse: il legale promuoveva un'azione giudiziaria per il rilascio spontaneo, senza, tuttavia, ottenere il risultato cercato dai diversi soci. Da qui, la richiesta al Tribunale di Lecce, sezione di Maglie, di intervenire col sequestro giudiziario del bar-ristorante, adducendo gli enormi danni in termini di perdita di clientela ed avviamento che la perdurante chiusura avrebbe determinato in pregiudizio dei proprietari.
Il ricorso è stato accolto ed il sequestro è stato immediatamente autorizzato con decreto. Ieri, 9 maggio, il provvedimento di sequestro è stato eseguito dall’ufficiale giudiziario di Maglie e la custodia affidata alla famiglia Baldi.