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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Autovelox in zona laghi Alimini. Altri due ricorsi accolti dal giudice di pace

Annullati verbali per eccesso di velocità del mese di maggio rilevati con le apparecchiature fisse sulla Sp 366 San Cataldo-Otranto prive, in quel periodo, di nulla osta e autorizzazione paesaggistica. "Provincia revochi multe ante-sanatoria"

OTRANTO – Ancora sentenze a favore degli automobilisti e contrarie all’amministrazione della Provincia di Lecce in merito alla nota questione degli autovelox installati nella zona dei laghi Alimini, lungo la provinciale 366 San Cataldo-Otranto. E la decisione dell’ente di palazzo dei Celestini di non annullare, in autotutela, i verbali redatti dalla polizia provinciale nei mesi precedenti alla sospensione del servizio di controllo (avvenuta il 18 giugno scorso) e alla successiva autorizzazione paesaggistica concessa in sanatoria solo il 21 ottobre scorso per quella postazione fissa, continua a far discutere. E a far incassare alla Provincia solo giudizi soccombenti.

Mentre all’inizio di novembre l’ente provinciale, sanate le anomalie sull’assenza della prescritta autorizzazione paesaggistica, annunciava la riattivazione degli autovelox fissi sulla provinciale (e previo nulla osta anche del comune di Otranto, mai rilasciato in precedenza), con due recenti sentenze ad inizio di dicembre il giudice di pace di Lecce ha accolto altrettanti ricorsi di due automobilisti che hanno contestato i verbali di accertamento della polizia provinciale relativi al mese di maggio e legati all’attività di controllo della velocità mediante le contestate postazioni degli autovelox. Verbali e sanzioni relative che i giudici di pace, Angela De Simone e Cosimo Rochira, hanno dunque motivatamente annullato. Evidenziando anomalie e vizi procedurali sul posizionamento e l’utilizzo delle apparecchiature. Le ragioni dei ricorrenti sono state  in entrambi i casi sostenute dall’avvocato Amedeo Savino.

Entrambe le sentenze dunque hanno accolto i ricorsi proposti contro le multe per eccesso di velocità, rilevando, tra l’altro, “l’abusiva installazione delle apparecchiature”, utilizzate sulla provinciale Sp366 per il rilevamento delle (presunte) infrazioni, perché avvenuta in assenza della prescritta autorizzazione paesaggistica. “Un nuovo spunto di riflessione, emerso in giudizio e di cui si dà atto in una delle due sentenze” spiega il legale dei ricorrenti, “riguarda il fatto che finalmente il 21 ottobre scorso, ossia, a distanza di oltre cinque mesi dalla installazione delle suddette apparecchiature, la Provincia di Lecce ha provveduto a sanare gli abusi commessi, rilasciando apposita autorizzazione paesaggistica in sanatoria. Questo conferma e pone in risalto” aggiunge l’avvocato Savino, “la non leale condotta dell’amministrazione provinciale che, pur avendo ammesso l’abusività dell’opera, non ha provveduto ad annullare in autotutela i verbali redatti prima della sanatoria, ma ha preferito, piuttosto, trattenere le somme sinora pagate dai cittadini e resistere nei numerosi giudizi instaurati a suo carico”.

E sotto tale, ultimo, aspetto, sempre il legale fa notare che “l’eventuale annullamento in autotutela dei verbali ante-sanatoria potrebbe rivelarsi utile anche per la stessa Provincia, in quanto i giudizi pendenti diverrebbero improcedibili per cassazione della materia del contendere, senza che l’amministrazione sia esposta al rischio di essere condannata alla rifusione delle spese processuali, come invece avvenuto in molti casi”. E come avvenuto nei due ricorsi trattati e come si prospetta per quelli antecedenti il rilascio delle autorizzazioni in sanatoria che di fatto legittimano l’utilizzo di quelle postazioni (ma con dissenso espresso anche dallo Sportello dei diritti della provincia di Lecce), solo dopo il 21 ottobre e il relativo nulla osta anche da parte del Comune di Otranto. 

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