rotate-mobile
Otranto Otranto

Otranto: cronistoria di un ecomostro sul lungomare

Un edificio sul Lungomare Kennedy che doveva diventare un albergo, ma che tra concessioni edilizie, varianti di destinazione d'uso, lavori infiniti e mai ultimati, versa in pessime condizioni

Salento, lu sule, lu mare, lu ientu… ma ormai non solo quello. Obbrobri edilizi crescono dappertutto nella foga di costruzione che imperversa. Costruire è segno di progresso, ma negli eccessi spesso si manifestano brutture non indifferenti: non è risparmiata nemmeno Otranto, la "gemma" del Salento, la perla tanto osannata per le sue bellezze naturali ed artistiche. La dimostrazione più evidente è la famosa struttura in fondo al Lungomare Kennedy, meglio conosciuta come "Edificio Caputo", un ammasso di cemento ancora "indistinto" che domina il mare da diversi anni. L'edificio in questione, ottenuta la prima concessione edilizia nel 1999, sarebbe dovuto diventare una struttura ricettiva con uno spazio da dedicare a qualche esercizio commerciale. Sarebbe dovuto diventare… visto che la storia ha decisamente sterzato da un'altra parte. E così, tra altre concessioni edilizie e permessi di costruire per varianti d'uso, l'edificio è rimasto lì, fermo nella sua deformità, come un pugno nell'occhio di chi vuol godersi il fascino del lungomare o scorgere l'incantevole panorama del tavolato marino dall'alto delle zona Cannulo. Tu, chiamalo se vuoi, e…comostro.

Premesso che sarebbe di per sé discutibile voler costruire una struttura ricettiva a una distanza così ridotta dal mare, rovistando tra gli aneddoti dei tanti scempi compiuti lontano da Otranto, può anche non destare stupore la concessione edilizia. Si può vedere anche di peggio (tenuto sempre conto della premessa) in giro. Quello che si fa più fatica a capire è perché a distanza di nove anni dalla prima richiesta di concessione, l'edificio non sia ancora completato e da diverso tempo ormai giaccia praticamente abbandonato a se stesso. Pioggia, vento ed ogni tipo di agente atmosferico e di condizione climatica lo hanno evidentemente logorato, mentre lassù domina incontrastata l'enorme gru verde, anch'essa decisamente immobile; e mentre il tempo passa, non è dato ancora sapere quando e se la struttura sarà ultimata. Del resto, è persino inutile e poco redditizio andare a cercare cartelli di inizio e di fine lavori: e se taluni temerari volessero comunque avventurarsi nell'ardua impresa, va consigliato chiaramente di risparmiare le energie visto che i cartelli non ci sono.

In compenso, però, si sa, grazie anche ad una interrogazione del gruppo di opposizione, che i proprietari hanno presentato una nuova richiesta di proroga. Il sindaco di Otranto, rispondendo all'interpellanza di "Alleanza per Otranto", scrive di ritenere "che la situazione in cui versa il cantiere non sia tollerabile, e per questo ho chiesto al responsabile dell'ufficio tecnico comunale di intimare alla proprietà il ripristino di uno stato di decoro dei luoghi fino alla fine dei lavori". Nella risposta del sindaco si sottolinea anche il rischio di "problemi di ordine sanitario".

Preoccupazioni perfettamente condivisibili, ma occorrerebbe capire anche se ci siano le reali intenzioni di ultimarsi i lavori e per quale scadenza: innanzitutto per fugare ogni dubbio che si sia vanamente deturpato un luogo per un'opera che non vedrà mai la luce e, in secondo luogo, perché buon senso vorrebbe che i cantieri avessero una data di inizio lavori ed una di scadenza, possibilmente non troppo lontane l'una dall'altra. I "tempi biblici" a volte generano sospetto e cattivi pensieri; fissare una scadenza chiara, invece, è un'operazione di trasparenza. Come sarebbe trasparenza, qualora i lavori non siano terminati nella data prestabilita, intimare oltre all'esproprio dell'area, anche la demolizione della struttura, per riconsegnare al paesaggio la sua primordiale virtù, in un unanime patto contro le "brutture". E se la trasparenza fa difetto, resta solo da augurarsi che almeno non sia vero che alle brutture "non c'è mai limite".

Otranto: cronistoria di un ecomostro sul lungomare

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Otranto: cronistoria di un ecomostro sul lungomare

LeccePrima è in caricamento