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Giovedì, 25 Aprile 2024
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“Libri in scena”, una terza edizione nel segno di Maria Corti e del femminile

Con la quarta serata si è conclusa la kermesse culturale, organizzata da Art'etica, che ha visto protagonisti diversi autori coinvolti su più tematiche: nell'ultimo appuntamento sono state protagoniste le donne-scrittrici

OTRANTO - Si è conclusa ieri sera la terza edizione di “Libri in scena”, la kermesse culturale, organizzato da “Art’Etica”, che ha voluto dedicare l’ultimo appuntamento dei quattro giorni di letture ed approfondimenti alla scrittura al femminile. Ad aprire la serata, particolarmente seguita, è stata Annamaria Gustapane, con la sua opera prima, edita da Botanica Ornamentale, “Cuntame nu cuntu – Tell me a story”, un tentativo singolare ed apprezzato dal numeroso pubblico presente, di raccogliere in un’antologia i racconti della tradizione popolare, sperimentando la loro traduzione in lingua inglese. A presentare il testo l’assessore regionale, Dario Stefàno, mentre l’attrice Carla Guido e Paolo Ricciardi hanno arricchito con voce e fisarmonica la serata.

È stato poi il turno di Tiziana Corti che ha presentato “Occhio di maschio. Le donne e la televisione italiana - Una storia dal 1954 ad oggi”, volume di Daniele Brancati. Si tratta di un tentativo di storia della televisione dal punto di vista dei “vinti”, cioè di quanti credono ancora in un modello di informazione ed intrattenimento fatto di gusto e di buon senso. Uno sguardo al “femminile” sulla tv “maschile”.

La chiusura della manifestazione è stata affidata a Simona Cleopazzo e al suo romanzo d’esordio “Tre noci moscate nella dote della sposa”, edito da Cosimo Lupo, presente all’appuntamento. Ad introdurre nelle tematiche del testo Paolo Paticchio, che ha focalizzato l’attenzione oltre la protagonista, Silvia, con citazioni ai tanti riferimenti sulle storie di cronaca ed attualità, delle quali è disseminato il testo. Ad arricchire ulteriormente la presentazione le letture a cura di Angela Albanese e la chitarra di Ivan Meani.

A conclusione del festival , che ha visto diversi momenti, importanti ed utili alla riflessione, a dimostrazione che le iniziative culturali hanno la capacità di attrarre il pubblico anche in un periodo come quello estivo, più votato allo spirito vacanziero e di leggerezza, il bilancio è positivo, grazie al contributo e all’impegno di tutto lo staff organizzativo. Due i momenti, in particolare, da segnalare per il significato e l’appeal avuti: l’omaggio “sperimentale” a Maria Corti, con le voci ad “irradiare” i contenuti de “L’Ora di tutti” in un territorio, che si è nutrito di quella storia, e lo spettacolo dedicato alle vittime di mafia, ispirato a “La Buona novella” di Fabrizio De André.

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