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Houben celebra Otranto come città di pace e dialogo

L'ordinario, cittadino onorario di Otranto, nell'atteso intervento nella commemorazione civile del 1480, ridimensiona il movente religioso ed esalta il ruolo della città come luogo di pace e dialogo

OTRANTO - Un momento di rievocazione storica, importante per la città di Otranto, nel giorno in cui prendono il via i festeggiamenti patronali in onore dei Beati Martiri Antonio Primaldo e compagni. Come da tradizione, nel giorno della vigilia, le autorità civili, religiose e militari si sono recate presso il Monumento dei Caduti, sul Lungomare degli Eroi, per l'appuntamento con il discorso commemorativo, quest'anno affidato al professor Hubert Houben, ordinario di Storia Medievale dell'Università del Salento, cittadino "Honoris Causa" della Città di Otranto.

Dopo il saluto del sindaco, Luciano Cariddi, l'ordinario ha presentato una rilettura degli episodi del 1480, tenendo una lezione di storia e concentrando principalmente il suo intervento su due aspetti: da un lato, il professore di origine tedesca ha ribadito, come peraltro sostengono molti dei principali medievalisti nazionali ed internazionali, che l'episodio del 1480, storicamente accertato, tuttavia non è stato mai al centro di uno scontro tra civiltà, né causato dal movente religioso (al contrario di quanto sostenuto dall'"inattendibile" voce di Giovanni Laggetto), dimostratosi (con buona pace di qualche mugugno dei presenti) dalle fonti il pretesto per nascondere più complessi interessi economici, in cui erano coinvolti anche gli stati italiani, in lotta per l'egemonia territoriale.

SebIl secondo punto di riferimento del suo approfondimento è stato proiettato sulla funzione di Otranto come centro di cultura e dialogo, che, di fatto, ha reso gli episodi del 1480-81, una parentesi breve ed un'eccezione, rispetto alla regola: la perla del Salento è stata sempre un ritrovo di civiltà in dialogo, grazie anche alla presenza dell'Abbazia di San Nicola di Casole, che ha rappresentato il fulcro di incontri tra culture differenti e generalmente distanti nel clima più generico dell'Europa. Houben, in buona sostanza, si è appellato a quella immagine di Otranto, peraltro esaltata anche dal recente riconoscimento Unesco, come crocevia di dialogo e luogo di pace e cultura.

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