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Giovedì, 25 Aprile 2024
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“InsideOut Project”. Svelato il mistero dell’affissione di volti otrantini

Con una nota, il gruppo che ha riempito le vie del centro storico di facce di abitanti del posto, rivendica l'installazione e spiega il senso dell'iniziativa: "Otranto non è solo un luogo di passeggio, ma una città con un'anima"

OTRANTO – Alla fine, il mistero è svelato. Dopo l’invasione di volti nel centro storico di Otranto di alcuni protagonisti comuni della città e i pareri più differenti sulla singolare iniziativa, è arrivata la rivendicazione da parte del gruppo, fautore dell’installazione.

“Otranto – si legge nella nota ufficiale - è una città schizofrenica. Ad agosto c’è così tanta gente che non si riesce a parcheggiare, a camminare, a respirare. A gennaio, nel centro storico, dopo il tramonto si rischia di trovare l’illuminazione pubblica spenta. Gli occhi del mondo sono accesi su Otranto per due mesi l’anno. Nessuno sa cosa accada in uno dei paesini più belli d’Italia durante i restanti dieci mesi. Tranne chi ci vive da sempre”.

Poi è il momento di spiegare il progetto: “DodiciMesi SenzaEstate è un’idea di Andrea, Giulio, Michela e Ruggero, quattro persone con differenti percentuali di otrantinità nel sangue, ma tutti cresciuti nelle spiagge tra Frassanito e le Orte d’estate, e in villa ogni domenica durante il resto dell’anno. Quattro persone ispirate dal discorso del celebre street artist JR in occasione della consegna del Ted Prize, durante il quale è stato lanciato il progetto InsideOut Project”.

“Le installazioni di JR sparse per il mondo – spiegano -, dalle favelas di Rio a Gerusalemme, sono poi state riproposte, adattate ai diversi territori, in decine di Paesi.  Noi, gigantografi otrantini, siamo entrati in contatto con JR, con lo staff di InsideOut, e abbiamo portato il suo marchio nel nostro Sud Est, per la prima volta in Italia. Il sovraffollamento estivo di Otranto ha allontanato – già da diversi anni – gli otrantini dai luoghi che appartengono alla città ed alla sua cittadinanza. Il centro storico è un grande negozio di souvenir, gli otrantini quasi non ci vivono più, gli anziani non hanno neanche un negozietto per fare la spesa. Otranto sembra ormai un parco giochi per turisti”.

“Con questa iniziativa – proseguono - intendiamo mettere in mostra la vera anima del paese di cui siamo innamorati. Otranto e le sue bellezze, così come le sue contraddizioni, appartengono a coloro che da sempre ci vivono, ognuno con il proprio mestiere, a coloro che durante l’estate svolgono il proprio lavoro dietro le quinte, a coloro che piuttosto che partire per il nord alla ricerca di fortuna sono rimasti lì, a custodire quel luogo prezioso. Queste persone vivono ad Otranto 12 mesi l’anno, e sono coloro che se ne prendono cura, e la fanno risorgere ogni anno a settembre, quando i barbari vanno via”.

“Il nostro tributo – precisano ancora - va a loro, e abbiamo pensato di esporre la loro bellezza, l’intensità dei loro volti, per le strade, nelle piazze e nei vicoli del paese di cui costituiscono la vera anima. Il nostro messaggio è rivolto a tutti coloro che vedono Otranto solo come un luogo per passeggiare, per cenare, per comprare, affinché possano sempre ricordare che Otranto non è un negozio di fischietti colorati, ma una città con un’anima, una città resa viva e custodita da persone speciali”.

“Ma non solo – concludono -, perché ci rivolgiamo agli stessi otrantini, quelli che sono partiti e quelli che sono restati, perché ricordino sempre di essere i veri padroni morali di questa perla del Mediterraneo”.

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