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Otranto, musica senza tempo sotto le stelle. Arriva "La Cavalleria Rusticana"

L'evento, promosso dall'associazione "Il Bel canto nel Salento" di Trepuzzi, è finalizzato alla celebrazione in un unico appuntamento del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e del 150esimo di quella di Pietro Mascagni

OTRANTO - “…La sua musica esprime la parola e il sentimento in una maniera così alta… Certi canti delle opere verdiane arrivano agli orecchi e al cuore degli ascoltatori senza passare per il cervello, con un impeto improvviso e fanno tremare i polsi. Verdi mi scriveva spesso e un giorno mi scrisse: Lei è l'unico che può tenere ancora in alto la bandiera della nostra arte”. Sono le dichiarazioni di Pietro Mascagni, in occasione della morte di Giuseppe Verdi, il 27 gennaio 1901.

Verdi e Mascagni, due astri fissi nell’emisfero sacro dell’opera italiana, celebrati insieme in una notte di grande spettacolo, il 25 luglio prossimo, alle ore 20.30, nei Fossati del Castello di Otranto. L’evento, promosso dall’associazione onlus lirico-culturale “Il Bel canto nel Salento” di Trepuzzi e patrocinato dal comune di Otranto, è finalizzato alla celebrazione, in un unico appuntamento nel Bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi e del Centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Pietro Mascagni. Il ricavato della serata sarà in parte destinato all’associazione Medici senza Frontiere.

Nella prima parte dell’evento con un grande concerto verdiano verrà reso omaggio al padre dell’opera italiana, attraverso l’esecuzione delle arie tratte dalle opere più celebri. Ad esibirsi, insieme all’orchestra lirica Il Bel Canto, diretta da Antonio Florindo Pizzoleo, saranno il soprano Luisella De Pietro e  alcune giovani promesse dell’opera lirica italiana: il soprano Gloria Giurgola, il soprano Silvia De Filippis, il tenore Giampiero Ruffino e il basso Alberto Pulito.

Pietro Mascagni sarà invece il “re” della seconda parte della serata, in cui verrà allestita la sua opera più celebre, Cavalleria Rusticana. Un cast d’eccezione riunito per l’evento vedrà protagonisti Leonardo Gramegna (Turiddu), Lorella Tafuro (Santuzza), Antonio Stragapede (Alfio), Marinella Rizzo (Lola), Lorena Mileto (Mamma Lucia). Il coro, costituito dalla corale lirica Tripudium e dalle voci degli artisti del Coro lirico di Lecce, sarà diretto da Luigi Mazzotta.

La direzione dell’orchestra è affidata al Mario Cananà, direttore artistico dell’evento, tenore lirico di lunga carriera sia in Italia che all’estero, vincitore di numerosi premi e concorsi, debutta giovanissimo nel ’62 e nel ’70 approda presso il teatro San Carlo di Napoli in qualità di primo tenore del Coro, divenendo nel ’79 direttore del “Coro Ars Nova” del medesimo teatro, dall’86 svolge la professione di maestro di canto lirico, è direttore artistico dell’Associazione “Il Bel Canto”, nonché Direttore d’orchestra. A firmare la regia sarà, invece, la giovane regista Rosangela Giurgola.

“Avvicinandosi alla regia di un’opera profondamente rispettosa delle tre unità: tempo, luogo e spazio, qual è Cavalleria Rusticana – afferma la regista – è quasi un obbligo scandagliare il nucleo ispiratore dello stesso Mascagni, frutto del genio verista di Giovanni Verga e condensato nella novella Cavalleria Rusticana. Mascagni e Verga sono i termini noti della stessa equazione di cui il mio allestimento, profondamente osservante delle volontà dei suoi autori, risulta essere l’incognita.  Un’incognita di profumi, colori, sensazioni che mi sono prefissata di riscoprire nota dopo nota, parola dopo parola, immaginare e proporre al pubblico in una veste fresca, ma non spoglia dei toni drammatici, sporchi di sangue, gelosia, vendetta, passione che ne tessono la trama e l’ordito”.

Prenderà vita sulla scena un mondo in cui l’inviolabilità familiare, la devozione religiosa, la sacralità pasquale vengono demolite a piccoli pezzi, da tradimenti, gelosia, vendetta, secondo una giustizia degli uomini che, dimentica la legge divina, la rinnega nel santo giorno di Pasqua e punisce i colpevoli. Colpevoli sono certo Turiddu e Lola, adulteri e spergiuri delle promesse fatte, ma profondamente colpevole è soprattutto Santuzza, disonorata agli occhi degli uomini e dannata davanti a Dio. Un colpo da maestro con cui Mascagni spogliò dai velluti il teatro d’opera di fine Ottocento per sporcare la scena di terra, vestirla di liuta e paglia e arredarla con carretti ed aratri, mostrando la morte vera, quella dei poveri, quella dei vinti.

Importante in questo allestimento la collaborazione con il light designer Jacopo Ardolino e con lo scenografo salentino, Romeo Sicuro, le cui maestranze hanno permesso la monumentale e, quanto più naturale possibile, resa scenica ed artistica dell’allestimento, secondo le intenzioni della direzione e della regia, nel rispetto dell’autore. Un lavoro impegnativo che non deluderà le aspettative dei melomani.

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