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Otranto ha il sindaco, ma la campagna stenta a finire

Difficile tracciare un bilancio sereno del dato elettorale: in città svolazza un volantino anonimo di scherno nei confronti della lista sconfitta, con insulti e volgarità di ogni genere

Otranto, due giorni dopo il voto: la tregua sperata non è ancora arrivata e la calma apparente di queste ore cela, in realtà, sospetti e mugugni di vario tipo. Assorbita la sbornia dei festeggiamenti, nella lista di Cariddi si fa largo il rammarico di non aver ottenuto uno scarto ancora più consistente, sebbene il risultato finale si attesti attorno al 7 per cento. L'incipit della campagna elettorale aveva probabilmente illuso di un vantaggio ancora più esaltante. Nella sede di "Alleanza per Otranto", uscita sconfitta, ma non umiliata, serpeggia il sospetto che su qualche voto sia stata esercitata una pressione indefinita, che abbia alterato l'esito della contesa, che a poche ore dal voto sembrava ancora più equilibrata e combattuta.

Ma per chi ha perso inizia qui il tempo della riflessione: le colpe della sconfitta sono sempre diverse e vanno suddivise e contestualizzate. Ma che bilancio tracciare dal dato elettorale? Innanzitutto che gli otrantini hanno partecipato numerosi al voto, scongiurando qualsiasi timore di astensionismo. Senza ombra di dubbio una menzione speciale va al vincitore, il neo sindaco Luciano Cariddi, che ha saputo veicolare meglio il proprio programma amministrativo, sottraendosi, con mestiere da veterano della politica, alle insidie della campagna elettorale. Con lui, risulta vincente l'intera lista, che è stata spesso bersaglio di critiche molto forti sul piano politico, economico e personale, ma che ha avuto sempre l'appoggio incondizionato delle segreterie provinciali dei Ds e della Margherita, nonché il supporto psicologico del governo regionale di centrosinistra. Il progetto di "Otranto Domani" ha avuto il merito di partire con largo anticipo e di arrivare preparato all'appuntamento elettorale, cercando di gestire il proprio vantaggio.

Altro discorso va fatto per la lista sconfitta: Corrado Sammarruco ha saputo conquistarsi una buona fetta di consensi trasversali, che gli hanno permesso di recuperare e ridurre sensibilmente il gap, che lo distanziava dal suo concorrente. Quello che gli è mancato è stato per l'appunto la "componente tempo", che lo ha costretto ad assemblare due diversi progetti politici in poche ore e a lanciarsi in un inseguimento dell'avversario quasi disperato.

Da non sottovalutare è la miscela di anime interna alla lista, non tanto in quanto tale (visto che anche l'altra aveva la stessa caratteristica) quanto nella sua gestione: l'aver voluto politicizzare una lista civica, connotandola coi colori del centrodestra, si è rivelata una scelta controproducente, che ha messo in rilievo più che altrove le contraddizioni partitiche. Sono poi noti a tutti i dissapori interni a Forza Italia, a lungo vicina alla candidatura dello stesso Cariddi, poi scivolata in conflitti personali, che hanno ritardato la scelta di un candidato condiviso. Anche i grandi nomi provinciali a sostegno della lista di Sammarruco hanno giocato un effetto boomerang: l'intervento poco "locale" di Raffaele Baldassarre e quello tanto sponsorizzato e poi saltato di Adriana Poli Bortone si sono rivelate carte giocate male; dall'altra parte, la presenza costante del consigliere regionale, Dario Stefano, è apparsa più inglobata nel progetto di "Otranto Domani".

Le valutazioni possibili su questo risultato potrebbero essere ancora molte; ma non aiuta a tracciare un bilancio sereno del dato elettorale, la comparsa, nelle ultime ore, di un volantino anonimo di scherno nei confronti della lista sconfitta, con insulti e volgarità di ogni genere. Sembra evidente che lo scritto sia opera di qualche adolescente col piglio del tifoso, vicino alla lista del sindaco eletto. È questo un episodio spiacevole che s'innesta perfettamente nel clima tirato di una campagna elettorale, con troppo tifo spassionato e poca sportività.

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